AGCM sanziona le Compagnie petrolifere sul territorio Nazionale, Cartelli e prezzi maggiorati

L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha inflitto una sanzione record da 936,6 milioni di euro a sei tra le principali compagnie petrolifere operanti in Italia: Eni, Esso Italiana, Q8, IP (Italiana Petroli), Saras e Tamoil. Il provvedimento, tra i più severi mai emessi dall’Antitrust italiano, riguarda un presunto cartello che avrebbe portato a un aumento coordinato e ingiustificato del costo della componente bio inserita nel prezzo finale dei carburanti per autotrazione.

Le accuse

L’indagine dell’AGCM è partita nel 2023 grazie alla segnalazione di un whistleblower (informatore: chi segnala comportamenti illeciti, irregolarità o abusi all’interno di un’organizzazione pubblica o privata). Secondo quanto accertato, le compagnie coinvolte si sarebbero coordinate per triplicare il valore della componente bio, passata da circa 20 €/mc nel 2019 a quasi 60 €/mc nel 2023. Questo incremento ha avuto ripercussioni dirette sui consumatori, con aumenti alla pompa difficilmente giustificabili dai soli costi di produzione.

L’Autorità ha definito il comportamento delle aziende come una “intesa restrittiva della concorrenza”, evidenziando scambi di informazioni diretti e indiretti, annunci pubblici su testate specializzate come Staffetta Quotidiana, e una prassi di aumenti paralleli che hanno impedito un reale confronto concorrenziale.

Le sanzioni

Compagnia Importo sanzione (€)
Eni 336.214.660
Q8 172.592.363
IP 163.669.804
Esso 129.363.561
Tamoil 91.029.755
Saras 43.788.944

Iplom e Repsol sono state escluse dal provvedimento per mancanza di prove di partecipazione al cartello.

I cosidetti biocarburanti

La componente bio è obbligatoria per legge e serve a garantire la miscelazione di biocarburanti nei carburanti fossili, con l’obiettivo di ridurre le emissioni di CO₂ e favorire la transizione energetica. I biocarburanti, come il biodiesel e il bioetanolo, derivano da materie prime rinnovabili (oli vegetali, scarti agricoli, biomasse) e sono considerati una soluzione intermedia tra i combustibili fossili e l’elettrificazione completa del trasporto.

Tuttavia, l’AGCM ha rilevato che il valore economico attribuito a questa componente è stato manipolato per giustificare aumenti di prezzo, trasformando uno strumento ambientale in una leva speculativa.

La tutela del mercato

La vicenda si inserisce nel quadro giuridico della legge n. 287/1990, che ha introdotto in Italia le regole antitrust ispirate ai modelli anglosassoni. L’obiettivo è tutelare la concorrenza e proteggere i consumatori da pratiche collusive, abusi di posizione dominante e intese restrittive.

L’AGCM ha il potere di sanzionare le imprese che violano queste norme, ma anche di promuovere la trasparenza e la correttezza nel mercato. In questo caso, le associazioni dei consumatori (Codici, Legambiente, Movimento Difesa del Cittadino) hanno chiesto ristori per gli utenti penalizzati e l’introduzione di strumenti di monitoraggio indipendente come Mister Prezzi.

Eni ha contestato duramente la decisione, definendola “incomprensibile e infondata”, mentre Assoutenti ha accolto positivamente la sanzione, chiedendo però misure concrete di riparazione e moral suasion per ricostruire la fiducia nel mercato.

Il caso potrebbe ora proseguire davanti al TAR del Lazio, dove le compagnie petrolifere potrebbero presentare ricorso.

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