Il 27 gennaio di ogni anno, in tutto il mondo si commemora la Giornata della Memoria, una ricorrenza dedicata al ricordo delle vittime dell’Olocausto. Qualcosa che nella storia umana che non deve essere dimenticato. Dopo anni di discriminazioni che rendevano la vita impossibile agli ebrei tedeschi, nel 1942 la Germania nazista mise in pratica ciò che i gerarchi nazisti avevano definito la “soluzione finale”: il genocidio di un intero popolo, lo sterminio di tutti gli ebrei.
L’Olocausto non si limitò a colpire gli ebrei. Le politiche di sterminio adottate dal regime nazista presero di mira anche altre categorie di persone, considerate “inferiori” per motivi politici o razziali. Tra queste vi erano oppositori politici, minoranze etniche, omosessuali e persone con disabilità mentali e/o fisiche.
Queste persone furono perseguitate, deportate e spesso uccise nei campi di concentramento e di sterminio. La brutalità del regime nazista non risparmiò nessuno che fosse considerato una minaccia o un ostacolo alla loro ideologia di purezza razziale e politica. La sofferenza e il sacrificio di queste vittime devono essere ricordati insieme a quelli degli ebrei, per comprendere appieno l’orrore e l’ampiezza della tragedia dell’Olocausto.
La scelta del 27 gennaio non è casuale. In questa data, nel 1945, le truppe dell’Armata Rossa avanzano tra le nevi della Polonia, e tra le rovine di un luogo di morte, il campo di concentramento di Auschwitz, liberano migliaia di prigionieri. È un momento storico, che segna la fine di uno dei capitoli più tragici della storia moderna.
Giornata della Memoria è un’occasione per riflettere sulla necessità di mantenere viva la memoria storica e di educare le nuove generazioni sui pericoli dell’odio, del pregiudizio e dell’intolleranza. La commemorazione serve a onorare onorano le vittime della Shoah e si promuove la riflessione sul valore della memoria storica per evitare il ripetersi di simili tragedie in futuro.
Questa giornata ci ricorda che la conoscenza e la consapevolezza storica sono fondamentali per costruire un futuro in cui le atrocità del passato non possano mai più ripetersi.
Nel 1948 la Convenzione delle Nazioni Unite riconobbe il genocidio come un crimine internazionale il cui scopo è obiettivo: l’annientamento totale di un gruppo umano specifico. Durante la seconda Guerra Mondiale ci fu l’olocausto con l’uccisione di più di Sei milioni di persone. Tale termine per il popolo Ebraico si identifica nella Shoah, cioè proprio un annientamento mirato al popolo Ebreo.
Nonostante la significativa presenza di delegazioni internazionali ad Auschwitz, oggi 27 Gennaio 2025, 80 anni dopo questa tragedia dell’umanità, “non ci saranno discorsi dei politici”, ha detto il portavoce del museo dell’ex campo nazista Pawel Sawicki, secondo il quale questo potrebbe essere l’ultimo grande anniversario che riunisce un folto gruppo di sopravvissuti.
Alla cerimonia che si svolgerà sotto la porta di Birkenau alle 16:00 ora locale prenderanno parte anche il re Carlo III e il presidente francese Emmanuel Macron, nonché il cancelliere e presidente tedesco Olaf Scholz e Frank-Walter Steinmeier. Israele sarà rappresentato dal ministro dell’Istruzione Yoav Kisch, Malgrado quanto sta succedendo nel proprio Paese, ci sarà anche il presidente Ucraino Volodymyr Zelensky. Per l’Italia ci sarà il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.