Fiori commestibili: tutto quello che c’è da sapere

Esistono fiori che si possono mangiare, chiamati eduli, ma solo in pochi lo sanno. Questi, sono tanti, ma di certo è bene prestare attenzione alla loro provenienza. Se vengono coltivati possiamo essere certi della loro genuinità e dell’assenza di pesticidi. Grazie il boom di programmi culinari, sta aumentando lentamente l’interesse per i fiori da mangiare. Prima di avventurarsi però, è bene lavarli e consumarne poche quantità, per scongiurare il rischio di reazioni allergiche. Inoltre, ad essere mangiati sono solo i petali.

L’uso dei fiori in cucina è antichissimo: quando non esistevano i metodi di refrigerazione attuali, la loro aroma era fondamentale per mitigare e smorzare l’acidità di alcuni cibi fermentati. Non basta, però, conoscere quali sono i fiori commestibili. È molto importante utilizzarli correttamente, quindi ecco cosa non fare, per non avere sorprese:

  • Non usare i fiori venduti dal fiorista: coltivati a scopo decorativo, possono essere stati trattati con sostanze dannose per la salute
  • Non usare fiori raccolti in luoghi vicini a fonti di inquinamento, o lungo strade molto trafficate
  • Non usare fiori di incerta provenienza
  • Una volta sicuri della loro provenienza, non raccoglierli troppo in anticipo, perché perdono rapidamente freschezza e colore
  • Non appoggiare i fiori sulle pietanze calde, appassiscono in un attimo. Appoggiarli di lato, o usarli solo per piatti freddi o tiepidi

Come comportarsi, allora, per usare i fiori in piena sicurezza? L’ideale è scegliere fiori che crescono intorno o all’interno degli orti – inclusi i fiori spontanei come le violette, le primule, il tarassaco, la borragine – e quelli che possiamo coltivare da noi: bastano due o tre qualità diverse, in vaso, per avere una buona scelta. Dei fiori si utilizzano le corolle o i petali, che si puliscono immergendoli per pochi minuti in acqua fredda, quindi si scolano e si lasciano asciugare all’aria ben aperti e distanziati. Così, sono pronti per impreziosire un’insalata o la superficie di una torta, dolce o salata. Ma anche una semplice brocca trasparente piena di acqua fresca, o dei cubetti di ghiaccio, diventano particolari con l’aggiunta di petali colorati o di foglie aromatiche (leggi anche La bevanda dell’estate è a base di botaniche, low alcol e si chiama Atopia ).

I primi ad usare con abbondanza i fiori, in diversi piatti, sono stati i romani. Oggi, esistono alcuni piatti nei quali i fiori possono fare la differenza e apportare alcuni benefici. Vediamo qualche esempio:
  • Nella pasta e patate le fibre solubili, contenute nei petali, rallentano l’assorbimento degli amidi e regolano in modo corretto la glicemia.
  • Nelle frittate i fiori aumentano l’assimilazione della vitamina E, grazie alla ricchezza di lipidi.
  • Nei frullati e nei succhi, i fiori aumentano il contenuto dei minerali, svolgendo un’azione da moltiplicatori di queste fonti di benessere.
  • Negli infusi, quella con i boccioli di rosa combatte la pesantezza, mentre quella con i petali di malva aiuta a dormire.

Insomma, prima di cospargere di petali la vostra insalata o con un arcobaleno di colori una frittata, verificate che i fiori che state utilizzando siano nel seguente elenco:

  • achillea
  • aglio selvatico
  • arancio
  • basilico
  • borragine
  • calendula
  • camomilla
  • caprifoglio
  • carota
  • centaurea
  • crisantemo
  • dente di leone
  • dalia, erba cipollina
  • fiordaliso
  • garofano
  • gelsomino
  • geranio
  • girasole
  • glicine
  • iris
  • lavanda
  • lillà
  • magnolia
  • malva
  • margherita
  • menta
  • mirto
  • nasturzio
  • papavero
  • passiflora
  • pesco
  • primula
  • robinia
  • rosa
  • rosmarino
  • rucola
  • salvia
  • sambuco
  • senape
  • tiglio
  • trifoglio
  • tulipano
  • viola del pensiero
  • zucca
  • zucchina

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