A Proposito di: Robin Williams genio del cinema, una grande mancanza per i nostri sogni

E’ passato tanto tempo, quattro anni da quando Robin Williams ci ha lasciato. Il suo sorriso coinvolgente, a volte malinconico, altre sornione ha riempito gli schermi e le immagini di tanti film e telefilm degli anni trascorsi. Frammenti e video che sono diventati storia del Cinema. Pellicole memorabili e il telefilm del debutto (Mork & Mindy) che  le TV di mezzo mondo non smettono ancora di trasmettere le repliche. All’epoca bambino, lo guardavo, ma non mi faceva impazzire, troppo forzato, anche se poi erano sempre i valori più profondi che emergevano da ogni storia e Nano Nano. Ho riscoperto Robin Williams quando tolti i panni dell’extraterrestre è tornato sui banchi di una scuola quale insegnante, mentore e riferimento di una generazione, in  “L’attimo Fuggente”, una pellicola del 1989 che ci presenta un uomo completamente diverso da colui che fino a quel momento era stato esempio di follia e  gioiosa esuberanza. Già con Good Morning Vietnam si era capito che una stella stava nascendo (anche se molta della sua comicità aveva valenza con battute che nella lingua originale articolava neologismi e assonanze che a noi sfuggiranno).

Attore Brillante, ma anche intenso nel film “La leggenda del re pescatore” e dalle grandi doti espressive nel film “Risvegli” accanto a Robert de Niro. Williams è molto più che attore, è interprete e riesce a trasmettere emozioni come i grandi del cinema. La sua vita personale invece vive di momenti alterni. Purtroppo è stato da sempre dipendente da alcool e droghe più o meno pesanti, che non hanno facilitato la sua carriera, ma anche creato diversi problemi a livello sociale. La sera della morte di John Belushi era presente al festino di droghe e alcool, un esperienza e un dolore che non l’abbandoneranno mai.  Ha avuto tre mogli, dalla prima una figlia, poi altri due dalla seconda, infine nel 2009 si è sposato una terza volta con Susan Schneider. Sempre dal 2009 sono però iniziati i suoi problemi di salute. Ha dovuto interrompere diverse tournè e avevi sbalzi d’umore e problemi di perdita di memoria anche sul set dei film. Da un’indagine più approfondita gli venne diagnosticata la realtà dei fatti. Non era un attore viziato e capriccioso. Purtroppo aveva una  patologia neurodegenerativa, chiamata “Demenza da corpi di Lewy: una malattia strettamente correlata con il morbo di Parkinson, che gli era stato diagnosticato tre mesi prima della morte. La demenza da corpi di Lewy è la seconda forma di demenza più diffusa al Mondo, dopo il morbo di Alzheimer”qualcosa che si combina con il Parkinson, ma se ne discosta per effetti e manifestazioni di diversa natura. Qualcosa che non gli avrebbe dato scampo.

La morte di Robin Williams è stata dichiarata come un suicidio per soffocamento. L’attore si sarebbe impiccato alla maniglia della porta  di un armadio in preda ad uno stato di forte depressione. I rapporti tossicologici rivelarono la presenza nel sangue di massicce dosi di antidepressivi, caffeina e levodopa, (un farmaco usato per trattare il morbo di Parkinson). DI fatto Williams subiva giornalmente attacchi depressivi e un mix di paranoie, insicurezza e paura. Aveva allucinazioni e la sua vita era diventata un vero tormento. La diagnosi dei medici avevano sentenziato che di li a pochi anni tutto questo l’avrebbero portato ad una forma di pazzia. Era troppo anche per lui.

Lui che fuori dal mondo patinato di Hollywood era semplicemente ordinario, ordinato, aveva una collocazione per tutto. Era maniacale nella catalogazione e ricordo. Aveva collezioni di orologi e di biciclette. Non poteva finire come un pazzo in un manicomio.

Vicino al corpo, gli investigatori hanno trovato oggetti personali collocati su una sedia, tra cui un iPad e due diversi tipi di antidepressivi, le scarpe collocate di fianco alla sedia, il telefono e il portafogli, il coltellino. Tutto era in ordine

Williams ha vinto l’Oscar come migliore attore non protagonista per la sua interpretazione dello psicologo nel film ” Will Hunting, genio ribelle” con Matt Demon. e ha ottenuto quattro nomination all’Oscar in una carriera piena di successi e riconoscimenti vissuti tra Cinema e TV. Il suo ultimo lavoro televisivo, “The Crazy Ones” non è andato bene. E’ stato cancellato dopo una sola stagione.

Però nella memoria collettiva, per quello che racconteremo e faremo vedere ai nostri figli Robin Williams rappresenterà sempre l’allegria, quella sfrenata di “Hook Capitan Uncino”, con Dustin Huffman e Julia Roberts. Ha vissuto la storia tenera e dolcissima di un padre innamorato dei figli in “Mrs Doubtfire” e ancora “Aldilà dei Sogni”  tra colori e dolori in un fantasy drammatico e commuovente. In “Patch Adams” interpreta il medico che in corsia degli ospedali strappava i sorrisi ai bambini malati. In “Jumanji” da un gioco parte un’avventura reale per i protagonisti in un susseguirsi di eventi catastroficamente comici.   “L’uomo Bicentenario” parla della ricerca di umanizzazione di un Androide, della propria anima, invecchia e muore per amore. Robin Williams amava troppo la vita per lasciare che questa diventasse invivibile per lui. Ci manca tantissimo ed è emozionante incontrare il suo sguardo vivo e guizzante nelle tante pellicole, che ogni tanto ripropongo in famiglia. Ciao Genio poco ribelle, ma immensamente grande del nostro mondo più bello, quello dei sogni.

 

 

 

 

 

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