Come sembra l’Italia vista dall’esterno?

Il virus Covid-19 è entrato in Italia, più di 300 contagiati, 11 vittime (anziane e con patologie pregresse), migliaia di persone in quarantena, comuni isolati, caccia alle mascherine, igienizzanti e generi di prima necessità. Le immagini che fino a qualche settimana fa vedevamo proiettate sugli schermi delle nostre televisioni e che sembravano lontane, fanno oggi parte della quotidianità. Stiamo iniziando a fare i conti con un nemico invisibile, lo stiamo affrontando a viso scoperto e ci stiamo rendendo conto giorno dopo giorno che non ha le fattezze di un carnefice, bensì di un fastidioso ospite che bisogna accompagnare alla porta.

Il dato che inizia a spaventare è invece il comportamento degli Stati esteri che ci guardano e che cominciano a temere un’epidemia adottando di conseguenza misure atte a tutelare il proprio territorio, apparentemente giuste se si considera il fine di tutelare i propri cittadini, ma purtroppo in alcuni casi deleterie non solo per l’Italia che sembra sia stata messa in quarantena da gran parte delle nazioni, anche per la Società in generale in cui comincia a dilagare la psicosi, ingiustificata se si tiene conto della reale portata di questo Virus.

L’Olanda ha ordinato ai propri cittadini di non recarsi negli 11 Comuni focolaio, indicando anche Roma e il Lazio come zone a rischio al pari delle regioni del Nord, l’Iraq ha vietato l’accesso agli Italiani e a tutti i viaggiatori in arrivo dall’Italia, la Bulgaria ha sospeso i voli con Milano fino al 27 Marzo e così altre nazioni.  Il Ministro Speranza al margine del vertice dei ministri della salute UE a Roma ha annunciato che non ci sarà nessuna limitazione alla circolazione degli Italiani nei paesi confinanti dell’UE, ponendo in luce la fiducia che l’Europa nutre nei confronti del nostro sistema sanitario ed in rispetto a quanto fatto fino ad ora nel nostro Paese.

Tralasciando di esprimere opinioni personali, lasciando questa facoltà ai nostri lettori, voglio concludere l’articolo ricordando come solo la cultura possa far fronte ad una dilagante psicosi, oramai mondiale.

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