Consigli di lettura: L’undicesimo giorno della falena

Lettura: l’undicesimo giorno della falena
Oggi vi presentiamo l’ultimo romanzo edito dalla nostra casa editrice e di cui ve ne consigliamo la lettura: L’undicesimo giorno della falena, il quarto romanzo di Eva Forte. Dopo l’esordio con il romanticissimo DUE e i successivi gialli In Equilibrio e Dieci amanti in cucina, con questa nuova uscita si cambia registro. Ci troviamo negli anni’90 in uno dei quartieri più misteriosi di Roma. La storia si articola a partire da un brutto incidente in motorino che porta la protagonista a diversi giorni di coma.
Un romanzo che riscopre la semplicità di un gruppo di ragazzi di quartiere, ragazzi dei licei di zona come l’Avogadro e il Giulio Cesare ma anche i problemi della droga che girava in quegli anni, le prime cotte e anche i misteri che avvolgeranno Cecilia dopo l’undicesimo giorno dall’incidente.

Intrecci, colpi di scena in uno dei romanzi più commoventi di questo 2022. 150 pagine per un nuovo libro da leggere tutto d’un sorso, per riscoprire il modo di essere di un gruppo di liceali degli anni novanta. Di seguito il prologo del romanzo, i vendita su Amazon in versione cartacea ed eBook e su ordinazione in tutte le librerie nazionali.

Ho diciassette anni. Quell’età in cui ti sembra di essere padrona del mondo. Ogni giornata è diversa, viva, piena di speranze per il futuro. Quell’età in cui ancora credi di poter cambia- re le cose, di rendere tutto più bello grazie ai tuoi ideali. Così mi sento, come se il futuro fosse oggi, non domani. Sul mio diario scrivo solo i compiti e le date più importanti. Nel mio zaino ho messo questo piccolo blocco fatto di numeri, dediche dei giorni passati, disegni, colori schizzati a casaccio solo per far passare prima le ore noiose della scuola. Sfoglio fogli vuoti fino a maggio quando Daria compirà 18 anni, una data importante per noi. Quando si ha un’amica del cuore quello che capita a una delle due è come se succedesse anche all’altra e così vivrò in ante- prima quello che capiterà anche a me tra un anno. Oggi voglio pensare solo al freddo che mi scivola sul volto per finire in mezzo ai capelli che sembra stiano volando, leggeri dietro di me. Proprio per questo non ho voluto il casco, non è obbligatorio e ti da quel senso di oppressione. Una giornata così bella non c’era da tempo, persi nel grigiore di questo inverno piovoso che ci ha fatto rinchiudere per troppo dentro casa. Oggi voglio volare via, veloce, nel vento. Oggi è un giorno eterno, tutto si ferma in quel sottopassaggio. Le città sono strane, passi dai colori dei palazzi, dai mille stili di una metropoli come la Capitale immersi nel verde degli alberi che lasciano passare i raggi del sole a loro piaci- mento, fino ad arrivare nella semi oscurità dei tunnel che attraversano le strade per farci arrivare ovunque. Non si sentono più gli uccellini, né il vociare dei passanti. Senti solo un boato lieve ma penetrante che aumenta man mano che entri dentro, come risucchiati nello stomaco di un gigante. Di punto in bianco non sento più niente, tutto è ancora più buio, fermo, eterno. Non rie- sco a muovermi ma sento intorno a me i miei amici, sono spaventati. Il loro cuore che batte all’impazzata mi soffoca, li sento così forte, spezzati solo dall’arrivo dell’ambulanza. Una paura così grande non l’ho mai provata prima, non riesco neanche a piangere, o almeno credo. Avete presente quando mandi veloce un film avanti e poi indietro senza trovare il punto esatto che vorreste vedere? Ora è un po’ così, va tutto veloce: i rumori, le persone che mi circondano senza che io possa capire cosa stiano facendo, il passato, la voglia di chiamare la mia amica, non la sento più vicino a me. Non sento più quel cuore che sembrava le stesse uscendo fuori dal petto. Ho solo sete. Tanta sete. Arriva il silenzio.

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