Intervista a Veronica Surrentino: il nuovo singolo “A passo lento” è un gioco d’intesa

Dopo il successo di “Tranne te”, è uscito a fine luglio il nuovo singolo della cantautrice e pianista romana Veronica Surrentino dal titolo “A passo lento”. Abbiamo intervistato Veronica per La Ragnatela News riguardo questo nuovo brano.

A passo lento” è il tuo nuovo singolo: di cosa parla?

Questo brano possiamo definirlo “un gioco d’intesa”. La storia dell’evoluzione di un rapporto. Un rapporto che da un lato può sfociare in qualcosa di più stabile come rimanere una passione per così dire cristallizzata. E’ pertanto un rapporto di emozioni e di sensazioni in generale.

Tra l’altro hai dichiarato che questo brano è nato dopo “Tranne te” (il tuo singolo precedente), in un momento in cui avevi ancora in circolo voglia di ritmo e la necessità di esplorarlo. Quindi può considerarsi un po’ un seguito ideale di questo brano?

Sì, diciamo che entra in quel filone anche a livello di ritmica che in questo periodo è abbastanza in voga, e può considerarsi un suo seguito anche a livello emotivo, dopo un periodo di stasi, ristoro mentale come potrebbe essere stato quello della pandemia per me, e adesso è arrivato il momento di esorcizzare un po’ tutte quelle paure e di esprimerle in musica, e quindi magari con qualcosa di più vicino a un senso di libertà, di spensieratezza, attraverso un ritmo che accompagni questo tipo di sensazioni.

E infatti consideri questo brano come “un sogno che può confondersi con la realtà”.

Esatto, anche nel video abbiamo cercato di mantenere questo tipo di idea e di pensiero, quindi è qualcosa che può effettivamente sembrare soltanto un sogno nella sua perfezione o magari poi realizzarsi in qualcosa di più concreto. Quindi si tratta di una “decisione in itinere”.

Musicalmente questo brano è considerabile come un brano ritmico e radiofonico ma nel quale allo stesso tempo non si rinuncia alla musica suonata. Un brano trascinante ma allo stesso tempo distante dalle sonorità tipiche di generi come il reggaeton. Il motivo di questa scelta stilistica?

Partiamo col fatto che io vengo dal live, sicuramente collaborando con i musicisti che sono con me da una vita, Aldo Martino e Gianfranco Bonavolontà che sono gli arrangiatori e il batterista Alessandro Bastianelli, sicuramente abbiamo cercato di riproporre quello che è il nostro universo musicale cercando di mantenere una modernità che va comunque rispettata dato il periodo e dato il brano che ci si presta, però allo stesso tempo di suonare la musica almeno così come la vediamo noi nel nostro intento artistico, per carità, condivisibile o meno, però ci piace realizzare la musica in maniera un pochino più artigianale.

Per quanto riguarda il videoclip ufficiale, esso è stato girato in mare aperto, con vele spiegate al vento. E’ un’immagine che simboleggia, per l’appunto, la libertà di cui avevi già parlato in “Tranne te” e di cui adesso stai riproponendo il tema in questo pezzo?

Sì, esatto. E’ un concetto che mi sta molto a cuore perché secondo me la possibilità di scelta, l’espressione di sé stessi al di là di tutto e senza condizionamenti è qualcosa di imprescindibile. Quindi abbiamo cercato di realizzarlo anche a livello visivo, quindi di dare un imprinting di immagini che fosse poi correlato in maniera coerente con il brano e speriamo di aver colto nel segno!

Tu ami definirti “operaia della musica: perché questo appellativo?

Proprio per collegarci al senso del live di cui parlavamo prima, in realtà vivendo la musica proprio dalle basi, quindi dagli eventi con due persone fino magari al grande palco, dal montare gli strumenti all’esibizione in cui ci sono i tecnici santi e benedetti che ci aiutano a fare questo lavoro. La viviamo a 360 gradi, quindi sappiamo esattamente la fatica di tutto quello che è il comparto e di tutti quelli che collaborano alla realizzazione del progetto, e secondo me questo rispetto per la musica è qualcosa che ci portiamo dentro ed è un po’ difficile da abbandonare, quindi la viviamo proprio dall’inizio alla fine.

Ed è giusto così, anche considerando che i lavoratori dello spettacolo hanno sofferto tantissimo in questo ultimo anno e mezzo.

Sono contenta che in un certo senso questo lato negativo della pandemia abbia messo in risalto e portato alla ribalta le problematiche che prima erano un pochino più nascoste, perché si vede solo la punta dell’iceberg e sotto c’è veramente un mondo. Se noi artisti siamo quello che siamo è perché c’è qualcuno che ci permette di farlo, e quindi è tutta una scala di lavori, dal primo all’ultimo, i quali meritano la dovuta attenzione e il dovuto rispetto.

C’è all’orizzonte un nuovo EP di cui faranno parte gli ultimi singoli “Tranne te” e “A passo lento”?

Stiamo valutando, tra le altre cose, l’idea di confezionare un progetto del genere. Come prossimo singolo stiamo progettando un importante duetto di cui non posso parlare però a brevissimo vedrà luce quindi sarà una gioia farlo e capiremo come direzionare le nuove forze. Quindi, se con un album direttamente o con un EP, sul racchiudere i nuovi brani siamo ancora in fase decisionale.

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