Cuba: le proteste del popolo contro l’oppressione del governo di Diaz-Canel

Continuano le manifestazioni di protesta a Cuba, forse tra le più violente e grandi degli ultimi decenni. Migliaia di cittadini stanno scendendo in piazza contro l’attuale governo di Diaz-Canel.

I motivi della protesta sono collegati alla forte crisi economica che sta condannando Cuba negli ultimi anni, dovuta alle varie sanzioni imposte dagli Stati Uniti, dovute all’embargo commerciale che va avanti da quasi sessant’anni. Oltretutto negli ultimi mesi si è registrato un tremendo aumento di individui positivi al covid-19, generando ulteriori preoccupazioni per un Paese già in difficoltà. L’11 luglio è stato riscontrato un picco delle positività, con circa 7.000 persone colpite. Da quanto si apprende sarebbero principalmente i giovani coinvolti nelle manifestazioni, partite dalla capitale L’Avana e poi propagatesi in tutte le città cubane. Naturalmente non sono mancati, in questi giorni, svariati problemi con le Forze dell’Ordine, le quali hanno proceduto con circa una ventina di arresti, nel tentativo di bloccare le sommosse. La situazione a Cuba è surreale. I cittadini sono costretti a fare file lunghissime per procurarsi del cibo e generi di prima necessità, i quali hanno subito un forte aumento del prezzo e, inoltre, c’è una forte mancanza di medicinali ed elettricità. Secondo Miguel Diaz-Canel, il responsabile di quanto sta accadendo sono gli Stati Uniti: “Dietro a tutto questo c’è il sogno di porre fine alla rivoluzione cubana. Non permetteremo a nessuno di manipolare la nostra situazione. Né ammetteremo che un qualsiasi mercenario venduto dagli Stati Uniti provochi una destabilizzazione a Cuba”. 

Lunedì si è registrata la prima vittima, un uomo di 36 anni, stando a quanto riferito dalle autorità cubane. La questione sta degenerando e il governo non sta di certo aiutando i propri cittadini. Auto della polizia rovesciate, lancio di sassi e oggetti e negozi saccheggiati, la tensione è in crescendo e tutto il mondo si sta preoccupando per quello che potrà accadere nei prossimi giorni. Il governo cubano è convinto che siano gli Stati Uniti ad aver acceso la fiamma ma, Antony Blinken, segretario di stato americano, ha giudicato questo come un chiaro errore e che gli USA non sono assolutamente colpevoli di quanto accaduto. Inoltre ha accusato L’Avana di “ignorare le voci e la volontà del popolo cubano, un popolo profondamente stanco di una repressione in atto da troppo tempo”. Il mondo latino-americano si sta però schierando a favore di Cuba, chiedendo esplicitamente agli Stati Uniti di porre fine all’embargo, così da risollevare il Paese. Sono il presidente del Messico, Andrés Manuel López Obrador e quello dell’Argentina, Alberto Fernandez, i primi a dichiararsi contrari all’atteggiamento degli americani. A questi si aggiungono il presidente boliviano, Luis Arce e il leader del regime venezuelano, Nicolas Maduro: “Cuba se la caverà – ha detto – ci è stato inflitto lo stesso trattamento, lo stesso metodo di asfissia e persecuzione che è stato applicato a Cuba per 60 anni. Se gli Usa vogliono davvero aiutare il popolo cubano revochino immediatamente le sanzioni e il blocco”. Inoltre in tutto il mondo si stanno organizzando manifestazioni di solidarietà nei confronti del popolo cubano, tra cui quella in Florida, dove vi vive una grande comunità, dichiaratasi contraria al regime comunista. Anche in Europa non sono mancate critiche al comportamento del governo di Cuba. Peter Stano, portavoce dell’Alto rappresentante UE Josep Borrell, ha infatti detto: “Chiediamo alle autorità cubane di rilasciare immediatamente le persone arrestate per le loro opinioni politiche e per il loro lavoro giornalistico. Il loro posto non è in prigione”. Anche il sottosegretario degli Esteri, Benedetto Della Vedova, ha mostrato la propria solidarietà nei confronti del popolo cubano: “Mi unisco all’appello dell’Alto Rappresentante per la Politica Estera UE affinché il governo cubano consenta le manifestazioni, rinunci a repressioni violente e ascolti il malcontento dei manifestanti, provvedendo alle riforme e alle iniziative necessarie. Per Cuba è venuto il momento della libertà e del rispetto dei fondamentali diritti umani e civili”. A Roma, davanti alla Camera si è svolta una manifestazione dei cittadini cubani residenti in Italia a sostegno delle proteste pacifiche. Il senatore Enrico Aimi, capogruppo di Forza Italia in Commissione Affari Esteri si è unito al pensiero comune: “La comunità internazionale ha il dovere di far sentire forte e chiara la propria voce contro gli arresti arbitrari di un regime comunista che non può continuare a ledere in questo modo i diritti umani. Chiederò con una interrogazione la convocazione dell’ambasciatore di Cuba a Roma, affinché si apra una via diplomatica per la liberazione dei prigionieri politici e affinché sia garantita la libertà di manifestare”.

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