L’acqua: come viene sfruttata nel mondo

Gli esseri umani  consumano oltre la metà di tutta l’acqua dolce rinnovabile e accessibile. L’incremento della popolazione e la crescita economica sono i principali fattori che causano l’aumento dello sfruttamento di risorse idriche e, con le tendenze attuali, molte regioni del
mondo si troveranno ad affrontare nei prossimi decenni una crescente scarsità d’acqua. L’Unione Europea utilizza ogni anno il 13% di tutte le risorse rinnovabili e accessibili di acqua dolce. A livello globale, la perdita d’acqua causata da sprechi nei sistemi di approvvigionamento è molto alta, ma varia in modo significativo nelle diverse aree del mondo.

Nel continente europeo la maggior parte dell’acqua è utilizzata per il raffreddamento nel settore energetico (45%), per l’agricoltura (22%), per l’approvvigionamento idrico pubblico (21%) e per l’industria (12%). Oltre all’impatto del prelievo d’acqua legato alle attività produttive, anche l’estrazione di materie prime, influenza lo stato delle risorse idriche. Per esempio le attività estrattive di molti minerali come il rame o l’alluminio richiedono elevate quantità d’acqua. L’acqua incorporata nei prodotti (acqua virtuale) risulta di fondamentale importanza per valutare l’impatto dei nostri consumi sull’ambiente. Uno studio per il periodo 1997-200122, comprendente tutti i paesi del mondo, ha dimostrato che il 16% del consumo globale d’acqua è dedicato alla produzione di beni destinati all’esportazione e non utilizzati per il consumo interno. Il 61% di questa quota può essere attribuito al commercio di piante e prodotti vegetali, il 17% ai prodotti di origine animale e il 22% ai prodotti industriali (leggi anche Acqua in bottiglia: un business da 10 miliardi di euro in Italia).

Nella nostra vita quotidiana, utilizziamo l’acqua sia direttamente che indirettamente. L’uso diretto dell’acqua si compie in attività quali cucinare, bere, fare il bagno e le pulizie. La nostra impronta idrica e quella del nostro paese dipendono però da quattro fattori principali. Quanto consumiamo: più un paese è ricco, maggiore sarà il consumo di beni e servizi, e di conseguenza una maggiore impronta idrica. Il nostro modello di consumo: maggiore è il consumo di carne e prodotti industriali, maggiore è il fabbisogno d‘acqua. Le condizioni climatiche del nostro paese: le condizioni climatiche sfavorevoli per l‘agricoltura a causa di evaporazione aumentano l‘impronta idrica delle colture prodotte. L’efficienza d‘uso dell‘acqua nelle pratiche agricole: più efficienti sono i sistemi di irrigazione utilizzati, maggiore è il risparmio d’acqua.

Aumentare l’efficienza d’uso dell’acqua non è solo essenziale per adattarsi al cambiamento climatico, ma è anche un’opportunità per i benefici economici che ne conseguono e per la tutela dell’ambiente. La crescente domanda d’acqua dolce non potrà essere soddisfatta in eterno vista la scarsità delle risorse idriche. Essenziale è iniziare ad utilizzare le risorse idriche in maniera più efficiente a tutti i livelli: nell’industria, nell’agricoltura, nell’uso domestico, così come nei sistemi di approvvigionamento idrico. Alcune stime suggeriscono che nella UE, fino al 40% della quantità d’acqua utilizzata potrebbe essere risparmiato grazie a miglioramenti tecnologici. Cambiamenti nel comportamento umano e dei modelli di produzione potrebbero fare aumentare ulteriormente tali risparmi.

https://www.global2000.at/sites/global/files/Report%20dell%27acqua_IT.pdf

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