Diritto all’oblio… quando Internet non può dimenticare. No per i casi giudiziari gravi

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Diritto all’oblio. Chi non ne avesse mai sentito parlare prima di sicuro è venuto a scontrarsi con questa terminologia nel caso, ad esempio, di Tiziana Cantone e le sue richieste di cancellare video che la ritraevano in momenti di spinta intimità. Aveva fatto appello al diritto all’oblio, alla cancellazione totale dalla rete di questi video prima di togliersi la vita. Una richiesta che poteva essere accolta questa, mentre in altri casi è stata negativa come avvenuto per un uomo che voleva rimuovere una serie di url in cui si parlava della vicenda di corruzione che lo riguardava, di dieci anni prima, conclusa poi in condanna coperta da indulto. Così il Garante della privacy ha dichiarato infondata la richiesta di deindicizzazione presentata dall’ex consigliere comunale, respingendo la richiesta di diritto all’oblio per vicende giudiziarie di particolare gravità e il cui iter processuale si è concluso da poco tempo.

Questo perché in questi casi prevale l’interesse pubblico a conoscere le notizie. Il parere degli avvocati di Google è stato invece che non sussistevano i presupposti indicati nella sentenza della Corte di Giustizia del 2014. La richiesta era stata portata avanti perché la permanenza in Rete di questi dati, ormai privi di interesse visto il lungo lasso die tempo passato, e non ricoprendo più incarichi pubblici, potevano arrecargli un danno all’immagine, alla vita privata e all’attuale attività lavorativa.

L’Autorità, in linea con i Garanti europei, ha rigettato la richiesta rilevando che sebbene il trascorrere del tempo sia componente essenziale del diritto all’oblio questo elemento incontra un limite quando le informazioni di cui si chiede la deindicizzazione siano riferite a reati gravi e che hanno creato un forte allarme sociale. Richieste quindi da analizzare volta per volta in base alle modalità e ai trascorsi. Nel caso specifico poi, nonostante il lasso di tempo trascorso, va considerato che la vicenda giudiziaria si sia poi risolta solo pochi anni fa e molti articoli richiamano la vicenda in una maxi inchiesta sulla corruzione pubblicata fino al 2015.

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