Gaming disorder: dal 2022 sarà inserito ufficialmente tra le malattie causate da forma di dipendenza

Un anno fa una grande opposizione andò contro l’Oms – l’Organizzazione Mondiale della Sanità – che aveva ritenuto il gaming disorder al pari di altre forme di dipendenza che caratterizzano l’età contemporanea. Una malattia dunque che ora, in occasione della 72a edizione della World Health Assembly in corso a Ginevra, è stata ufficialmente riconosciuta dai 194 membri dell’Oms. Il gaming disorder è stato anche incluso nell’International Statistical Classification of Diseases and Related Health Problems insieme ad oltre 55mila malattie e patologie.

Malattia dei videogiochi?

Una dipendenza facile da scambiare per altro o ancora peggio da non identificare correttamente. Intanto specificìhiamo che per «gaming disorder» si intende «una serie di comportamenti persistenti o ricorrenti legati al gioco, sia online che offline, manifestati da: un mancato controllo sul gioco; una sempre maggiore priorità data al gioco, al punto che questo diventa più importante delle attività quotidiane e sugli interessi della vita; una continua escalation del gaming nonostante conseguenze negative personali, familiari, sociali, educazionali, occupazionali o in altre aree importanti». Per diventare ufficialmente una malattia data da un comportamento morboso, questo deve avvenire per un anno. Se però i sintomi risultassero più gravi e se tutte le condizioni diagnostiche venissero riconosciute prima del tempo, non sarà necessario attendere 12 mesi prima di dichiarare la malattia in atto.

Bisogna specificare che non si sta facendo guerra ai videogiochi ma è solo un modo per riuscire a prevenire o comunque a curare chi ne cade vittima come in un vero e proprio disordine comportamentale. Nonostante ciò la risposta dal mondo gaming non ha tardato a farsi sentire, nonostante l’inclusione non avverrà prima del 2022.

Il Presidente di Sony, Kenichiro Yoshida, ha dichiarato che è necessario prendere delle contromisure, ribadendo l’impegno della sua compagnia a rendere le piattaforme di gioco luoghi virtuali più sicuri: «Abbiamo già implementato un sistema di classificazione (per limitare i giocatori in base all’età) e abbiamo adottato misure basate sui nostri standard». Sony ha già imposto proprie regole per limitare la circolazione di contenuti sessuali e violenti nei giochi pubblicati sulle sue console. PlayStation 4 ha sia impostazioni di parental control su PlayStation 4, sia limiti di tempo di gioco per i bambini.

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