Che fine hanno fatto: il Principe Giannini e l’ottavo Re di Roma Totti [ 2 PARTE]

Dopo aver parlato del rapporto contrastato di  amore-odio, incomprensioni e rivendicazioni, fra  il Principe di Roma, Giuseppe Giannini e la Capitale, passiamo a raccontare e chiederci dove si trova e cosa fa oggi l’ottavo Re di Roma, (l’unico e solo re che abbia mai avuto una squadra di calcio), Francesco Totti dopo l’abbandono dell’attività agonistica e ripercorriamo anche la sua grandissima ed unica avventura nella sua squadra.

Nato a Roma, “de Roma” il 27 settembre del 1976 ha giocato 618 partite in serie A con una sola maglia per un totale di partite disputate tra coppe e maglia della nazionale di 786 partite.

Iniziamo dalla fine:

Il 28 maggio 2017 nello stadio Olimpico di Roma, Francesco Totti ha salutato la sua squadra e i suoi tifosi. E’ stata non una festa, ma un vero e proprio Evento pieno di forti emozioni. Un fiume di sensazioni miste allegria e dolore. Tanta  gratitudine espressa dal Capitano per il sostegno dei suoi tifosi, tanto affetto da parte di tutti i presenti per il solo ed unico Capitano. Ammirazione e Amore che lo Stadio Olimpico ha riversato e regalato a Francesco. Si è chiuso il sipario su una carriera unica, costellata di successi e soddisfazioni, qualche rimpianto, ma tanto amore – sempre espresso – per quella maglia.

Francesco Totti  rimarrà nella storia del calcio, come uno dei giocatori italiani più forte e longevi di tutti i tempi, il suo spirito e la generosità non potranno che restare quale esempio da imitare.

Vincitore della Coppa del Mondo 2006 con l’Italia e scudetto del 2001 con la Roma, Totti in tutto ha giocato 786 volte per la Roma e 58 volte per l’Italia, segnando 307 gol per la sua squadra e nove gol per la sua nazione. Uno striscione all’Olimpico ha riassunto i sentimenti dei tifosi – “Totti è la Roma”. Totti ha fatto il giro  d’onore insieme alla moglie,  Hilary Blasi, i tre figli, Christian, Chanel e Isabel. Colonna sonora  del momento tutti vari inni della squadra della Roma e la colonna sonora del Gladiatore. Occasionalmente, Totti, visibilmente emozionato, si portava le mani al viso e scuoteva la testa, sbalordito, come se si stesse facesse spazio nella sua mente che era davvero la conclusione del suo sogno.  Poi, preso il microfono ha salutato tutti: “È arrivato il momento che avrei desiderato non arrivasse mai.

Grazie Roma, grazie mamma e papà, grazie a mio fratello, ai miei parenti, ai miei amici, a mia moglie e ai miei tre figli:
“Sapete qual’era il mio giocattolo preferito? Il pallone, e lo è ancora ma a un certo punto della vita si diventa grandi. Così mi hanno detto e il tempo ha deciso. Maledetto tempo… E’ lo stesso tempo che il 17 giugno 2001  avremmo voluto passasse in fretta. Non vedevamo l’ora di sentire l’arbitro fischiare tre volte. Oggi questo tempo mi ha bussato sulle spalle e mi ha detto ‘domani sarai grande’, levati gli scarpini perché da oggi sei un uomo e non potrai sentire l’odore dell’erba così da vicino, il sole in faccia, l’adrenalina che ti consuma e la soddisfazione di esultare. Mi sono chiesto in questi mesi perché mi stiano svegliando da questo sogno. Avete presente quando siete bambini, state sognando qualcosa di bello e vostra madre vi sveglia per andare a scuola? Mentre voi volete continuare a dormire e provate a riprendere il filo di quella storia e non ci si riesce mai? Stavolta non era un sogno, ma la realtà. Voglio dedicare questa lettera a tutti voi, ai bambini che hanno tifato per me, e a quelli che oggi sono diventati padri e gridano ancora  ‘Totti gol’. Mi piace pensare che la mia carriera sia per voi una favola da raccontare. Mi levo la maglia per l’ultima volta, la piego per bene anche se non sono pronto a dire basta e forse non lo sarò mai. Scusatemi se in questo periodo non ho chiarito i miei pensieri ma spegnere la luce non è facile, adesso ho paura, non è la stessa cosa che si prova davanti alla porta. Concedetemi un po’ di paura, stavolta sono io ad aver bisogno di voi e del vostro calore, quello che mi avete sempre dimostrato. Solo con il vostro affetto riuscirò a buttarmi in una nuova avventura. Voglio ringraziare tutte le persone che hanno lavorato accanto a me in questi anni, i tifosi, la Curva Sud, un riferimento per noi romani e romanisti. Nascere romani e romanisti è un privilegio, fare il capitano di questa squadra è stato un onore, siete e sarete sempre nella mia vita. Smetterò di emozionarvi con i piedi ma il mio cuore sarà sempre con voi. Ora scendo le scale, entro nello spogliatoio che mi ha accolto che ero un bambino e lascio adesso che sono un uomo. Sono orgoglioso e felice di avervi dato 28 anni di amore, vi amo!”.

Scese le scalette, come promesso ha dismesso la maglia del giocatore per indossare quella del Dirigente, sempre della sua squadra. I suoi compiti: esserci comunque e sempre. Essere una bandiera e collaborare con e per la squadra. Per quanto? Fino a che ci sarà bisogno di Francesco Totti. Per lui è un ruolo nuovo. Non è un ragazzino e conosce il mondo del calcio. Sicuramente saprà far bene. Ha uno stipendio quasi equivalente a quanto percepiva da giocatore, ma ora, dovrà cambiare il ruolo. Non più numero 10, ma selezionatore, forse. Tecnico in panchina, può darsi, Presidente, difficile. Fino al 2026 ci sarà, poi si vedrà. Lui già ha in mente cosa fare.

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