Oggi, 25 marzo è il Dantedì

Oggi 25 marzo è il primo dei #Dantedì, giornata nazionale nel ricordo e nella celebrazione di Dante Alighieri, importantissimo poeta ed intellettuale fiorentino.

Quasi tutte le iniziative organizzate sono state annullate per colpa della quarantena. La fortuna è che non abbiamo bisogno di uscire per ricordare la meraviglia di questo artista che è riuscito ad unire politica, amore e fede non solo in un’unica vita ma persino in un’unica opera.

Alcune delle iniziative cancellate sono state rimpiazzate dal flashmob di oggi: siamo tutti invitati alle 18 sui balconi a leggere in coro il primo canto della divina commedia.

Tenetevi aggiornati, moltissime iniziative sui profili di alcune istituzioni!

Inoltre, in Tv questa sera  Rai Storia ci propone con aCdC un documentario presentato da Alessandro Barbero. Il titolo del documentario è “Dante e l’invenzione dell’inferno” e verrà mandato in onda alle 21:10.

Per restare in tema, oggi è anche uscito il singolo “Paolo e Francesca” di Clever Gold e Murubutu, in collaborazione con Giuliano Palma. Il singolo è il primo del nuovo album che uscirà tra una settimana, infernum.

Nel frattempo, vola sui social l’ashtag #ioleggoDante. Infatti, l’invito più importante è quello di entrare al centro dell’universo dantesco e leggerne qualche passo, magari un canto che ci ricordiamo particolarmente appassionante. Io vi propongo i versi tra quelli che più preferisco (e tra i più famosi). Nel canto XXVI dell’inferno, Dante ci racconta del monte di camminare su pendii dai quali osserva le anime di coloro che in vita hanno ingannato. Avvolti nelle fiamme come lingue di fuoco le descrive paragonandole alle lucciole osservate dal contadino sul far della sera in estate:

Quante ’l villan ch’al poggio si riposa,
nel tempo che colui che ’l mondo schiara
la faccia sua a noi tien meno ascosa,                           27

come la mosca cede alla zanzara,
vede lucciole giù per la vallea,
forse colà dov’e’ vendemmia e ara:                               30

di tante fiamme tutta risplendea
l’ottava bolgia, sì com’io m’accorsi
tosto che fui là ’ve ’l fondo parea. 

Dante e Virgilio nella bolgia dei consiglieri fraudolenti, illustrazione di Paul Gustave Doré

Con Virgilio che si presta come intermediario, Dante poi riesce ad avvicinarsi ad Ulisse, che è avvolto nella stessa fiamma di Diomede poiché entrambi hanno ingegnato l’inganno del cavallo di Troia. Ulisse ci racconta così la bellissima storia del suo viaggio, e della sua morte dopo aver superato le Colonne d’Ercole. Di seguito i versi pronunciati da Ulisse:

“O frati”, dissi “che per cento milia
perigli siete giunti a l’occidente,
a questa tanto picciola vigilia                                         114

d’i nostri sensi ch’è del rimanente,
non vogliate negar l’esperienza,
di retro al sol, del mondo sanza gente.                        117

Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti,
ma per seguir virtute e canoscenza”.                           120

Li miei compagni fec’io sì aguti,
con questa orazion picciola, al cammino,
che a pena poscia li avrei ritenuti;                                123

e volta nostra poppa nel mattino,
de’ remi facemmo ali al folle volo,
sempre acquistando dal lato mancino.                       126

Tutte le stelle già de l’altro polo
vedea la notte e ’l nostro tanto basso,
che non surgea fuor del marin suolo.                          129

Cinque volte racceso e tante casso
lo lume era di sotto da la luna,
poi che ’ntrati eravam ne l’alto passo,                         132

quando n’apparve una montagna, bruna
per la distanza, e parvemi alta tanto
quanto veduta non avea alcuna.                                   135

Noi ci allegrammo, e tosto tornò in pianto,
ché de la nova terra un turbo nacque,
e percosse del legno il primo canto.                            138

Tre volte il fé girar con tutte l’acque;
a la quarta levar la poppa in suso
e la prora ire in giù, com’altrui piacque,

infin che ’l mar fu sovra noi richiuso». 

La sua morte nel nome della conoscenza e della curiosità di andare oltre ai limiti del mondo conosciuto è forse un’istanza estrema, ma ci insegna in qualche modo quanto sia importante non accontentarsi. Soprattutto quando si tratta di cultura, l’unico modo per accrescerla è praticarla. Anche se a tutti noi sembra di aver già studiato Dante in abbondanza, sono sicura ognuno troverà qualcosa di nuovo da imparare rileggendo la Commedia con occhi nuovi. 

Dante è riuscito, in sogno, a camminare in mezzo ai dannati, a calpestare le rive del purgatorio risalendo fino a vedere Beatrice. Cosa sarà mai restare in casa ancora un po’? Proprio con libri, poesie, racconti, arte possiamo fare viaggi che vanno ben oltre i 200 metri consentiti. Prendere in manu un libro sul letto, sul terrazzo, anche ascoltare un audiolibro mentre si mette in ordine. Approfittiamo di questo giorno per rinfrescare quello che dai tempi delle parafrasi è un po’ impolverato. Facciamo di domai il giorno di Leopardi, dopodomani Verga, poi Montale, Svevo e Pirandello.

Per oggi resta la speranza che alla fine di questo inferno ci succeda come a Dante, “E quindi uscimmo a riveder le stelle”- (Inferno XXXIV,139).

“Il più bello dei mari” di Nazim Hikmet. Cosa vuole insegnarci?

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