Gianfranco Funari un personaggio che manca alla TV

Pochi giorni fa Gianfranco Funari avrebbe compiuto 86 anni. Era nato il 21 Marzo. Artisticamente era arrivato a teatro e sul piccolo schermo come cabarettista, ma si era trasformato nel tempo in opinionista. Aveva un linguaggio schietto e diretto che spiazzava e spesso creava tensione.  Irriverente e provocatorio furono le armi del suo successo, ma anche dei diversi allontanamenti. Da cabarettista a presentatore, dalla Tv del Principato di Monaco alla Rete Nazionale, Funari fece una veloce carriera negli anni ottanta, diventando tra i protagonisti televisivi con diversi programmi d’intrattenimento che spesso prendevano di mira gli amministratori e politici a difesa del cittadino. Uomo di cuore, ma anche interprete del proprio personaggio si distinse per il suo modo garbato e al contempo irruento, passava dall’elegante al folkloristico rendendo sempre vivaci le sue trasmissioni.

Me lo godevo su Rai due,  di ritorno dalla scuola e ogni giorno era una lezione, tanto onesta, quanto caricata di una realtà che ancora poteva far sperare e sognare un Italia migliore. Funari venne allontanato dalla Tv di Stato proprio per il suo temperamento, continuò sulle reti Mediaset, del Cavaliaere, con il quale aveva rapporti alterni, di amore-odio. Si stuzzicavano spesso sullo schermo, fino ad una dolorosa rottura, con tanto di causa e richiesta di risarcimento danni (a favore del conduttore). Non venne reintegrato neppure in Rai (all’epoca i dissapori da una parte incontravano comunque blocchi anche dall’altra). Allora si reinventò un circuito su reti minori e continuò il suo lavoro nei circuiti locali.

Tornò a Mediaset per altre due stagioni con programmi sulla rete meno importante, ma ne uscì comunque vincitore. Ormai il suo argomento era la politica. Funari leggeva le notizie, le interpretava, le commentava con verve e inventiva interpretativa. Era un personaggio che sapeva riempire lo schermo e il tempo trascorreva in un attimo con ironica allegria. Passò al circuito locale tra i più famosi del periodo dove continuò  (alzando gli indici d’ascolto) la sua edicola. Notizie e quattro chiacchiere.

Viveva a Fregene, località marina vicino Roma. Aveva avuto due mogli, con la seconda amava girare in Rolls Royce con l’autista. Era diventato un personaggio di grande ecletticità, parlando e menzionando e interpretando e concludendo, interloquendo, domandando, suggerendo, e ad un tratto una battuta al vetriolo o una ramanzina. Funari, eccentrico, unico.

Mi manca lui come personaggio, ha avuto fortune professionali e anche tanti riconoscimenti. Poi stette male e molti lo misero da una parte. E lui rabbioso come non mai non li perdonò. Tornò e si riprese la scena, prima ancora sulle reti  Mediaset con una trasmissione della sua storica  Fascia oraria e poi ancora trasmissioni serali. I risultati furono meno brillanti di un tempo. Funari si dedicò al cinema, alla televisione, a seguire testate giornalistiche, con grande ardore, ma non sempre con successo. Fece anche cose molto serie e premiate, come interviste a personaggi famosi, degne di nota quelle con Craxi e anche con Johnny Weissmuller. Fu ospite di diversi Talk Show (Bonolis e Chiambretti) e infine concluse l’esperienza in Rai con una trasmissione che (a me piacque molto) non ebbe successo Apocalipse Show che ne decretò la fine artistica.

Una lunga carriera degna di ampio rispetto e riconoscimento. Personaggio forte e a volte difficile da gestire, aveva e avrebbe avuto ancora voglia di fare tante trasmissioni, sempre con la sua tenacia che lo distingueva. Morì a Milano il 12 Luglio 2008. Sono passati quasi dieci anni e la sua assenza si sente.

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