Arcinazzo Romano: il piccolo comune romano che apre le porte ai rifugiati ucraini.

 

Il conflitto in terra ucraina, che ormai va avanti dal 24 febbraio quando le truppe russe hanno invaso il paese confinante con la speranza di conquistarlo in breve tempo e di istituire un governo a loro amico, ha portato catastrofiche conseguenze e la diaspora dei cittadini ucraini è forse la peggiore di queste. L’UNHCR (Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, il ramo dell’Onu specializzato nella gestione dei profughi) stima che ad oggi, dopo più di due mesi dall’inizio delle violenze, circa 4.2 milioni di cittadini ucraini sono fuggiti dal paese. La gestione dei rifugiati è sempre una questione delicata che spesso pesa in maniera sproporzionata sui paesi confinanti a quello dove si combatte e questo caso non differisce dagli altri. Polonia, Romania e Moldavia sono tra gli stati che ospitano la gran parte degli ucraini che hanno lasciato il loro paese ma, a differenza di altri casi in cui l’Europa si è dimostrata poco interessata ad accogliere rifugiati, anche altri stati membri hanno fatto il possibile per accogliere i profughi e l’Italia non è da meno.

A tal proposito il caso di Arcinazzo Romano salta all’occhio: questo piccolo comune vicino alla capitale italiana conta solo 1200 abitanti circa e, nonostante ciò, ha accolto numerose famiglie ucraine. Da sabato 30 aprile, infatti, hanno trovato alloggio circa 77 persone scappate dall’invasione russa. All’inizio erano 56, poi sono aumentati nell’arco di pochi giorni: “Vengono un po’ da tutti i principali centri del Paese in guerra – spiega il giovane sindaco Luca Marocchi, 33 anni, eletto nel settembre 2020 – quindi anche da Mariupol e dalla capitale Kiev“. La disponibilità ad ospitare queste famiglie deriva dal residence Traiano Imperatore che li accoglie. Si tratta dunque di 30 bambini, 7 uomini e 40 donne. La struttura viene sovvenzionata dai fondi europei “ma per il resto, per le esigenze quotidiane e le attività che gli organizziamo per riportarli alla normalità, sono tutte a spese della comunità cittadina, dell’amministrazione. In base alle esigenze, mettiamo mano al portafoglio” spiega ancora il sindaco Luca Marocchi. La risposta degli abitanti, poco abituati ad una così alta percentuale di stranieri nella loro cittadina, è stata più che positiva e come riporta sempre il sindaco, tutti si sono messi a disposizione per dare una mano: regalando semplici vestiti o coperte, preparando da mangiare o facendo compagnia ai bambini giocando a qualche gioco.

Arcinazzo Romano rappresenta un bel esempio di solidarietà in un’epoca dove l’accoglienza ai bisognosi non è per niente scontata e, per quanto le polemiche riguardanti il diverso trattamento che queste famiglie avrebbero ricevuto se fossero arrivati da un paese non europeo hanno un fondo di ragione, è doveroso comunque lodare e sottolineare l’impegno preso da questa piccola comunità ad 80 kilometri da Roma.

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