Nelle sale è appena uscito Biancaneve, il nuovo live action della Disney. Fin dalla sua realizzazione, il film è stato accompagnato da innumerevoli critiche: è davvero un flop o c’è di più?
La trama
Il live action ha una trama abbastanza basic, non così lontana dalla versione animata del 1937, se non fosse per la scelta atipica di un ladro alla Robin Hood, al posto del principe azzurro, accompagnato dalla sua allegra brigata. La storia è sempre la stessa: Biancaneve rimane orfana di madre, il padre si risposa con una donna giovane e bella, interpretata da Gal Gadot, per poi scomparire improvvisamente, lasciando nuovamente orfana la protagonista.
Perché tante polemiche?
Sin dalle prime fasi della produzione, il film è stato fortemente criticato, soprattutto per la scelta dell’attrice protagonista, Rachel Zegler, di origine colombiana. La sua pelle, secondo molti, non sarebbe “bianca come la neve”. Il punto è proprio questo: il problema risiede davvero nelle scelte della Disney di perseguire il politically correct a tutti i costi, o in un razzismo latente “occidentale” che alcuni fanno fatica ad abbandonare? C’è da aggiungere, un’altra verità scomoda: probabilmente, la maggior parte di noi non è pronta alle novità.
Fino a poco tempo fa, ci si lamentava di come Biancaneve fosse una principessa piatta, in attesa del principe azzurro, l’antifemminismo per eccellenza. Celebre, in questo senso, il monologo di Paola Cortellesi, che la paragonava a una colf. La tempesta di polemiche ha continuato a diffondersi anche grazie ai giornali: la maggior parte dei titoli contiene accezioni politiche e la descrizione di una principessa woke.
All’interno delle rivisitazioni
Adesso, possiamo analizzare nel dettaglio, alcune delle revisioni e lo storytelling di questo nuovo live action. Rachel Zegler ci restituisce un personaggio molto diverso dalla Biancaneve “originale”: non più una principessa passiva, ma una paladina impavida in difesa del suo popolo, che non aspetta più il principe azzurro. Tra tutto il cast, va riconosciuto che Rachel ha offerto una recitazione migliore, sebbene in alcuni momenti forzata. Diverso è il discorso per Gal Gadot: bellissima e iconica nel ruolo, ma la sua Grimilde appare meno malefica e più simile a una “principessa punk”, specialmente durante la sua performance musicale.
Quando è tutto troppo “finto”: il mondo fiabesco della CGI
Un altro elemento, che ha suscitato perplessità, è l’eccessivo uso della CGI. Il film permea di CGI, tanto da disturbare la visione, rendendo il tutto innegabilmente finto, tranne che per il piccolo spettatore. Interessante la scelta di approfondire i nani: se nella versione animata erano figure di contorno, qui vengono sviluppati in modo piuttosto originale. Particolarmente toccante, è la rappresentazione di Cucciolo: qui, la Disney tratta il tema del mutismo selettivo con grande delicatezza. Questa scelta inaspettata, è un qualcosa da apprezzare, visti i casi frequenti tra i più piccoli.
In sintesi: flop o no?
Ricapitolando, Biancaneve non è da definirsi un totale flop. È un film godibile, senza troppe pretese cinematografiche, perfetto per un pubblico di bambini ma anche per un pubblico più ampio. La storia d’amore c’è, e la dinamica tra i due protagonisti funziona: si aiutano a crescere e cambiano a vicenda, quindi la scelta di un “nuovo Flynn Rider“, al posto del principe azzurro, non è così malvagia. Tuttavia, bisogna essere onesti nel riconoscere che non c’è nulla di veramente nuovo nella pellicola o di così sconvolgente. In passato, abbiamo visto diversi adattamenti di Biancaneve, tra cui quello proposto nella serie BBC Once Upon a Time: qui, il principe azzurro c’è, ma questa volta la bandita è proprio Biancaneve, con un passato particolare e una Regina non proprio cattiva.
Il vero problema di questo film non è la qualità della pellicola: bisognerebbe abbandonare i nostri pregiudizi ed essere pronti ad accettare il cambiamento e le novità.
Ai posteri l’ardua sentenza!
Official trailer: https://youtu.be/xy1OUmIf9dE?si=CEDpqatuas1WgsIF
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