Tuffo nel passato: l’estate 1998 in musica

1998. Vent’anni esatti. L’estate del Mondiale francese, che vide i padroni di casa aggiudicarsi la prestigiosa coppa calcistica grazie soprattutto a uno Zidane in forma smagliante che in autunno vincerà il pallone d’oro. L’Italia, durante quel Mondiale, fu eliminata proprio dai Galletti ai quarti di finale dopo la lotteria dei calci di rigore (Albertini e Di Biagio fallirono dal dischetto, e memorabile in negativo fu anche l’occasione sciupata da Roby Baggio ai tempi supplementari che avrebbe potuto portarci in semifinale). Otto anni dopo ci prenderemo all’Olympiastadion di Berlino la rivincita, ma questa è un’altra storia. Torniamo pertanto al 1998 con una domanda: quali erano i tormentoni di quell’estate? Vi rispondiamo che parecchi brani erano legati proprio alla Coppa del Mondo. Su tutti La Copa de la Vida di Ricky Martin, tormentone di levatura internazionale che scalò le classifiche di tutto il mondo iniziando a farsi sentire da inizio primavera, e che divenne inno dei Mondiali di Calcio grazie alla popolarità raggiunta e il riferimento ad una “coppa”. Il cantante portoricano superò il successo che ebbe nell’estate precedente con Maria. Altri brani celebri di quell’estate legati a Francia ’98 erano Tubthumping dei Chumbawamba (colonna sonora ufficiale del videogioco ufficiale del torneo), Mas que nada nella versione riproposta nel 1998 dai Tamba Trio per un noto spot della Nike ambientato in un aeroporto con diverse stelle della Nazionale brasiliana tra cui il “Fenomeno” Ronaldo, e, per quanto riguarda la musica italiana, Da me a te di Claudio Baglioni e Il bello della vita di Ivana Spagna (quest’ultima selezionata in rappresentanza del nostro Paese per la compilation ufficiale di quei Mondiali).

L’ultimo Festivalbar con Vittorio Salvetti (ideatore della kermesse) alla direzione artistica prima della sua morte nell’inverno dello stesso anno vide il trionfo di Vasco Rossi, tornato a calcare il palco della trasmissione di casa Salvetti dopo undici anni dall’ultima apparizione. Il Blasco trionfò con due brani: Io No (brano vincitore effettivo nonché sigla ufficiale di quel Festivalbar) e L’una per te (il singolo estivo dell’album di appartenenza Canzoni per me, che venne premiato anch’esso nella sezione Album). La vittoria al Festivalbar fu la ciliegina sulla torta di un’estate da incorniciare per Vasco, forte anche del grande successo del suo storico concerto all’Autodromo di Imola del 20 giugno 1998 (ben 120.000 spettatori) che lo fece entrare definitivamente nella leggenda della canzone italiana. Fu anche il primo Festivalbar condotto dall’indimenticabile coppia Fiorello-Marcuzzi, che venne confermata alla conduzione per altre due (fortunate) edizioni, e anche quello del ritorno all’Arena di Verona come sede delle serate finali dopo sei anni di assenza. Durante le finali vennero premiati anche Pino Daniele (che ricevette un premio speciale per i 20 anni di carriera) con Amore senza fine, Renato Zero (premio speciale anche per lui offertogli dalla Fiera di Verona) con Cercami e Nek per il successo radiofonico di Se io non avessi te. Tutti brani in un modo o nell’altro ancora oggi conosciutissimi da appassionati di musica italiana e non.

 

Rimanendo sempre in tema musica italiana, riscossero grande successo in quell’estate anche pezzi come Vento d’estate del duo romano composto da Niccolò Fabi e Max Gazzè (pezzo che vinse invece il Disco per l’estate), Mi fai stare bene di un Biagio Antonacci in stato di grazia (dell’album omonimo facevano parte anche altri classici del suo repertorio come Quanto tempo e ancora e Iris), Le ragazze di Luca Carboni, La fidanzata degli Articolo 31, Io ci sarò degli 883, la versione ’98 di Una rosa blu di Michele Zarrillo e Non puoi lasciarmi così, versione italiana del brano Quit Playing Games dei Backstreet Boys. Senza contare poi The music I like di Alexia, anche lei italiana nonostante il brano in questione fosse in lingua inglese.

 

Per quanto invece riguarda le hits internazionali, oltre ai tre brani menzionati sopra nel paragrafo dedicato al Mondiale di Francia ’98, ebbero grossi riscontri qui in Italia in quell’estate Nobody’s Wife dell’olandese Anouk, Life is a Flower degli Ace of Base (cinque estati dopo quella All that she wants che scalò le classifiche di tutto il mondo), High dei Lighthouse Family, You’re gorgeous dei Babybird (entrambi i pezzi devono le loro fortune in Italia anche ad alcuni spot pubblicitari, rispettivamente Sanson e Ferrarelle), Walkin’ on the sun degli Smash Mouth, Life di Des’Ree e i danesi Los Umbrellos con No tengo dinero. In sintesi: sono passati già vent’anni esatti da un’estate di hits indimenticabili. Ah, i brutti scherzi che il tempo gioca…

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