Nuova etichetta salva sprechi

Proposta dall’Ue una nuova etichetta alimentare per aiutare a combattere gli sprechi, l’appellativo proposto è “spesso buono oltre”.

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La Commissione europea ha proposto di aggiungere la nuova etichetta “spesso buono oltre” di fianco alla classica dicitura “da consumarsi preferibilmente entro”, così da contribuire a un minore impatto ambientale, aiutando i consumatori nelle loro scelte d’acquisto.

La dicitura “da consumarsi preferibilmente entro” va differenziata da quella “da consumare entro”, in quanto la prima indica un possibile cambiamento della qualità del prodotto che potrebbe comunque essere sicuro da consumare, nel rispetto delle condizioni di conservazione adeguate.

La seconda dicitura, invece, fa riferimento alla sicurezza del prodotto, poiché successivamente alla data di consumazione indicata, l’alimento non rientra più in quei parametri di una sana e sicura consumazione che potrebbe pertanto costituire un pericolo per la salute umana.

Questa terza dicitura proposta dall’Unione Europea va al di là delle questioni di qualità e sicurezza già regolamentate, come abbiamo visto, ma rientra invece, in quadro di lotta allo spreco alimentare che nel panorama europeo si aggira ogni anno attorno alle 57 milioni di tonnellate, pari a 127 kg per abitante con un costo di 130 milioni di euro all’anno.

Con un riferimento all’Italia di 27 kg di cibo all’anno per abitante a livello domestico con un bilancio pari a 6,5 miliardi di euro annui.

La lettura di queste diciture non sembra però essere chiara al 63% degli italiani, come risulta da una ricerca di Altroconsumo, che spiega come da una cattiva comprensione delle etichette sui cibi, ne derivi poi una catena di sprechi.

Difatti, da un’analisi europea si evince come il 10% degli sprechi alimentari è attribuibile ad una scorretta interpretazione delle diciture di consumo.

Da qui nasce l’esigenza di inserire questa terza nuova dicitura che trova la sua origine in iniziative di diverse realtà alimentari come too good to go che già nel 2021 aveva lanciato sul mercato 10 milioni di prodotti dotati di questa nuova etichetta, che fanno riferimento ad alimenti come il pane confezionato, prodotti di salumeria, dolci confezionati, farine, pasta, riso, snack dolci e salati o confetture e conserve.

Rientrano nella lunga durata di alimenti che possono essere consumati successivamente alla data di scadenza, succhi di frutta, salse come ketchup e maionese o spezie ed erbe aromatiche che con la giusta osservazione e verifica prima della consumazione possono essere utilizzati anche 6 mesi dopo la Tmc (termine minimo di conservazione).

Al momento si tratta solo di una bozza che si pensa possa essere adottata con le giuste e opportune precisazioni in tempi brevi, in un quadro che rientra nell’obiettivo di ridurre del 50% lo spreco alimentare europeo entro il 2030.

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