Consenso informato: svolta a Torino

Presso l’Ospedale Infantile Regina Margherita di Torino è stato intrapreso un progetto rivoluzionario riguardante il consenso informato dei minori in materia di trapianti. L’idea nacque circa tre anni fa e, al termine di un lungo lavoro di squadra affrontato dal gruppo multidisciplinare “Autodeterminazione e minori di età”, il cui staff è composto da membri appartenenti all’Istituto Ospedaliero Regina Margherita, alla Magistratura minorile e all’Università di Torino, si è finalmente giunti al momento di tirare le somme ed attuare questa innovazione.

Il piano consiste nel dare la possibilità anche ai minori di diciotto di decidere autonomamente se prestare il proprio consenso o meno alla pratica del trapianto dei polmoni, seppur in contrasto con la scelta dei genitori. Il progetto è partito considerando soltanto il caso di ragazzi che soffrono di fibrosi cistica, ma nulla esclude che l’applicazione del programma possa successivamente estendersi fino a ricomprendere tutti gli altri casi.

Ovviamente risulta essenziale chiarire che la volontà del minore è idonea a prevalere su quella degli esercenti la potestà genitoriale soltanto nel momento in cui una Commissione specializzata nel campo della psicologia infantile e della bioetica abbia accertato che quel minore possiede un grado di maturità talmente elevato da permettergli di prendere autonomamente una decisione ponderata e ragionevole.

L’idea che un minore possa effettuare da sé valutazioni e scelte tanto delicate e ad impatto a lungo termine non è così assurda come potrebbe sembrare prima facie. Infatti molti esperti sottolineano da tempo come non sia affatto difficile imbattersi in minorenni molto più maturi di quanto la loro età faccia supporre. Inoltre, è di immediata intuizione che i ragazzi che devono per sfortuna affrontare malattie sin da molto piccoli possano sviluppare precocemente una forte consapevolezza riguardo al proprio corpo ed ai trattamenti medici cui c’è la possibilità di sottoporsi.

Il progetto adottato dall’Ospedale Regina Margherita si pone sulla scia di una serie di riferimenti normativi, i quali non mancano di porre l’accento su quanto sia fondamentale prendere in considerazione la volontà dei pazienti under 18 concernente le cure che gli si prospettano davanti.

Innanzitutto dobbiamo ricordare la Convenzione di Oviedo sui diritti umani e sulla biomedicina. Questo trattato internazionale risalente all’aprile del 1997 stabilisce che l’opinione del minore deve essere presa in considerazione come fattore sempre più determinante, in funzione della sua età e del suo grado di maturità (art.6, 2° comma).

In secondo luogo, l’articolo 38 del Codice di Deontologia Medica recita che il medico, compatibilmente con l’età e la maturità del soggetto, ha l’obbligo di dare adeguate informazioni al minore e di tenere conto della sua volontà. Una previsione del tutto simile è infine riportata anche dal Codice di Deontologia dell’Infermiere.

In conclusione, sembrano esservi tutti i presupposti affinchè l’iniziativa presa a Torino possa essere riprodotta anche altrove, in quanto appare necessario che i minori dotati di una spiccata maturità non vengano esclusi da decisioni con cui si troveranno a convivere per tutto il resto della vita.

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