La nascita dell’Alfa Romeo 33 nel 1983 rappresenta un passaggio cruciale nella storia del marchio, segnando la fine dell’era Alfasud e l’inizio di una nuova fase progettuale e stilistica. L’Alfasud, introdotta nel 1972, era stata una vettura rivoluzionaria per Alfa Romeo: la prima con trazione anteriore, motore boxer e costruita nel nuovo stabilimento di Pomigliano d’Arco, frutto di una strategia industriale che mirava a rilanciare il Mezzogiorno.
Il progetto della 33 nacque l’intento di mantenere il pianale e la meccanica dell’Alfasud, ma razionalizzare la produzione e migliorare l’affidabilità. Il nome “33” fu scelto per evocare la prestigiosa 33 Stradale del 1967, sottolineando l’ambizione sportiva del nuovo modello. Il design fu affidato a Ermanno Cressoni, che disegnò una carrozzeria più spigolosa e dinamica, in linea con gli stilemi degli anni Ottanta. La 33 conservava inizialmente il motore boxer e la trazione anteriore, ma adottava soluzioni più convenzionali per l’impianto frenante e semplificazioni tecniche che ne riducevano i costi di manutenzione. Alcuni elementi, come la pedaliera, il serbatoio e la disposizione del vano motore, rimasero quelli del modello uscente a testimonianza della continuità progettuale. Tecnicamente, come detto si partiva dalla base meccanica dell’Alfasud, con però, diversi cambiamenti. I freni vennero riprogettati, adottando al posteriore quelli a tamburo. Le sospensioni anteriori riprendevano il classico schema McPherson, mentre posterioriormente c’era un assale rigido con barra Panhard.
Prodotta dal 1983 al 1995 nello stabilimento di Pomigliano d’Arco, al momento del lancio, nell’estate del 1983, la 33 si presentava come berlina compatta a cinque porte, con un design più moderno e spigoloso rispetto alla sua progenitrice. Le prime versioni erano equipaggiate con motori boxer a quattro cilindri raffreddati ad acqua: un 1.3 da 79 CV e un 1.5 da 84 CV, quest’ultimo disponibile anche nell’allestimento Quadrifoglio Oro, più ricco e rifinito.
Nel corso degli anni, la gamma si ampliò notevolmente. Già nel 1984 venne introdotta la versione Giardinetta, una station wagon che offriva maggiore versatilità e spazio, mantenendo le stesse motorizzazioni boxer. Nel 1986 arrivò la seconda serie, con un restyling estetico e aggiornamenti meccanici. Le motorizzazioni si evolsero con l’introduzione del 1.5 boxer da 105 CV e del 1.7 boxer da 118 CV, quest’ultimo disponibile anche con trazione integrale nella versione 33 1.7 4×4, che debuttò nel 1986 e rappresentò una novità assoluta per Alfa Romeo in quel segmento. Arrivò anche il propulsore 1.8 Turbodiesel 3 cilindri VM.
Nel 1990 fu presentata la terza serie, con ulteriori modifiche al frontale, agli interni e alla gamma motori. Tra le novità, il 1.7 boxer 16 valvole da 132 CV, che equipaggiava la sportiva 33 1.7 16V Quadrifoglio Verde. La trazione integrale venne mantenuta e migliorata, con l’introduzione della 33 Permanent 4, dotata di sistema a quattro ruote motrici permanente. Anche la versione station wagon, ribattezzata Sport Wagon, continuò a essere proposta fino alla fine della produzione.
Nel 1994, con l’arrivo dell’Alfa 145 e 146, la 33 uscì gradualmente di scena, dopo aver venduto oltre 989.000 esemplari complessivi. Rimane ancora oggi una vettura molto apprezzata dagli appassionati per il suo carattere sportivo, la meccanica raffinata e il sound inconfondibile dei motori boxer ormai un lontano ricordo di una tecnologia tutta Made in Italy destinata ai musei.

Devi effettuare l'accesso per postare un commento.