Una nuova apertura è sempre più di un locale, è un crocevia di esperienze, è l’incontro di sinergie e questo Roma lo conosce bene, perché la Dolce Vita non è solo una cartolina di altri tempi, ma la frizzante atmosfera che si respira ancora oggi per le vie che accompagnano lo sguardo sui palazzi eleganti.
L’art’otel nasce in piazza Sallustio, lontano dal brusio del pieno centro, ma a pochi passi dalla stazione e dalle vie più frequentate per shopping e passeggio.
È l’artista romano Pietro Ruffo a creare la magia di fondere un’esperienza di ospitalità di lusso e l’ energia dell’arte contemporanea. Reduce dalle prestigiose sale della Biennale di Venezia 2024 ( Padiglione Venezia) e noto per aver trasformato gli iconici silos di Piazza Venezia in monumentali tele urbane, ora Ruffo ci fa varcare la soglia dell’art’otel invadendo con la sua inconfondibile poetica sia gli spazi interni che la terrazza esterna raccontando il cielo sopra Roma attraverso le suggestive pareti di azulejos.
Altre sue opere accompagnano gli ospiti attraverso le sale di Yezi, ristorante che strizza l’occhio alla tradizione asiatica e che vede un grande bancone perfetto sia per degustare cocktail che farsi conquistare dal menu.
Dietro la postazione bar, tutto passa attraverso uno sguardo, una stretta di mano, una scelta fatta sfogliando una carta che racconta una storia.
Gianluca Mantovani Head of Mixology di Yezi mi ha svelato il suo personale punto di vista: “ Dalla mia postazione osservo ogni cliente come un viaggiatore che approda in una nuova città, il mio compito è accoglierlo come Roma sa fare: con carattere, calore e un pizzico di teatralità. Ogni cocktail è pensato come un viaggio in una delle arterie storiche di Roma, e “Tutte le strade portano a Roma” non è solo un detto, ma la filosofia con cui abbiamo costruito questa carta: ogni sorso riporta qui, al centro pulsante della città eterna”.
Ma cerchiamo di capire meglio cosa si osserva, si percepisce stando dall’altra parte del bancone, un privilegiato e spesso invidiato pov.
Ogni cocktail della vostra carta è una strada, quale è la “via” che più ti rappresenta e perché?
Quella che mi rappresenta di più sicuramente è il Via Cassia, per due motivi principali, il primo perché parte da Roma nord, zona dove mi sono trasferito da 7 anni e a cui sono molto affezionato, il secondo perché è un twist sul più famoso cocktail italiano “il Negroni” con aggiunta di spezie e un gusto molto più morbido.
Com’è nata l’idea di legare la mixology all’urbanistica ? È venuta prima la mappa o il bicchiere?
L’idea dell’urbanistica è nata dalla voglia di rappresentare Roma nella sua forma più cosmopolita, un mix di sapori, culture e tradizioni che si estende fino all’Asia da cui nasce il concept di Yezi. Quindi è venuta sicuramente prima la mappa….il bicchiere è arrivato come facile ispirazione.
Dietro il bancone, qual è il momento in cui capisci che “quella” è la strada giusta per il cliente che hai davanti?
Ci sono molti indizi che indicano la strada giusta per il cliente: l’orario, la compagnia, l’attitudine….diciamo che già dal momento in cui entra abbiamo le prime indicazioni per la strada giusta da percorrere.
Roma è una città di contrasti. Come li hai tradotti nei drink?
I contrasti della capitale sono stati facili da tradurre: in primis perché i cocktails accomunano e mettono d’accordo persone e situazioni completamente diverse tra loro; poi le mie drink list cercano sempre di soddisfare gusti e sapori di ogni tipo, dal dolce, al sour, al bitter….
C’è un cocktail dedicato a via Aurelia, storicamente simbolo di viaggio e ritorno. Quale l’ingrediente più rappresentativo per evocare quella sensazione?
Più che un ingrediente direi tutti gli ingredienti evocano un viaggio nel mondo, dalla vodka del nord Europa, al pepe di Sichuan fino al nostro Franciacorta….con partenza da via Aurelia naturalmente.
Qual è stata la reazione più inaspettata di un cliente leggendo il menu? Magari un ricordo, un aneddotto in particolare legato a un’esperienza?
Un cliente che ha scelto il silk road dicendomi che attraversava il paese da cui proveniva e che era amante del chai Tea latte, da cui prende ispirazione appunto il drink.
La tua postazione è come una piccola regia: da lì crei atmosfera, osservi, suggerisci. Cosa noti per primo in chi si accomoda al bancone?
Noto subito in che mood si trova: se è stanco, se vuole divertirsi, se vuole essere lasciato tranquillo, se vuole scambiare due chiacchiere….è molto importante capire le esigenze del cliente
Se potessi associare una strada a un’emozione – gioia, malinconia, desiderio – quali sarebbero i tuoi abbinamenti?
Via Cassia mi fa pensare subito alla Convivialità, al piacere di ritrovarsi, risate e giusta compagnia.
Via Aurelia lo associo all’ Allegria, un sorso che evoca la vivacità delle serate romane, un cocktail perfetto per celebrare i colori del tramonto.
Silk Road mi fa pensare alla Nostalgia, un viaggio sensoriale che ripercorre antiche rotte commerciali, un mix avvolgente che risveglia ricordi lontani e sapori esotici.
Via Augusta ispira Spensieratezza, mi viene in mente una passeggiata estiva, la libertà e la piacevolezza dei momenti di puro relax.
Spice Route andiamo sul Desiderio, aromi intriganti e speziati per un cocktail che ti seduce al primo sorso.
Amber Road mi ispira la Gioia, un cocktail per celebrare l’ unicità di momenti speciali.
Watling St. – Eccentrico: un mix audace, un cocktail che rompe gli schemi per chi ama distinguersi.
Ora non vi resta che scegliere e seguire la vostra rotta da percorrere.
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