Dove vanno a finire i virus?

I virus non muoiono mai: sembrerebbe proprio questo lo scenario che siamo costretti ad affrontare a causa del virus Covid-19, con l’emergere di nuove varianti e di ulteriori ondate pandemiche. I virus appaiono così pericolosi per due ragioni principali: il loro potenziale infettivo e il fatto che, non essendo in grado di sopravvivere autonomamente, hanno bisogno di un organismo vivente ospite, un organismo del quale sfruttano le proteine e i meccanismi necessari per vivere. I virus vengono chiamati infatti parassiti obbligatori. Un’ulteriore caratteristica dei virus è costituita dalla capacità di mutare, di trasformarsi ed evolvere. Questo è dovuto al fatto che essi sono composti da RNA e DNA, e mediante processi evolutivi riescono a produrre le cosiddette varianti. Tale questione è fondamentale in quanto rende spesso inutili o inefficaci le cure sviluppate per il virus originario. Più il virus si diffonde e più aumenta il rischio di mutazione, e quindi cresce la probabilità di trovarsi di fronte a nuove varianti. Per questa ragione è fondamentale vaccinare le popolazioni contro i virus. A partire dallo scoppio della pandemia di Covid-19 abbiamo assistito all’emergere di numerose varianti del virus stesso, e alcune di queste, come la variante Delta, sembrano avere un vantaggio notevole sulle nostre difese immunitarie. L’unica soluzione per porre fine alla pandemia consiste nella distribuzione di vaccini in tutto il mondo, senza distinzione tra paesi ricchi e paesi in via di sviluppo. Infatti, nei paesi in via di sviluppo, dove le campagne vaccinali sono in ritardo rispetto al resto del mondo, le varianti potrebbero continuare a generarsi, consentendo la sopravvivenza del virus.

Ma è possibile eliminare definitivamente i virus? Tony Goldberg, epidemiologo dell’Università del Wisconsin-Madison, ha affermato che “Se tutti i virus improvvisamente sparissero, il mondo sarebbe un posto meraviglioso per circa un giorno e mezzo e poi moriremmo tutti“. Infatti i virus fanno parte del mondo e la maggior parte di essi non rappresenta un pericolo per l’umanità, anzi, svolge un ruolo importantissimo per la sopravvivenza degli ecosistemi. Come ha spiegato il Professore Carlo Federico Perno, Direttore del Dipartimento di Microbiologia all’Ospedale Niguarda di Milano: “I virus sono indispensabili per l’uomo così come gli insetti sono indispensabili per tutta la natura. Ciò che è piccolo e che noi non vediamo non necessariamente è inutile o dannoso. Senza insetti avremmo stragi di mammiferi e uccelli. Allo stesso modo, i virus sono degli strumenti straordinari che la natura ha messo a disposizione per incrementare la diversità nel mondo, la biologia. Lo fanno con la caratteristica che hanno tutti i virus, quella di entrare nelle cellule dell’uomo, degli animali ma anche dei batteri trasmettendo informazioni per arricchire la biodiversità. Senza di essi non esisterebbe la biodiversità nel mondo. Il 99% dei virus, così come dei batteri, non è pericoloso per l’uomo ed è totalmente innocuo, ci focalizziamo su quelli che danno patologie per l’uomo dimenticandoci che ci sono altri virus che ci aiutano a vivere. Tra questi, i retrovirus endogeni, che sono entrati nel genoma dell’uomo alcuni milioni di anni fa e svolgono alcune funzioni che sono essenziali per la sopravvivenza dell’uomo stesso. Uno tra questi produce una proteina, chiamata sincitina, che è indispensabile per la vascolarizzazione della placenta. Se non ci fosse questa proteina, la placenta si riempirebbe di sangue facendo morire il bambino.”

 

 

 

 

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