Buon compleanno Ritchie Blackmore! Il chitarrista ex Deep Purple e Rainbow compie oggi 80 anni. Le sue canzoni, il suo stile inconfondibile e la sua presenza scenica sono state un punto di riferimento per tutte le generazioni a venire. Autore del celebre riff di “Smoke on the Water”, la sua carriera è piena di storie e gemme che vale la pena ripercorrere.
Deep Purple e l’immediato successo
A 23 anni Ritchie Blackmore fonda i Deep Purple. Nei primi 3 lavori della band abbondano le cover di altri artisti (pratica molto comune per gli inizi delle band di quell’epoca), ma allo stesso tempo cominciano ad intravedersi dei futuri tratti distintivi della band. I duetti tra la chitarra di Blackmore e l’organo Hammond di Lord tutta a colpi di prog rock e proto metal, sarà un esempio di formula che si rivelerà vincente.
Il successo commerciale arriva con “Hush”, ma la band ha bisogno di cambiare, con l’ingresso di Glover e Gillan in sostituzione degli acerbi Evans e Simper.
Con i nuovi arrivati si ha la Mark II (oggi si è alla IX), la formazione di maggior successo dei Purple.
Nel 1969 esce “In Rock”, con la band che non suona più come un complesso tipico degli anni 50’-60’ ma si sposta con decisione verso la strada intrapresa poco prima dai Led Zeppelin, con sonorità hard rock mescolate ad una struttura prog.
Qui Blackmore comincia a sfoggiare tutto il suo talento. L’intro di “Speed King” è avanti di oltre 15 anni, cacofonia pura che viene bandita per molto tempo dalle radio. “Into the fire” e “Hard Loving Man” ripropongono degli assoli lunghi e complessi, dove il gioco a due con Lord funziona sempre alla grande. Spetta a “Black Night” (pubblicata dopo come singolo) il ruolo di hit di successo. A svettare su tutte è però “Child in Time”, un pezzo di 10 minuti con un superbo Gillan alla voce ed un ispiratissimo Blackmore che infuoca la parte centrale del pezzo.
Nel 1971 viene pubblicato “Fireball”, album che procede sulla stessa linea e che propone un altro grande successo come “Strange Kind of Woman”. Nella titletrack si distingue un imperioso Paice alla batteria con uno dei primi esempi di doppia cassa della storia del rock.
Neanche il tempo di rifiatare che l’anno dopo esce “Machine Head”. Il disco viaggia sulla scia dei precedenti, ma stavolta ogni pezzo è al posto giusto. I brani sono tutti ottimi, con Blackmore che si distingue per il velocissimo assolo di “Highway Star” e per un grandissimo assolo in “Pictures of Home”.
“Smoke on the Water” sarà invece la canzone che segnerà la carriera dei Purple e di Ritchie Blackmore stesso, con un riff che da un lato ha fatto brillare la sua stella e dall’altro ha oscurato tutte le altre produzioni di alta qualità dell’artista.
Distruzione, creazione, ritorno e rinnovamento
Tra un successo, live storici (Made in Japan) e live con l’orchestra sinfonica (una delle prime band a proporre questo tipo di spettacolo) i Purple si sfaldano. L’utilizzo di droghe, gli atteggiamenti da celebrità fuori controllo e i sempre più frequenti litigi tra Blackmore e Gillan portano all’allontanamento di quest’ultimo.
Viene alla luce quindi una seconda fase dei Purple con alla voce Coverdale e al basso e seconde voci Hughes. Una formazione completamente rinnovata sia nei componenti che nello stile che produce “Burn” e “Stormbringer”. “Burn” in particolar modo vede una superba prova di Blackmore. Il brutale assolo nella titletrack e l’imperioso ed epico assolo a salire di intensità di “Mistreated” sono indubbiamente due delle maggiori perle della carriera del chitarrista. Alti e bassi invece per “Stormbringer”, un disco che vira su funcky e soul, convincendo Blackmore ad uscire dalla band per formare i Rainbow.
I Rainbow sono una band diversa dai Deep Purple. Se nei Purple Ritchie Blackmore era in qualche modo il capitano di una squadra di superstar, nei Rainbow egli è più una figura totalitaria. La band è sua, e la cosa la si intuisce sin dal primo album intitolato “Ritchie Blackmore’s Rainbow”. L’esordio non è per nulla male, ma il vero capolavoro della band arriva nel 1976 sotto il nome di “Rising”. La formazione vede Powell alla batteria e Dio (James Ronnie, ovviamente) alla voce, per una formazione che comincia ad acquisire importanza e spessore. “Stargazer” e “A Light in the Black” sono i manifesti musicali della band, per un suono che vira sull’epico, sulla fantasia e sulla mitologia, e che permette a Blackmore di esplorare al meglio la sua vena stilistica neoclassica.
La band continuerà fino al 1983, alternando lavori di livello ad altri meno riusciti, ma il richiamo della casa madre è troppo forte. Nel 1984 i Deep Purple si riuniscono dopo 9 anni dall’ultimo lavoro con la classica formazione Mark II. Ritchie Blackmore mette da parte i dissapori passati e accetta di buon grado la reunion. In realtà l’aria che si respira non è troppo diversa da quella pre-scioglimento, con i soldi che hanno convinto però tutti quanti di una possibile coesistenza. Al fortunato “Perfect Strangers” seguono altri dischi meno riusciti, con alti e bassi tipici dei Purple. Dopo “The Battle Rages On” (titolo che fa riferimento proprio ai dissapori interni tra Blackmore e Gillan), il chitarrista esce definitivamente dalla band, abbandonando i Purple nel bel mezzo di un tour in Asia. In sua sostituzione verrà Satriani.
Da quel momento, tolta una breve parentesi targata nuovamente Rainbow, Ritchie Blackmore si darà alla musica medievale, formando i “Blackmore’s Night” con sua moglie alla voce. Qui siamo in un campo del tutto differente, con uno stile ormai completamente distante da quello che lo aveva reso famoso.
Di Ritchie Blackmore rimane quindi il suo stile neoclassico e barocco inconfondibile, la sua bravura nel produrre riff micidiali e la sua maestria nell’improvvisazione live, dove adatta ogni pezzo ed assolo rispetto alla sua onnipotenza chitarristica. Che fosse un artista di talento lo si era già capito quando Clapton gli regalò una Fender Stratocaster da lui usata, ma la dimensione della leggenda gli appartiene grazie ai colleghi che lo citano costantemente tra le influenze e grazie al ruolo di precursore rispetto ad un genere del tutto nuovo come il metal.
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.