Google Libri: la Corte Suprema mette fine alla disputa legale, dando ragione a Google

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E’ ormai da tanti anni che si parla delle opportunità offerte dalle nuove tecnologie per offrire al pubblico l’accesso a prodotti e servizi innovativi, andando incontro a molti strumenti utili in grado di migliorare e semplificare la vita di molte persone, e in questo contesto rientra il colosso del web Google, che ormai da molti anni offre ai propri utenti un’ampia gamma di servizi online.

Può accadere anche a Google, tuttavia, che il colosso di Mountain View si trovi ad affrontare questioni legali complesse che proseguono per molti anni, ed è esattamente ciò che è accaduto negli ultimi anni con il servizio Google Libri, lanciato per la prima volta nel 2004. Il servizio, ideato per andare incontro alle esigenze del pubblico offrendo l’accesso ad una vastissima biblioteca digitalizzata composta da oltre 20 milioni di volumi. Ma è proprio questo che ha generato una vera e propria disputa legale proseguita per oltre 10 anni che, finalmente, si è conclusa nei giorni scorsi grazie alla decisione presa dalla Corte Suprema statunitense.

Il progetto è nato ufficialmente nel 2004, portando il colosso di Mountain View a stringere importanti accordi con alcune delle principali università del mondo e biblioteche, per assicurare la digitalizzazione di una quantità sempre maggiore di volumi da rendere disponibili online per gli utenti. Dopo varie indiscrezioni, tuttavia, l’associazione Authors Guild, la più grande organizzazione che protegge i diritti degli autori negli USA, ha tuttavia deciso di imporsi, accusando Goole di voler generare un profitto dai libri in questione senza versare nulla ad editori e scrittori.

La disputa legale è proseguita per circa 10 anni, durante i quali Google aveva persino deciso di accordarsi per una cifra pari a 125 milioni di dollari. L’accordo, tuttavia, venne in seguito respinto in tribunale, e negli anni successivi
una sentenza ha dato ragione al colosso del web, definendo Google Libri un servizio che offre dei benefici pubblici promuovendo l’arte e la cultura nel mondo rispettando comunque i diritti di editori e autori.

Il ricorso in appello presentato dall’Authors Guild ha portato ad una nuova sentenza ancora una volta positiva per Google, e adesso, finalmente, la decisione definitiva della Corte Suprema, che ha scelto di non rivedere la sentenza, mettendo quindi la parola fine alla questione. Finalmente il servizio ideato da Google potrà riprendere da dove era stato lasciato, e potrà quindi ampliarsi ulteriormente con l’integrazione di molti altri contenuti digitali.

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