Social media sempre meno usati per informarsi. E’ colpa di fake news e privacy

Quello delle fake news diffuse attraverso il web è un fenomeno che continua a crescere e mutare, grazie all’enorme diffusione di piattaforme social che hanno contribuito a rendere più rapida la diffusione di notizie false. Tante sono le realtà del settore che hanno scelto da tempo di contrastare questo problema attraverso strumenti avanzati per limitarne la diffusione, ma ancora molta è la strada da fare.

Il pericolo più grande per i social media è che sempre più persone preoccupate dal fenomeno possano scegliere piattaforme alternative per accedere a notizie reali e ridurre il rischio di incappare nelle bufale online. A quanto pare è ciò che già starebbe accadendo secondo il Digital News Report 2018, che conferma come sempre meno utenti scelgano i social media per informarsi, preferendo piattaforme alternative per leggere le notizie.

Arrivato alla settima edizione, il Digital News Report 2018 è condotto dal Reuters Institute for the Study of Journalism insieme all’Università di Oxford, ed ha coinvolto complessivamente 74.000 persone in 37 paesi, tra cui anche l’Italia. L’obiettivo dell’indagine è quello di analizzare le fonti da cui gli utenti dei diversi paesi accedono alle notizie. E se fino a poco tempo fa la crescita maggiore spingeva proprio sui social media, la situazione sembra essere cambiata.

L’indagine, infatti, conferma una diminuzione del numero di persone che si affida ai social network per accedere alle notizie, tanto che solo il 23% ammette di fidarsi delle news pubblicate su queste piattaforme. Questo cambio di rotta viene attribuito al dilagante fenomeno delle fake news, ma anche alla questione della privacy e al “linguaggio tossico”. Dal rapporto Reuters emerge che sempre meno persone sceglie Facebook per accedere alle notizie. Prendendo ad esempio gli USA, viene confermato che complessivamente la percentuale è diminuita del 9%, ma tra i giovani raggiunge addirittura picchi del 20%.

A contribuire anche il nuovo algoritmo introdotto da Facebook, che predilige i post pubblicati da amici e familiari, rispetto alle news. Ma anche la scelta di affidarsi a piattaforme alternative come WhatsApp, Instagram e Snapchat, soprattutto tra i giovani. Altro dato allarmante riguarda la preoccupazione che sempre più utenti hanno di leggere notizie false. Il 54% degli intervistati ammette di essere preoccupato delle fake news, ma il dato raggiunge vette ancora più alte in paesi come il Brasile (85%), Spagna (69%) e USA (64%), complice l’enorme utilizzo dei social network e la situazione politica. Dal rapporto, inoltre, emerge che il 75% degli intervistati ritiene responsabile gli editori e il 71% le piattaforme per la diffusione di fake news.

Non mancano, infine, riferimenti alla questione economica. Negli ultimi anni è cresciuto, ad esempio, il numero delle persone disposte a pagare per accedere alle notizie online, e in crescita è anche il modello delle donazioni, scelto anche dai grandi quotidiani online. Il rapporto Reuters pone quindi l’attenzione su quella che viene definita come la sfida del futuro per gli editori. Fare in modo che gli utenti possano accedere ad un giornalismo di qualità, pertinente e in grado di distinguersi.

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