Colorado, abolita pena capitale

Grazie ad un disegno di legge firmato dal governatore democratico Jared Polis, il Colorado diventa il ventiduesimo stato americano ad abolire la pena di morte. A questi risulta doveroso aggiungere i dodici stati in cui la pena capitale, pur non essendo ancora stata dichiarata illegale, non è praticamente mai stata applicata nel corso dell’ultimo decennio, facendo dunque presumere che tale pratica sia stata de facto accantonata.

Pertanto possiamo affermare negli ultimi anni anche gli Stati Uniti stanno sintonizzando la propria sensibilità, e di conseguenza la propria legislazione, con quella della maggior parte delle nazioni del pianeta. Ad oggi infatti ammontano a ben 160 i paesi le cui autorità giudiziarie non irrogano la pena di morte sin dal 2010.

Questi numeri potrebbero non comunicare nulla di particolare a tutti coloro che provengono da Stati all’interno dei quali il divieto della pena capitale è da tempo immemorabile un punto fermo dei rispettivi ordinamenti giuridici.

Non dobbiamo tuttavia dimenticare che in altre zone del mondo questa risposta punitiva è stata ampiamente utilizzata anche negli anni successivi alla fine della seconda guerra mondiale.

Così tuttora ogni passo compiuto in direzione dell’abolizione della pena capitale deve essere salutato con soddisfazione ed entusiasmo, consistendo esso in un ulteriore tessera che si aggiunge al mosaico della civilizzazione globale della società e delle sue istituzioni.

Tornando per un momento al caso specifico riguardante il Colorado, il governatore Polis ha annunciato, contestualmente alla notizia della firma del disegno di legge che era stato approvato nei mesi precedenti sia dalla Camera che dal Senato del Colorado, anche la commutazione della pena capitale in ergastolo per tre soggetti sulle quali teste pendeva la condanna a morte.

Infatti, per il principio della retroattività della legge più favorevole al reo, anche coloro cui era stata irrogata la pena di morte prima dell’entrata in vigore della nuova normativa possono avvalersi dell’abolizione successivamente intervenuta.

Spendendo qualche parola sull’importanza di questa riforma, appare fondamentale che gli Stati Uniti, autoidentificandosi da sempre come un paese la cui priorità consiste nella garanzia delle libertà fondamentali dei propri cittadini, acquisiscano la piena comprensione della funzione rieducativa della sanzione penale, uno dei principi cardine delle Costituzioni moderne.

Al di là dei dubbi sull’utilità in chiave general-preventiva che la pena di morte porta con sé, possiamo sostenere con certezza che gli atti di violenza, per quanto legittimati e istituzionalizzati, non possano mai essere idonei alla costruzione di una società più giusta e conforme ai dettami del diritto.

Gli insegnamenti della scienza penalistica non mancano mai di sottolineare quanto sia essenziale la riconciliazione tra vittime e colpevoli attraverso gli strumenti della giustizia. Questo obiettivo risulta palesemente inconciliabile con le pronunce di condanne a morte, in quanto gli unici principi cui queste ultime sono ispirate sono quelli del rancore e della vendetta.

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