Sono andata a vedere Nonostante senza aver letto niente, senza trailer, senza alcun tipo di input. Ogni tanto mi piace andare a vedere uno spettacolo essendo completamente ignara di quello che mi aspetta. In questo caso però sapevo quanto bastava: Nonostante, ultimo film diretto e con Valerio Mastandrea.
Poco tempo fa ero stata a teatro a vederlo in un monologo di Mattia Torre, Migliore. Sono rimasta affascinata da come sia riuscito a tenere la platea incollata su di lui per tutto il tempo, con pochi semplici movimenti e un monologo strepitoso. Non potevo non andare quindi al cinema, aspettavo questa uscita e al Cinema Caravaggio c’era proprio lui, Valerio Mastandrea in persona. Con la sua spontaneità, il suo essere spiritoso e a suo agio sempre e ovunque.
Ma sono di parte, lo so, e per un giornalista non è facile scrivere un pezzo quando l’asticella pende fortemente verso qualcosa o qualcuno. Io Mastandrea lo ricorderà sempre la prima volta che l’ho incrociato a meno di un metro e mezzo di distanza a Piramide, parlo di tanti, tanti anni fa. Forse potrei cominciare questo breve incipit con “C’era una volta”… quel modo di iniziare una fiaba che non ha tempo nè spazio, può essere accaduto ovunque. La storia si apre nel chiosco del cremolato, meta obbligatoria per i giovani degli anni ’90. Doppia entrata: una, quella principale, completamente occupata dal gruppo della mia comitiva del tempo. La seconda, quella di servizio, nascosta e in secondo piano.
Non so perchè un po’ isolata dal gruppo, stessi guardando in quella direzione. Mastandrea entra, vede il gruppone. Al tempo era già molto noto e forse voleva essere uno dei tanti e non l’attore del momento. Lo fisso con uno sguardo tra l’incredulo e l’ammirazione totale. Ricambia lo sguardo un po’ angosciato, forse sperando nel mio silenzio. Resto zitta, lui va via senza staccare lo sguardo. Continua a sperare nel silenzio che lo faccia uscire senza essere visto. Non so se poi sia accaduto veramente in questo modo, ma io lo ricordo così e da allora è rimasto nel mio cuore per la sua bravura e anche per quel suo modo umile di vivere la sua professione. La stessa umiltà che ho ritrovato nel saper raccontare questo suo ultimo film.
Scusandomi per questo piccolo divagare torniamo a NONOSTANTE, un film che ho amato e che trovo difficile da saper raccontare senza correre il rischio di dare uno spoiler al lettore; quella frase sbagliata che potrebbe rovinare un inizio che ho trovato tra il particolare e il sorprendente. Dovete vederlo così questo inizio, senza sapere niente più del film se non il titolo. Come il “C’era una volta di prima” con questo film si rimane abissati in un non tempo dove forse vorremmo restare per sempre e dove è più facile vivere, se vivere è il verbo più corretto da usare.
Un posto dove regna l’attesa di un qualcosa che si vorrebbe non arrivasse mai, nel bene e nel male, meglio rimanere a fluttuare in secondo piano. Un film che va oltre il realismo, cercando di immaginare quello che in cuor nostro tutti speriamo e che non sto qui a dirvi cosa sia, ma che vi invito a scoprire nelle sale cinematografiche andando a vedere questo film.
Ho trovato Nonostante, un film delicato e carico di emozioni che passano quasi indistinte tra una scena e l’altra, ti accorgi di quanto siano forti quei messaggi sono quando ti scende quella lacrima che ti risveglia da una simbiosi totale con i personaggi, tutti bellissimi, particolari, distinti, misteriosi eppure così tangibili nella loro incorporeità.
Già dal titolo si resta in balia della scelta, sapendo che forse quella peggiore alla fine è la speranza di ognuno dei personaggi. E “nonostante” tutto quello che accade nel film, l’amore è l’unicum che unisce tutto, che da forza e carattere alla pellicola: Valerio Mastandrea e Dolores Flori ci portano in un posto dove l’amore è veramente quello con la A maiuscola, che non ha condizioni o preconcetti. Un amore che vive di se stesso e che gioisce di attimi, sapendo che finirà in un modo o nell’altro, senza lasciare ricordo. L’amore che porta alla fine all’idea della morte, che non è perdere qualcuno ma è esattamente la perdita del ricordo.
Non ricordare vuol dire non far esistere più qualcosa o qualcuno. Pacatezza e irrequietezza si alternano in un gioco di ruoli che in fin dei conti sono gli stessi senza poi esserlo veramente. Il tutto affogato nella bellezza di una colonna sonora che ci fa conoscere brani non sempre conosciuti, fino alla bellissima “Noi non ci saremo” eseguita dai C.S.I..
Un film che ci mostra un regista che non fa denuncia, ma resta quello che ho incontrato “per sbaglio” tanti anni fa, con la sua bellissima leggerezza e il saper trasmettere emozioni forti con la semplice presenza. Con il suo saper parlare di chi non ci sarà più o che sta per finire la sua esistenza, senza il peso della morte che incombe ma con la speranza per l’amore che alla fine vince sempre, anche quando verrà dimenticato.
#Nonostante #ValerioMastandrea
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