900000 sfollati siriani: è di nuovo crisi

Si è creata negli ultimi mesi una nuova situazione di crisi in Siria. Infatti, a seguito della ripresa delle ostilità tra le forze militari della Turchia da un lato, e quelle di Siria e Russia dall’altro, circa 900000 persone di nazionalità siriana si sono ritrovati costretti ad abbandonare le proprie case e la propria patria allo scopo di mettersi al riparo dai colpi di fuoco e dai bombardamenti che sono oramai, in quelle zone, tristemente sempre più all’ordine del giorno.

I conflitti armati in terra siriana si ripetono da quasi un decennio, nel corso del quale vi sono stati certamente numerosi altri momenti complicati. Tuttavia, le condizioni in cui versa la popolazione sin dalle ultime settimane del 2019 sono davvero sconcertanti e preoccupanti, soprattutto per quanto concerne l’impressionante numero di bambini coinvolti in questa crisi.

Secondo alcuni dati provenienti dall’ONU e da altre Organizzazioni volte alla cura ed alla tutela dei diritti fondamentali dell’uomo, tra i novecentomila uomini e donne sfollati, circa cinquecento di questi sarebbero bambini o comunque minori di età. Pertanto questi dati dovrebbero essere di per sé sufficienti a smuovere le coscienze da parte di tutti coloro che hanno la possibilità di esercitare una influenza effettiva su questa vicenda, al fine di trovare una soluzione quanto più pronta e tempestiva possibile per evitare ulteriori sofferenze e tragedie, quale quella avvenuta dieci giorni fa alla piccola Imam.

La bambina aveva soltanto un anno e mezzo e  viveva insieme al padre in una tenda di un campo profughi allestito ad Idlib. A cause delle rigidissime temperature che si registrano in Siria nel periodo invernale, le condizioni di salute di Imam erano iniziate drasticamente a peggiorare, motivo per il quale il papà aveva deciso di portare la figlia in ospedale. Purtroppo però il centro di ricovero più vicino ad Idlib si trova ad Afrin, distante circa due ore di cammino. Un lasso di tempo sicuramente troppo lungo, data la malattia e la più totale assenza di energie della piccola, la quale è deceduta per assideramento.

Michelle Bachelet, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, ha rivolto un appello ai vertici dei Governi dei paesi impegnati nello scontro, invitandoli ad inviare alle rispettive truppe l’ordine di cessare il fuoco e a non perpetuare queste terribili atrocità che stanno mettendo in ginocchio un intero popolo.

Inoltre, Bachelet ha esortato di facilitare nell’immediato il passaggio dei civili che fuggono dalle aree in cui la guerra si sta scatenando, al fine di proteggere e tutelare, per quanto possibile in queste situazioni così delicate, la vita e la sicurezza dei cittadini siriani sfollati.

Appare dunque urgente porre fine a questi combattimenti, in quanto la crisi umanitaria in corso sta raggiungendo dimensioni sempre più grandi. Centinaia di migliaia di persone stanno attualmente vivendo in tendoni o addirittura per strada, privi di ogni servizio o bene primario e, come se ciò non bastasse, le temperature in Siria non sono ancora affatto clementi. Risulta dunque più vivo che mai il rischio che si possano ripetere altre disgrazie simili a quella che ha coinvolto Imam, e ciò sarebbe, se possibile, ancor più inaccettabile.

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