Sono sempre meno le nascite in Italia: i dati

I nuovi dati Istat segnalano meno di 7 neonati e più di 12 decessi per 1.000 abitanti nel 2022. Per la prima volta dall’Unità d’Italia i nuovi nati scendono sotto la soglia delle 400mila unità. Un dato che dice tutto: meno di 7 neonati e più di 12 decessi per 1.000 abitanti in Italia nel 2022, secondo l’ultimo report Istat sugli indicatori demografici. Il risultato, come ci racconta l’Istat, è che la popolazione residente in Italia dal 1° gennaio 2023, è di 58 milioni e 851mila unità, 179mila in meno sull’anno precedente, per una riduzione pari al 3%».

Un quadro desolante, da dare ragione al tweet di Elon Musk: “Se il trend continua così, in Italia non ci sarà più nessuno.  Il Bel Paese sta andando verso l’estinzione e nemmeno gli immigrati riescono a compensare il calo demografico”. Il Friuli Venezia Giulia infatti, è la terza regione più vecchia d’Italia e si fanno sempre meno figli. Sono questi i dati che arrivano dall’Istat che ha fotografato una tendenza al ribasso della natalità e un aumento dell’invecchiamento della popolazione. La speranza di vita alla nascita in Italia è di 82,6 anni. In particolare, di 80,5 anni per gli uomini e di 84,8 anni per le donne. Per i primi si evidenzia, rispetto al 2021, un recupero quantificabile in circa 2 mesi e mezzo di vita in più mentre per le donne il valore rimane invariato rispetto all’anno precedente. I livelli di sopravvivenza del 2022 risultano ancora sotto quelli del periodo pre-pandemico, registrando valori di 6 mesi inferiori nei confronti del 2019, sia tra gli uomini che tra le donne.

Ma, l’evoluzione della natalità è fortemente condizionata dalle variazioni nella cadenza delle nascite rispetto all’età delle madri. In questo scenario è interessante osservare come abbia agito la crisi sulle scelte riproduttive di una popolazione che diventa genitore sempre più tardi. Dai dati risulta come nel periodo gennaio-ottobre 2021 la contrazione dei nati riguarda soprattutto le giovanissime (-9,7% per le donne fino a 24 anni) e le età più avanzate da 45 anni in poi (-18,3%). Nell’ultimo bimestre, invece, l’aumento più marcato riguarda le donne con più di 45 anni le cui nascite ritornano quasi ai livelli pre-pandemici. Tale incremento può essere messo in relazione alla possibilità di fare nuovamente ricorso alla procreazione medicalmente assistita. Il ricorso a tali tecniche, infatti, è molto diffuso a partire dai 40 anni, e in particolar modo tra chi ha più di 45 anni.

Il risultato è che l’Italia sta diventando un Paese sempre più vecchio: un italiano su quattro ha almeno 65 anni e l’età media della popolazione è salita da 45,7 a 46,4 anni tra l’inizio del 2020 e l’inizio del 2023. La popolazione ultrasessantacinquenne, che nell’insieme raccoglie 14 milioni 177mila individui a inizio 2023, costituisce il 24,1% della popolazione totale contro il 23,8% dell’anno precedente. Risultano al contrario è la diminuzione tanto degli individui in età attiva quanto i più giovani.

Denatalità: perché le donne fanno sempre meno figli? – Donna Moderna

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