Legge contro l’omofobia: cosa sta facendo l’Italia e qual è la situazione in Europa?

Attualmente, il nostro paese è sfornito di una legge contro l’omofobia. Ha circolato molto sul web in questi giorno uno scandaloso video dell’aggressione a due ragazzi omosessuali perpetrata in una stazione di Roma, che sono stati attaccati “rei” di essersi baciati. Il video, per quanto aberrante, è purtroppo rappresentativo di una fetta non indifferente della popolazione ed è ovviamente proprio ciò a spaventare.

È tornata dunque a farsi sentire, giustamente, la richiesta di una legge sull’omofobia, il cui iter parlamentare è peraltro già iniziato. La legge in questione, denominata legge Zan, per via del suo proponente, Alessandro Zan, deputato del PD, è in realtà frutto di un processo che ha origine negli anni ’90. Prima le proposte partita dal mondo gay, poi addirittura dal mondo cattolico si sono nel corso degli anni spente, per l’incapacità di trovare un accordo sul testo.

Viene talmente scontato pensare al fatto che il problema della discriminazione per motivi sessuali debba essere combattuta nel nostro paese, a maggior ragione visto che è assolutamente parificata a tutti gli altri possibili motivi di discriminazione nella giurisprudenza europea sui diritti umani e a livello mondiale, con i commenti generali della Commissione delle Nazioni Unite per i Diritti Umani che esplicitamente riconoscono tale tipo di discriminazione.

Come dicevamo, l’iter legislativo è iniziato: alla Camera la legge è stata approvata, ma rimane lo stallo del Senato, dove la legge per ora è immobile. Sugli scudi dell’opposizione Fratelli d’Italia e Lega, adagiati sulla narrativa del “ci sono altre priorità”, che episodi come quello decritti sopra possono agevolmente eliminare. Non v’è posto, in un paese civile, di violenza, che sia fisica o psicologica, guidata da sentimenti discriminatori e non v’è priorità che tenga, a fronte di tale necessaria tutela.

Che cosa prevederebbe la legge? In termini di pena, la reclusione fino 18 mesi o multa fino a 6.000 euro commette atti di discriminazione fondati “sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere” e carcere da 6 mesi a 4 anni per chi istiga a commettere o commette violenza per gli stessi motivi. Inoltre, si propone l’istituzione di una giornata celebrativa della diversità, con l’invito nei confronti delle scuole di organizzare eventi, o programmi di sensibilizzazione.

In Europa, come accennavamo, la situazione è ben diversa: l’ONU ha addirittura caldeggiato il nostro paese ad uniformarsi all’esempio virtuoso delle nazioni più avanzate, in termini di riconoscimento di diritti civili. Francia, Danimarca e Svezia sono solamente alcuni dei paesi che sono forniti di una legislazione penale contro le manifestazioni di odio e discriminazione per ragioni di sessualità. La legislazione svedese, in particolare, funge da modello per la bozza della legge Zan, che ne contiene i medesimi margini punitivi.

Si attende dunque ora un gesto di grande valore simbolico, ma anche pratico, dal nostro paese, per poter parlare di vero progresso nell’ambito dei diritti civili.

 

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