BUON COMPLEANNO PRESIDENTE! ALTROVE PER MANDELA


Sono passati 100 anni tondi dalla nascita di Nelson Mandela (18 luglio 1918) e il Ristorante Altrove ha deciso di ricordare il suo compleanno con una festa proprio mercoledì 18 luglio con performance dal vivo, musica , reading e interventi a cura di MaTeMù, il Centro Giovani scuola d’arte del Cies Onlus.
Altrove – aggiunge Elisabetta Melandri presidente del Cies Onlus – è il ristorante della Onlus CIES che nel 1983 fu fondata proprio per sostenere gli sforzi di Mandela per liberare il suo popolo dall’Apartheid e nel giorno del suo compleanno vogliamo dedicargli una serata ricca di emozioni che ci faranno provare, insieme ai cuochi di Altrove anche i ragazzi di MaTeMù, accompagnando il cibo con brani musicali, letture che evochino la sua figura e facciano riflettere sul pericolo che il razzismo e la xenofobia possano diffondersi e invadere i cuori di molti”.
L’evento è aperto a al pubblico, formula aperitivo finger food e drink 20€ e il ricavato della serata sarà devoluto per una borsa di studio/lavoro dedicata a una ragazza dello staff di Altrove.
Ma facciamo un ripasso o illuminiamo chi non conosce bene la storia del primo presidente nero della Repubblica Sudafricana, che fece del contrasto al razzismo e alla discriminazione del popolo sudafricano la sua ragione di vita, pagando il pesante scotto di 27 anni di carcere.
Una piccola biografia per riassumere in semplici parole ciò che un grande uomo  in anni pesanti, in cui si sono vissute 2 guerre mondiali, ha scosso il mondo con le sue idee forti, coraggiose rivoluzionarie , azioni concrete con  ideali di libertà.

L’UOMO e IL POLITICO

Nelson Rolihlahla Mandela nasce il 18 luglio 1918dal capo della tribù Thembu (e quindi, secondo il sistema di caste tribali vigente in Africa, di origini aristocratiche).
Dopo aver seguito gli studi nelle scuole sudafricane per studenti neri conseguendo la laurea in giurisprudenza, nel 1944 entra nella politica attiva diventando membro dell’ANC (African National Congress) guidando per anni campagne pacifiche contro il cosiddetto “Apartheid“, ossia quel regime politico che favorisce, anche sul piano legale e giuridico, la segregazione dei negri rispetto ai bianchi.
Mandela sopravvive alla strage di Sharpeville e da vita a una frangia militaristica con l’intento di rovesciare il regime e difendere i propri diritti, ma viene arrestato nel 1963 e dopo un procedimento durato nove mesi è condannato all’ergastolo.

La più alta testimonianza dell’impegno politico e sociale di Mandela la si ritrova proprio nel discorso pronunciato di fronte ai giudici del tribunale, prima che questi pronunciassero il loro verdetto: “Sono pronto a pagare la pena anche se so quanto triste e disperata sia la situazione per un africano in un carcere di questo paese. Sono stato in queste prigioni e so quanto forte sia la discriminazione, anche dietro le mura di una prigione, contro gli africani… In ogni caso queste considerazioni non distoglieranno me né altri come me dal sentiero che ho intrapreso. Per gli uomini, la libertà nella propria terra è l’apice delle proprie aspirazioni. Niente può distogliere loro da questa meta. Più potente della paura per l’inumana vita della prigione è la rabbia per le terribili condizioni nelle quali il mio popolo è soggetto fuori dalle prigioni, in questo paese… non ho dubbi che i posteri si pronunceranno per la mia innocenza e che i criminali che dovrebbero essere portati di fronte a questa corte sono i membri del governo”.

Passano più di vent’anni e, malgrado il grande uomo sia costretto alla segregazione carceraria, lontano dagli occhi di tutti e dalle luci dell’opinione pubblica, la sua immagine e la sua statura crescono sempre di più nell’opinione pubblica e per gli osservatori internazionali.

Il regime tiene Mandela in carcere, ma continua ad essere il simbolo della lotta e la testa pensante della ribellione. Nel febbraio del 1985, cosciente di questo stato di cose e ben consapevole che ormai non si poteva più toccare un tale simbolo, pena la ribellione di vasti strati dell’opinione internazionale, l’allora presidente sudafricano Botha offre a Mandela la libertà purché rinneghi la guerriglia. In realtà, l’accusa di sovversione armata, l’accenno alla guerriglia appunto, è solo un modo per gettare discredito sulla figura di Mandela, prospettando il fatto che fosse di base un personaggio predisposto alla violenza. Ad ogni modo Mandela rifiuta l’offerta, decidendo di restare in carcere.

Nel 1990 su pressioni internazionali e in seguito al mancato appoggio degli Stati Uniti al regime segregazionista, Nelson Mandela viene liberato.

Nel 1991 è eletto presidente dell’Anc, movimento africano per la lotta all’ Apartheid.
Nel 1993 è insignito del premio Nobel per la Pace mentre l’anno dopo, durante le prime elezioni libere del suo paese (le prime elezioni in cui potevano partecipare anche i neri), viene eletto Presidente della Repubblica del Sudafrica e capo del governo. Resterà in carica fino al 1998.

Nelson Mandela fa politica nel più alto del termine: con la sua scelta di non violenza.
Dopo quasi 30 anni di carcere ingiusto non ha cercato vendetta o rivincita, non ha tramutato il suo dolore in rabbia, rancore, ha perdonato i suoi carcerieri, senza mai cedere di un millimetro dai valori che lo avevano portato a sacrificare un periodo così lungo della sua vita.
Da questi comportamenti, questi gesti si riconosce anche lo spessore politico di un uomo.

APARTHEID
Nasce come regolamentazione per la convivenza tra bianchi e neri , ma rivelerà un regime di espropriazione per il popolo nero, privato del 90% del territorio, della ricchezza, dell’istruzione e, soprattutto, della libertà.
Un assurdo test della matita classificava la razza degli individui: si appoggiava una matita alla radice dei capelli, nel caso in cui la matita non cadeva a terra, ma veniva trattenuta dai ricci, la razza bianca non era pura. Con questo metodo surreale molti bianchi si sono visti classificare come meticci e ben 5 meticci hanno avuto la fortuna di essere considerati bianchi.
Ai neri viene vietato di frequentare spiagge destinate agli europei, e lo stesso vale per i cinema e vari locali.
Le panchine e le fermate degli autobus hanno i settori separati.
L’istruzione viene praticamente vietata ai “non bianchi”: i bambini neri e meticci possono frequentare solo scuole agricole, dove materie come matematica, biologia, storia e fisica sono abolite in quanto considerate inutili per gli indigeni che sono destinati ai soli lavori manuali.
Nel 1992, grazie all’elezione del nuovo presidente del Sudafrica de Klerk, premio Nobel insieme a Mandela, le leggi antirazziali vengono abolite, mettendo fine all’apartheid.

 

“L’istruzione è l’arma più potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo.” N.M.

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