Un nuovo compagno dopo il Divorzio? Niente più assegno di mantenimento

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Separazione e divorzi, tematiche dolorose da affrontare, affettivamente e anche monetariamente. La società e le necessità della vita hanno fatto si che il Legislatore abbia pensato a tutelare chi nella coppia risulta essere economicamente più debole. Chi gestisce la prole (quasi sempre la mamma) deve avere le giuste tutele e la corresponsione del dovuto per lei e per i figli (quando non lavori, non sia in condizione di farlo o abbia un Reddito complessivo inferiore all’ex marito). La Giurisprudenza e i costumi però sono mutati nel tempo. La Corte di Cassazione ha posto fine ad un dibattito che andava avanti da troppo tempo. Il punto era, se dopo il divorzio la donna ha un nuovo compagno convivente stabile (more uxorio), ciò di fatto porta alla sospensione dell’obbligo dell’assegno divorzile (anche qualora ci fossero i presupposti patrimoniali). [cfr. Cass. n. 3923/2012; Cass. n. 17195/2011; cfr. Cass. n. 6855/2015; 23411/2015 Cass. 19345/2016].

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Ciò ha valore sempre. Per la Suprema corte, la formazione di una famiglia di fatto – tutelata dall’articolo 2 della Costituzione, come formazione stabile e duratura in cui si svolge la personalità dell’individuo – è espressione di una scelta esistenziale, libera e consapevole. E certamente deve rientrare nella consapevolezza il rischio che l’amore finisca. Tra gli eventuali rimpianti può rientrare anche la perdita del diritto all’assegno di mantenimento: l’ex coniuge è, infatti, libero per sempre da “ogni residua solidarietà post-matrimoniale”, anche se la “nuova storia” dovesse terminare, non si può e deve recuperare diritti precedenti ormai decaduti (ovviamente).

Altra questione dibattuta da anni era il mantenimento da dover corrispondere alla moglie che non lavorasse. In questo caso, aggiungo finalmente, è stato posto fine a tale (in molti casi) approfittarsi quando, venga accertata la non volontà della stessa a cercare lavoro. Niente assegno alla ex moglie che può andare a lavorare,(Cassazione, sentenza n. 11870/2015).

Family pressures

Normalmente si tende a parlare di assegni da corrispondere alla moglie, da parte del marito. Ma se la situazione patrimoniale ed economica vede il marito quale parte svantaggiata, può essere quest’ultimo ad aver diritto all’assegno divorzile.  In ogni caso la Corte di Cassazione, con l’ultima sentenza ha posto la parola fine a tutte le differenze tra uomo e donna. Uno degli ex coniugi è tenuto a versare all’altro un importo periodico diretto al sostentamento dell’ex coniuge stesso o dei figli (assegno di divorzio). Qualora mutassero le condizioni economiche di uno degli ex coniugi, si può proporre un ricorso al Tribunale per la modifica delle condizioni di divorzio diretto a far cambiare la quantificazione e/o le modalità di versamento dell’assegno. Tutto questo vale e vale tutto quanto prima esposto, se cambia la condizione sociale di chi percepisce l’assegno, di chi non si cerca il lavoro (potendolo svolgere).

Equità sociale insomma.

si tratta di un dato recessivo a fronte della accertata convivenza stabile e duratura del ricorrente con la sua attuale compagna”.

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