Una dieta vegetale ridurrebbe del 75% il nostro impatto sull’ambiente

É riferibile alla rivista americana Science  lo studio più completo sulla produzione alimentare e sul suo impatto a livello ambientale. Il dott. Poore, autore principale dello studio, ricercatore della Oxford University, ha dichiarato in un’intervista al quotidiano inglese Guardian: “Una dieta vegana è probabilmente la singola azione più efficace per ridurre il proprio impatto sul pianeta, non solo per l’emissione di gas serra, ma anche per contrastare l’acidificazione, l’eutrofizzazione, l’utilizzo di terreni e di acqua. Si ottiene molto di più cambiando dieta che non diminuendo il numero di viaggi in aereo o comprando un’auto elettrica”.

Nella ricerca in questione, gli studiosi confermano l’enorme impatto che la produzione di cibi animali ha sull’ambiente, per tre motivi principali. La prima causa è collegata all’indice di conversione: la conversione da mangime vegetale consumato dagli animali e “cibo animale” (vale a dire i corpi degli animali uccisi) è sempre inefficiente, nel senso che per ottenere un kg di carne servono vari kg di mangime, sia coltivato apposta ma anche nel senso di ampi terreni dedicati al pascolo. Un altro motivo è dato dalla deforestazione, effettuata per ottenere suolo destinato alla coltivazione del mangime per gli allevamenti, oppure per adibire l’area al pascolo. La terza motivazione è la deiezione degli animali da allevamento, che causa notevoli emissioni di agenti inquinanti, acidificazione e eutrofizzazione. Queste cause non possono essere eliminate, poiché strettamente connesse all’allevamento degli animali, quindi non si può in nessun modo parlare di allevamenti “sostenibili”.

Il risultato dell’indagine dimostra quanto sia preoccupante l’impatto a livello ambientale del consumo di prodotti animali, di qualsiasi tipo. Per la produzione di questi beni infatti viene adoperato l’83% dei terreni coltivabili e viene emesso il 57% di agenti inquinanti. Per rendere possibile l’allevamento degli animali occorrono grandi quantità di terreno, basti pensare che per la produzione di 1.000 calorie di manzo o agnello bisogna utilizzare un quantitativo di suolo 100 volte superiore rispetto a quello che servirebbe per produrre alimenti di origine vegetale, che contengono le stesse calorie.

L’adozione di una dieta vegetale rappresenta una scelta ecosostenibile: in questo momento i tre quarti della terra sono adibiti al pascolo, e il restante è utilizzato per le piantagioni, questo significa che ben l’80% del suolo agricolo è adoperato per ottenere prodotti di origine animale. Abbandonando la dieta onnivora si potrebbero ridurre della metà le emissioni di gas serra, e i terreni da utilizzare sarebbero 1/4 rispetto a quelli di oggi. Prendendo in considerazione Stati Uniti e Europa, dove il consumo di carne è altissimo rispetto alle altre parti del mondo, l’adozione di una dieta vegetale avrebbe un beneficio anche maggiore: le emissioni si ridurrebbero addirittura del 61%-73%.

 

 

 

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