Allarme obesità infantile in Italia. Numeri preoccupanti in Calabria, Campania e Molise

Gli stili di vita sbagliati che comprendono, ovviamente, una cattiva alimentazione, inevitabilmente si ripercuotono sulla salute delle persone provocando problemi come sovrappeso e obesità che contribuiscono all’insorgenza di altre patologie. Il problema è ancora più preoccupante se si considera che, negli ultimi anni, il problema rappresentato dai chili di troppo coinvolge anche i bambini, con numeri che, a livello globale, evidenziano la necessità di interventi immediati.

Appare piuttosto interessante, in tal senso, quanto rivelato dall’ultimo rapporto dell’Unione Europea sullo stato di salute dei cittadini nei paesi membri, che conferma dati positivi per l’Italia, ma al tempo stesso evidenzia numeri preoccupanti legati proprio all’obesità infantile nel nostro paese, soprattutto considerando alcune regioni del Meridione, dove la percentuale ha raggiunto livelli che dovrebbero far riflettere.

In generale, il rapporto diffuso dall’Unione Europea nei giorni scorsi ha elogiato la qualità del sistema sanitario nazionale che ha contribuito ad incrementare l’aspettativa di vita nel nostro paese, ma al tempo stesso, mette in luce la già nota disparità che continua ad esistere tra le diverse regioni, evidenziando differenze importanti soprattutto a danno delle regioni del sud.

Uno dei dati più preoccupanti, tuttavia, è quello che riguarda il sovrappeso e l’obesità infantile che, nel nostro paese, ha ormai superato la media europea confermando quello che viene definito come un vero e proprio fattore di rischio per la salute pubblica nel nostro paese, andando a ripercuotersi sullo stato di salute in età adulta. Secondo i dati europei, risulta che in Italia il 26% dei giovani di 15 anni risulta in sovrappeso o obeso, e il dato raggiunge picchi del 40% in regioni come Calabria, Campania e Molise.

Come confermato da Rinaldo Missaglia, Segretario Nazionale del Sindacato Medici Pediatri di Famiglia, si tratta di dati che dovrebbero far riflettere confermando l’importanza di una figura come quella del pediatra che, in questi casi, svolge un ruolo fondamentale per aiutare a prevenire queste situazioni che mettono a rischio la salute dei più piccoli. A preoccupare particolarmente sono, inoltre, due problemi riscontrati nei comportamenti dei quindicenni italiani.

Il primo è la poca attività fisica che spinge a vivere una vita maggiormente sedentaria e il secondo è la percentuale di fumatori che, nei maschi raggiunge il 20% e nelle femmine il 22% (rispettivamente terzo e secondo posto in Europa), un vizio pericoloso che, inevitabilmente, danneggia la salute di quelli che saranno gli adulti del futuro.

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