Alla ricerca del whisky più torbato di Scozia nell’ isola di Islay

front entrance

Se siete alla ricerca di una meta per le vostre vacanze non ancora prenotate, dove paesaggio e gusto possono essere stimolati dalla scoperta di qualcosa nuovo, una degustazione di whisky sull’ isola di Islay è quello che fa per voi! La Scozia, si sà, è una delle mete più affascinanti per gli amanti delle verdi colline e del buon bere. Alla fine dell’ ottocento si stimavano circa 400 distillerie illegali tra Edimburgo e dintorni ( solo 8 erano autorizzate!) Fortunatamente la situazione nel corso degli anni è stata riequilibrata, dopo anni di Excise Act con un livello accettabile e controllabile di produzione di whisky.

bay

L’isola di Islay presenta caratteristiche geografiche singolari che permettono la produzione del whisky più torbato di Scozia. La torba è il deposito di resti vegetali e materiale organico presenti nel terreno scozzese, che viene ridotta in pezzi e messa nel forno all’interno della distilleria. Il fumo sprigionato conferirà la caratteristica nel sapore e nel profumo, distintiva del whisky torbato rispetto al classico.

E se fattoria in Italia è sinonimo di buon cibo e natura, in Scozia e soprattutto a Islay è anche sinonimo di buon bere! Rockside Farm produttrice di Kilchoman, il malt whisky più giovane dell’isola, è una farm distillery a conduzione familiare e produzione circolare. Il suo fondatore Anthony Wills è il Managing Director, sua moglie Kathy si occupa del visitor center e i figi James, George e Peter delle attività commerciali e marketing. Perché produzione circolare:  si inizia dalla coltivazione dell’orzo fino all’ imbottigliamento, tutto rigorosamente home made.Oltre 220 acri di campi, per coprire il 30% del fabbisogno della produzione. Ma in questa fattoria non si parla solo di whisky, alla Rockside Farm hanno trovato accoglienza anche 50 bovini Aberdeen Angus e 520 pecore Blackface, che si nutrono tra le altre cose dei residui dell’orzo derivanti dalla produzione del whisky. Ogni acro di terreno porta in dote 2 tonnellate di orzo, da cui sarà possibile riempire 6 barili di distillato. L’orzo matura nei mesi estivi prima di essere raccolto all’inizio dell’autunno, momento che segna l’inizio del processo di produzione del whisky.

Nella fase della maltazione l’orzo autoprodotto viene girato manualmente sui pavimenti interni ( processo esternalizzato da quasi tutte le aziende scozzesi con l’avvento della distillazione commerciale). L’’orzo viene poi essiccato per 20 ore a un grado di torbatura di 15-20 ppm (parti fenoliche per milione), contro i 50 ppm del malto acquistato ai Port Ellen Maltings di Islay. Il fumo di torba isolana, ricca di elementi marini, dona i tipici sentori affumicati al chicco d’orzo, ancora persistenti nel bicchiere dopo tanti anni.

torba

 

La fase della fermentazione richiede tempo: circa 90 ore. Si avrà quindi un mosto fruttato e ‘burroso’, ricco di esteri e acido lattico, poi distillato in due piccoli alambicchi dai colli alti e stretti con un alto grado di reflusso. Il risultato di questo prolungato contatto col rame degli alambicchi porta a un new make spirit pulito e fresco, dove si creerà un perfetto equilibrio tra  terrosità, fumo, sentori salmastri e leggere note floreali e agrumate.

alambicchi in rame

 

Il distillato ora è pronto per essere messo nei barili ( fase di imbottamento) che vengono spediti su Islay dalla famosa distilleria Buffalo Trace. I barili non sono smontati, questo implica costi più alti, ma una maggior espressività del legno stesso durante la maturazione.Oltre ai barili ex Bourbon ed ex Sherry utilizzati per gli imbottigliamenti continuativi della gamma, Machir Bay e Sanaig, Kilchoman utilizza per le edizioni limitate anche legni che hanno conosciuto Sauternes, botti di vino rosso della Valle del Douro, Caroni Rum, Porto e Madeira, solo per citarne alcuni.

botti posizionate con cura

Per concludere il processo circolare si arriva alla fase di imbottigliamento: il whisky viene etichettato e imbottigliato  presso la distilleria, dove è stata creata una linea che impiega diverse persone. In un tempo in cui l’ industria viene sempre più commercializzata, la Kilchoman vuole ribadire,  ancora con più fermezza la sua essenza: un distillato  è fatto di persone, passione e terroir, nel senso più ampio possibile.

E se vi starete chiedendo come poter raggiungere più velocemente Kilchoman e i suoi prodotti, anche senza attraversare molte miglia, potete rivolgervi direttamente a Beija Flor,  società di distribuzione attiva dal 2007 e specializzata in whisky e spirits di qualità, spesso provenienti da distillerie artigianali. Nel portfolio, che tra le altre cose vede la più ampia selezione in italia di indie bottlers, trovano spazio numerosi brand iconici nel panorama dello Scotch Whisky, tra cui Springbank, Kilkerran, Tomatin e l’imbottigliatore indipendente Cadenhead’s.

Machir Bay e Sanaig

La scelta

Scegliere cosa bere è sempre un dilemma, ma se si hanno prodotti singolari e di qualità come il whisky di Kilchoman, sarà tutto più semplice.

Vediamo da vicino due dei loro profumati e caratteristici distillati: il Machir Bay, dal color oro e sfumature paglierine, prende il nome dalla spiaggia più spettacolare di Islay. Maturato per più tempo  in botti di bourbon e poi di sherry. La maggiore percentuale di permanenza in botti di bourbon crea un distinto equilibrio tra il carattere classico dei whisky di Islay e la fresca complessità floreale. Al naso arriva subito la scorza di limone, la vaniglia e la distinta influenza costiera per poi lasciare spazio a un’intensità floreale, pesche succose, pere e sentori di spezie.Al palato giunge un’ esplosione di frutta tropicale e uva sultanina essiccata, affumicato e ondate di miele, malto, caramello al burro e generosa dolcezza agrumata. Per concludere con note di frutta imbevuta di sherry, pepe nero e sale marino.

Machir Bay

Il Sanaig prende il nome da un’insenatura della frastagliata costa atlantica di Islay, Questo whisky dal colore intenso viene dal riposo in botti di sherry e bourbon. L’elevata percentuale di influenza in botti di sherry Oloroso dona un equilibrio di frutta secca e spezie alla classica dolcezza degli agrumi di Kilchoman e al carattere torbato.

Al naso giunge erica profumata, uvetta, pera e scorza d’arancia con ondate di frutta, spezie miste e intenso il profumo dell’affumicatura  di torba. Al palato invece : prugne mature, ciliegie rosse e sentori di agrumi lasciano il posto poi a un ricco sentore di torba da barbecue, toffee, quercia e cioccolato fondente. Per finire frutta mista avvolgente, caramello, cannella e chiodi di garofano con parti di zucchero di canna, spezie, fumo di torba e dolcezza persistente.

Il consiglio del barman

Luca Dal Ben (veneto doc) barmanager di importanti strutture luxury su Roma e in tutta Italia, ci consiglia come bere ed abbinare il whisky di Kilchoman, preparando ottimi cocktail.

Islay Sunset un drink estivo e fresco : mule al whisky con taglio bourbon 40 ml, torbato 10 ml. Da abbinare a un avocado toast oppure a una cheese cake al passion fruit e basilico.

Invece per un twist classico, un manhattan top Gorm’s Queen: vermouth rosso dolce e chinato, riserva torbata e bitter al caffè, da abbinare a una Sacher o ad una Foresta Nera, oppure a uno spezzatino di cervo con marmellata di marasche e mirtilli con pane carasau croccante.

Anthony Wills sua moglie Kathy e i figli George, Peter e James

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