Addio all’identità italiana [Motori] Seconda Parte, la FIAT 127

Per tutti quelli che hanno preso la patente tra la fine degli anni settanta e i primi anni ottanta, la fiat 127 ha rappresentato qualcosa di più che una autovettura. Come tutti i giovani del tempo l’automobile era un modo per identificarsi all’interno della propria comunità. I ragazzi avevano automobili personalizzate all’interno, con impianti stereo, rivestimenti dei sedili, tendine parasole, ninnoli vari a fare da corredo ad autovetture che erano un biglietto da visita. All’epoca la 127 era il prodotto che andava maggiormente di moda per il suo ottimo rapporto tra costo d’acquisto, di gestione ed comodità d’uso. Auto piccola, ma non piccolissima che permetteva di spostarsi anche fuori dai centri abitati per effettuare veri e propri viaggi. E’ rimasta in produzione moltissimi anni, grazie a restyling riusciti che ne hanno permesso un’evoluzione stilistica fino a quando nel 1983 ha fatto capolino presso Cape Canaveral in Florida, l’altro mito degli anni 80/90, la Fiat Uno.

Torniamo per oggi alla 127: questo modello aveva rappresentato una svolta storica per la Casa Automobilistica Italiana (e non solo. Si può definire proprio questa vettura, colei dalla quale è nata la prima vettura moderna. Dopo di lei le varie Renault 5, VW Golf, Peugeot 205 che adottarono lo stesso schema base, da cui ci si è evoluti nel tempo). Si passava, per un’auto di dimensioni medio-piccole (l’attuale segmento B) ad una sistema di trazione anteriore. Dopo la 850, si passava ad un tutt’avanti, con motore trasversale, 4 cilindri ad aste e bilancieri di 903 cc. da 47 CV a 6200 giri/min, che lasciava molto più spazio per l’abitacolo, anche con le sue dimensioni compatte. Le sospensioni  anteriori erano McPherson e posteriori a balestra trasversale.     Quattro posti con una meccanica leggera ma efficace, e prestazioni adeguate, consumi bassi, buona frenata  (dischi ant/tamburi dietro) e maneggevolezza e stabilità ottimale, con un bagagliaio  (365 cm3) che soddisfaceva le esigenze dell’epoca. Auto, che se la paragoniamo alle attuali a cui siamo abituati, era spartana – (ma all’epoca le auto erano così). Nel tempo si è arricchita e raffinata, con tante versioni e dotazioni migliori.

 

 

Misure: Lunghezza 359 cm – Larghezza 152 cm – Passo 222 cm – Peso 700 Kg     Prezzo:  Lire 920.000

La FIAT 127, lanciata nel 1971, rappresenta uno dei modelli più significativi nella storia dell’automobilismo italiano. Si distinse subito per le sue innovative soluzioni tecniche e per il design compatto, che la resero una delle auto più popolari in Europa negli anni ’70 e ’80”.

 

 

 

Fu l’auto scelta dai giovani per le sue tante qualità, e poi era divertente, spaziosa e personalizzabile. Nacquero anche differenti versioni e motorizzazioni,  che ne permettevano l’adattamento alle più disparate esigenze degli automobilisti. Negli anni, la FIAT 127 subì diversi restyling, cercando di aumentare prima, e mantenere poi  la sua competitività sul mercato. Nel 1976, venne presentata la versione “Sport”, che incoraggiò gli appassionati di guida con un motore potenziato e un’estetica più aggressiva. Sempre nel 1976, la FIAT lanciò la versione 127 “Special”, caratterizzata da finiture più eleganti e accessori arricchiti, ampliando ulteriormente la gamma offerta.

Il restyling più significativo avvenne nel 1982, quando la FIAT introdusse il modello “127 II Serie”. Questa nuova versione apportò migliorie sostanziali sia nel design esterno, appesantendone un po’ la linea, cercando di rimanere moderna,  ma introducendo anche sistemi di sicurezza passiva, nuovi paraurti sintetici di grosse dimensioni e un interno che segnava una svolta significativa a livello di confort e rifiniture e plancia. Cambiavano le prestazioni con l’introduzioni di nuovi propulsori, più performanti ma che al contempo guardavano ai consumi.

Nonostante la concorrenza crescente nel settore delle piccole berline, la FIAT 127 mantenne una forte presenza sul mercato fino alla sua cessazione nel 1987, vendendo oltre 6 milioni di esemplari in tutto il mondo. La sua produzione continuò anche sotto altre denominazioni. La SEAT, all’epoca sotto il controllo Fiat, l’aveva prodotta con denominazione “Fura”. Ma ci furono anche altri Mercati, quale quello Turco: la TofaS, che ne apprezzarono le doti e la portarono nelle loro strade. Anche in Sud America con denominazione 147 e alcune modifiche sulle sospensioni ebbe un grande successo, anche nella versione Panorama e alimentazione ad alcool. In Brasile acquisì la denominazione “Spazio” e “Oggi” e venne prodotta anche tre volumi.  Sempre dal pianale ed abitacolo della 127 nacquero i primi “Forino” i mezzi di trasporto medio-piccoli per i più svariati utilizzi.

 

La FIAT 127 non è solo un simbolo del design automobilistico italiano degli anni ’70 e ’80, dell’estro e dell’originalità e capacità dell’ingegneria del tempo. E’ la testimonianza dell’evoluzione tecnologica che pur passando attraverso la “semplificazione”, ha costruito una nuova Generazione di auto. Per sei anni la 127 è stata l’auto più venduta in Europa. E’ cresciuta tecnicamente adattandosi alle esigenze. L’auto simbolo della Fabrica Italiana Automobili Torino, che avrà una degna erede, che continuerà la tradizione per evoluzione tecnica, razionalità ed efficienza per un settore, quelle delle utilitarie, dove FIAT è sempre stata il riferimento, e che ormai, con STELLANTIS è destinata a scomparire, come etichetta attaccata su modelli non originali, e che non hanno più nulla con le auto italiane.

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