Musica, in 45.000 al San Paolo per omaggiare Pino Daniele. Una parata di stelle sul palco di “Pino è”

Ieri sera 45.000 persone hanno affollato lo Stadio San Paolo di Napoli per “Pino è”, serata tributo al compianto cantautore e chitarrista blues Pino Daniele, annunciata da un anno e attesissima dagli appassionati di musica italiana, napoletani e non. Tanti grandi ospiti, tra cantanti, attori e comici, si sono alternati sul palco per omaggiare Pino Daniele con cover riarrangiate di suoi pezzi, brani di repertorio in qualche modo collegati al cantautore napoletano, e monologhi con la stessa carriera di Daniele come tema centrale.

 

La serata inizia con le immagini del maxischermo del palco che mostrano Pino Daniele cantare “Yes I Know My Way”, da “Vai mo’” del 1981, con intervento di Jovanotti che duetta virtualmente con il cantautore napoletano. Sale sul palco il comico partenopeo Alessandro Siani, già esibitosi precedentemente ma frenato da un problema tecnico al microfono, che prima parla di Daniele come artista che ha rappresentato la napoletanità e lo stato d’animo e subito dopo lascia nuovamente il palco al già citato Jovanotti che interpreta “Putesse essere allero” (1979). Il secondo artista ad esibirsi è Biagio Antonacci, con “Che Dio ti benedica” (1993) e “Che male c’è” (1997) in duetto con Alessandra Amoroso. Dopo la proiezione di un’intervista di Daniele da parte di Enzo Biagi durante “Linea Diretta”, tocca a Giuliano Sangiorgi che reinterpreta in duetto con la conterranea Emma Marrone “Quanno chiove” (pezzo del 1980). La conduttrice e attrice Vanessa Incontrada introduce poi Giorgia, con la quale Pino duettò in “Vento di passione” del 2007, ma che ha invece scelto come brano per la serata “Questo immenso”, pubblicato da Daniele dieci anni prima. Francesco De Gregori è invece introdotto da Pierfrancesco Favino e propone il suo classico “Generale” in duetto con Enzo Avitabile, in quanto si tratta di una canzone molto apprezzata da Pino, artista che era anche un “fan degli altri artisti e delle loro canzoni”. E’ il momento di un altro partenopeo DOC, Vincenzo Salemme, in un monologo su una lettera che avrebbe voluto scrivere in “lingua napoletana, e non dialetto, perché il napoletano è ricco di culture e contaminazioni” a Pino, con riferimenti a Napoli di ogni tipo, dall’ultima esaltante stagione del Napoli agli altri artisti come Totò, Troisi, Carosone e Vittorio De Sica che hanno reso grande il capoluogo campano. Si torna alla musica con Eros Ramazzotti, che esegue tre brani, ossia “O’ scarrafone”, “A testa in giù” e “A me me piace ‘o Blues” in duetto con Jovanotti: i due con Pino Daniele registrarono il tutto esaurito ovunque in un trionfale tour nel 1994. Arriva poi Claudio Baglioni che esegue al piano “Alleria” (da “Nero a metà” del 1980) e, dal suo repertorio, “Io dal mare”, brano scelto per il fatto che il direttore artistico dell’ultimo Festival di Sanremo è stato concepito a Ischia e per il fatto che lui e Pino erano soliti chiacchierare davanti al mare. Successivamente Giorgio Panariello omaggia Massimo Troisi recitando il testo di “O saje comme fa ‘o core” (brano scritto a quattro mani da Daniele e Troisi e facente parte dell’album “Sotto ‘o sole” del 1991), prima del duetto tra Elisa e Fiorella Mannoia in “Quando”, il brano di maggior successo dell’album in questione. Antonello Venditti ripropone uno dei suoi maggiori successi, ossia “Notte prima degli esami”, perché Pino Daniele scaricò all’artista romano il “pianoforte sulla spalla” di cui la canzone parla. Un filmato di Corrado introduce “Je so’ pazzo”, reinterpretata da Elisa stavolta in duetto con Gianna Nannini. La Nannini esegue anche “Anna verrà”, dedicata da Pino ad Anna Magnani e introdotta da un monologo di Enrico Brignano sulle similitudini tra Napoli e Roma accolto però dai fischi del pubblico del San Paolo. Seguono poi il ritorno sul palco della Mannoia (“Sulo pe parlà”) e Clementino (“Na tazzulella ‘e cafè”). Il rapper nato ad Avellino ricorda che l’ultimo brano mai inciso da Pino Daniele prima del decesso fa parte di una collaborazione tra i due, dal titolo “Da che parte stai”.

 

La seconda parte della serata viene aperta dai ragazzi de Il Volo che eseguono tre brani, ossia “O’ sole mio”, “I say i’ sto ‘cca” e “Je sto vicino a te”. Seguono Francesco De Gregori con un brano di repertorio classico napoletano, ossia “Anema e core”, Giuliano Sangiorgi con “Mal di te” e un duetto tra Federico Zampaglione dei Tiromancino e Ornella Vanoni con “Anima”. Arriva un altro conterraneo di Pino Daniele, ossia Massimo Ranieri con “Cammina cammina” e “Sicily” cantata in duetto con Giuliano Sangiorgi, il quale rimane sul palco per interpretare con l’amica Fiorella Mannoia “Terra mia”. Seguono le esibizioni di Emma (prima con “Io per lei” da sola e poi con “Musica Musica” insieme a Francesco Renga), Alessandra Amoroso (con “Dubbi non ho”), Irene Grandi (con “Se mi vuoi”, brano con cui lei e Daniele hanno duettato nel 1995), Mario Biondi (“Notte che se ne va” con Il Volo), la coppia Zampaglione-Sangiorgi (“Nun me scuccià”) e un collettivo di diversi musicisti che hanno fatto le fortune di Pino, ossia Enzo Avitabile, James Senese, Tony Esposito, Tullio De Piscopo e Joe Amoroso in “Tutta n’ata storia”. L’attore Enzo Decaro apre la parte finale della serata con un monologo in cui parla di un “Avanti Pino e dopo Pino nel mondo della musica, perché dopo di lui nulla è più lo stesso” e introduce l’esibizione del duo composto da Paola Turci e Teresa De Sio in “Lazzari Felici”, parlando della storia di questo brano del 1984. Chiudono la serata J-Ax (in “Anni amari”, brano del 2009 tratto dall’album dell’ex Articolo 31 “Deca Dance” in cui lui e Daniele hanno collaborato), la Nuova Compagnia di Canto Popolare con Raiz ed Enzo Gragnaniello (con “Donna Cuncetta”) e il ritorno di Biagio Antonacci con “One day” (tratto dall’album del cantautore milanese “Sapessi dire no” del 2012, scritto a quattro mani e interpretato proprio con Pino ma che ha raggiunto il successo solo quattro anni dopo in una nuova versione). Gran finale affidato a un video che raffigura Pino cantare “Napule è”, probabilmente il suo brano più rappresentativo, il cui testo è ancora oggi considerato una vera e propria poesia in musica.

 

Grande successo anche a livello di ascolti TV per questa speciale serata musicale, che ha totalizzato quasi 3 milioni di italiani davanti al televisore con il 18% di share (è stato il programma che ha portato a casa la maggior percentuale di share della serata). Tuttavia non sono mancate diverse critiche, con diversi artisti nel mirino, accusati di aver “rovinato i capolavori di un artista unico e di una leggenda della musica italiana come Pino Daniele” e di “averlo fatto rivoltare nella tomba” a causa di alcune prestazioni al di sotto degli standard abituali. Ma la difficoltà nel reinterpretare i classici di uno come Pino Daniele risiede proprio nell’unicità dello stile di tale artista…

 

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