Passa Decreto-legge Ucraina in Senato: ancora fiducia al governo Draghi

 

 

Il decreto Ucraina diventa legge dopo essere passato alla Camera ed essere stato approvato al Senato grazie a 214 voti favorevoli, 35 contrari e nessuno astenuto. Per quanto riguarda il lato umanitario il decreto Ucraina procede ad attivare più di 3.000 posti nel Sistema di Accoglienza e Integrazione che coinvolge la rete di enti locali. Dall’inizio del conflitto sono infatti arrivati circa 35 mila ucraini in Italia e benché la gran parte di questi si sia riunita con amici e familiari era necessario da parte dello Stato mettere in atto una serie di disposizioni per accogliere i rifugiati nel miglior modo possibile. Da un punto di vista militare il decreto prevede la partecipazione fino a fine settembre di personale militare italiano alle iniziative della NATO per la forza a elevata prontezza denominata Very High Readiness Joint Task Force (VJTF) e l’invio di altri armi non letali a titolo gratuito in Ucraina. Questo il punto sicuramente più discusso non solo all’interno del parlamento ma anche in tutto il resto del paese. Segni di tensione si sono visti oggi in Senato visto che sette senatori hanno sollevato dei cartelli bianchi con la scritta “No soldi per Armi”. L’iniziativa è stata una idea del gruppo Italexit e Alternativa ai quali si è aggiunto qualche parlamentare del gruppo misto. La presidente di turno del Senato Paola Taverna è intervenuta chiedendo di smetterla di sventolare questi fogli.

 

 Il provvedimento non ha al suo interno l’ordine del giorno di Fratelli d’Italia che impegnava l’esecutivo ad aumentare le spese militari entro il 2024 per arrivare a spendere il 2% del Pil, che sarebbe quello che secondo i trattati internazionali NATO dovremmo riservare alla difesa. Questo il fronte più caldo che a quanto pare ha causato un acceso dibattito tra Giuseppe Conte, leader dei 5 Stelle contrario a questa proposta, e Mario Draghi. Questo confronto addirittura ha portato qualcuno a gridare alla sfiducia al governo, cosa che chiaramente non è accaduta. “Non abbiamo mai messo in discussione la fiducia”, ha infatti detto la capogruppo del Movimento 5 Stelle Mariolina Castellone annunciando il voto a favore. Ma ha sottolineato l’importanza che l’impegno di alzare la spesa militare fino al 2% del Pil non faccia parte del testo del decreto Ucraina. I 5 Stelle si sono infatti schierati contro questa proposta: data la situazione economica post-Covid e l’aumento delle bollette che grave sulle spalle dei cittadini italiani non è il caso di spendere nell’arco di 4 anni 39 miliardi secondo i pentastellati. Dall’altra parte Draghi ha partecipato a varie riunioni internazionali con la UE e la NATO per fronteggiare la crisi ucraina ed è probabile che sia stata fatta pressione ai vari paesi europei che non rispettano gli impegni presi all’interno dell’alleanza atlantica sull’incrementare la spesa pubblica per la difesa.

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