Scendi il cane e siedi il bambino? Anche per la Crusca è sbagliato… da cosa è nata la #bufala

I social hanno trovato tanto di cui parlare sulla ipotetica proposta dell’Accademia della Crusca di inserire modi di dire quali “Scendi il cane” e “Siedi il bambino” nella lingua italiana corretta, e come al solito il tam tam di bufale vale molto di più che la vera informazione. Insomma crediamo al primo post del giorno senza poi soffermarci troppo sul dubbio e sulla verifica dell’informazione. A volte ci piace anche credere a certe notizie perché ci danno da parlare, da discutere. Insomma davvero si può dire “Esci il cane”? davvero un verbo intransitivo può trasformarsi in transitivo solo perché di uso dialettale comune? Diciamo che non è proprio così e cerchiamo di capire cosa sia successo in queste ultime giornate e del perché, fortunatamente, molti italiani sono insorti di fronte ad una aberrazione linguistica.

Cosa dice allora la Crusca sull’uso transitivo dei verbi di movimento? Che è sbagliato, o almeno che lo è nella lingua italiana corretta. Può avere un suo uso nella lingua parlata, informale e dialettale… insomma lo possiamo tollerare. Il fraintendimento è nato da un post scritto dall’accademico Vittorio Coletti direttamente sul sito dell’Accademia della Crusca nel post Siedi il bambino! No, fallo sedere! della rubrica Risposte ai quesiti pubblicata l’11 gennaio 2019 sul sito della celebre istituzione. Il punto focale della nascita della polemica e il conseguente fiume di bufale e di ingrandimento della notizia è stato quando ha scritto:

Diciamo insomma che sedere, come altri verbi di moto, ammette in usi regionali e popolari sempre più estesi anche l’oggetto diretto e che in questa costruzione ha una sua efficacia e sinteticità espressiva che può indurre a sorvolare sui suoi limiti grammaticali.

Da qui è diventato un vero caso nazionale dove le fazioni della difesa della lingua italiana e quella invece dell’inserimento del dialetto nel giusto uso della lingua, hanno cominciato a lanciarsi sui social network rivendicazioni e vicendevoli accuse. Di sicuro lo stupore ha coinvolto tutti soprattutto dopo aver letto molti articoli più ufficiali dei post che hanno preso la palla al baso per fare notizia… non verificandone prima la fonte.

Insomma alla fine la questione ha dovuto disturbare il presidente stesso dell’Accademia della Crusca, Claudio Marazzini, che ha rilasciato un’intervista ad AGI.
Il problema è che ogni vota che si trasferisce un discorso scientifico sottile su un piano mediatico si producono risultati perversi” dice Marazzini. “Coletti ha guardato con simpatia a una spinta innovativa che trasferisce un modo di dire popolare, accettandola nell’eccezione della quotidianità e delle situazioni familiari. Naturalmente se viene trasportato nella grammatica della scuola nascono dei problemi perché l’insegnante sarà comunque chiamato a correggere quelle forme nell’italiano scritto e formale“.

Tollerabile nel parlato, inammissibile nello scritto

Quindi care maestre, penna blu come se non ci fosse un domani per correggere questi modi di dire che possono aver libero accesso nel parlato colloquiale, ma non nell’ufficialità della lingua italiana.

Il punto si sposta sul grande entusiasmo avuto da tutti i parlanti che utilizzano questo modo transitivo che fa capire come sia una usanza molto diffusa, tanto da difenderla. Ma la lingua italiana deve rimanere salda nella sua struttura.

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