10 (e Lode) Collettiva di pittura e fotografia a Roma, promossa da “Il Salotto di Diotima”

Si svolgerà dal 15 al 21 giugno la collettiva 10 (e Lode), una mostra di pittura e fotografia e arti applicate che coinvolge 10 artisti di diversa formazione ed esperienza, nella galleria NVMEN (www.numenspace.it), in via Capo d’Africa, alle spalle del Colosseo, a Roma.

Ci vuole coraggio, spregiudicatezza, forza di volontà per provare ad imporre, “esponendo-si” e comunicando nuove idee.  Trovare ancora la forza per voler comunicare forme d’arte è qualcosa che indica, che malgrado tutto, la creatività ancora c’è, è presente nell’animo artistico di noi tutti. Una “collettiva” è una prova. C’è un filo comune che unisce gli artisti. Viene proposta così in uno spazio che permette di vedere e leggere spunti ed idee, sogni e quanto dalla vita viene visto e recepito, e al contempo, trasposto attraverso le diverse forme d’arte. 

Promuove l’esposizione la neonata associazione culturale “Il Salotto di Diotima”, uno spazio di incontro per gli artisti e anche per chi semplicemente ama l’arte: per incontrarsi e promuovere esperienze artistiche come questa mostra.


Chi e cosa vedrete in esposizione alla galleria:
«Il primo aspetto che colpisce di questa mostra è la varietà dei linguaggi» scrive Roberto Rapaccini, nella presentazione della mostra, «tutti diversi fra di loro ma reciprocamente contaminati. Alcuni artisti hanno preferito modalità astratte, per altri il riferimento figurativo è irrinunciabile, in entrambi i casi le superfici finiscono per contenere un complesso campionario di segni e di forme che richiamano lo scenario che fa da sfondo all’esistenza del mondo».
Alessandra Pediconi – Da sempre appassionata di Arte, ha coltivato la musica, la poesia e da alcuni anni si dedica alla fotografia. “Ogni scatto” dice parlando di sé, è per me un atto generativo, in cui metto il cuore e la testa, con passione. Stupore e senso della bellezza sono ciò che cerco attraverso la fotografia ed è anche ciò che vorrei suscitare nell’osservatore.”
Patrizia Langher – La costruzione di immagini è stato sempre il mio gioco preferito. Ho lavorato come restauratrice confrontandomi continuamente con tecniche pittoriche e forza espressiva grazie al colore. Ho frequentato l’accademia di Belle Arti di Roma e l’espressione creativa resta il mio “vero amore”. La maturità mi ha regalato la consapevolezza che l’unico confronto possibile non è “con gli altri”, ma “con se stessi PER gli altri”. Le opere in mostra sono “l’affermazione di me” a più livelli; io sono il linguaggio usato nelle 4 opere per comunicare al fruitore che “IO SONO”.
Magda Quesada Ordeig – Nata a Valencia, in Spagna, si è laureata in Belle Arti presso la Facoltà di Belle Arti di San Carlos, dalla stessa città. Ha esposto le sue opere in Spagna, Messico, Venezuela e Italia e il suo lavoro è in varie istituzioni pubbliche e private in quegli stessi paesi. Attualmente lavora nell’arredamento di interni a Roma, un’attività con la quale combina l’impegno artistico.
Carmen Tubío – Laureata in Storia dell’arte a Granada ha insegnato storia dell’arte ed estetica. Recentemente ha riscoperto la sua vena artistica, producendo opere di vario genere, dall’astratto al figurativo, capaci di far riemergere gli stati d’animo, l’emozione del colore, la bellezza del Creato. Attraverso le sue opere sente di dover dipingere perché è felice di farlo identificandosi con quello che produce: un fiore, un angelo, un ritratto.
Adele Ercolano – “Mi piace tutto ciò che non è definito, ciò che libera emozioni senza un significato preciso. Un dipinto astratto è per me l’unico modo di creare qualcosa di nuovo che esprima armonia, leggerezza ed equilibrio”.

Oreste Tintori – Ha iniziato nel 2001 a esplorare il mondo della pittura. Con un’attenzione sempre maggiore verso una pittura carica di significati ha sperimentato diversi linguaggi espressivi, seguendo una particolare ricerca sul colore e sui diversi piani spaziali di rappresentazione. Nella collettiva ha voluto contrapporre alla crudeltà umana verso i tori la sensibilità del flamenco.
Massimo D’Angelo – Ha fatto dello sperimentare il suo imprinting con dipinti da cui emergono suggestioni e storie da raccontare. Combina tecniche diverse per restituire un mondo visto attraverso lenti inedite, tra metafore spensierate e bagliori di colore che prendono la forma di corpi voluttuosi, paesaggi e il nostro stesso corpo, tra cuore e cervello. Ne risulta una personalità originale ed eclettica che sa imprimere sulla tela i diversi colori del nero.
Ri-ciclabile – (Valentina Raffa e Anna De Luca) Ri-ciclare per noi significa recuperare materiali di scarto e dare loro una seconda possibilità. Le nostre creazioni spesso sono pezzi unici proprio perché partiamo dal materiale che abbiamo a disposizione (vecchie cravatte o le cialde di caffè). Abbiamo iniziato nel 2010, senza pretese e riusciamo ancora divertirci e a coinvolgere amici e parenti. Chi ci segue ha imparato a rivalutare le cose di ogni giorno.
Marta Fabbri – Presenta in questa esposizione opere di ultima produzione, tutte in olio su tela, in cui, in modo diretto, affronta il tema del paesaggio naturalistico ed urbano secondo un taglio coraggioso e fortemente caratterizzato sia come inquadratura che come cromatismo. Sotto il profilo dell’inquadratura è notevole la scelta di rappresentare non l’oggetto ma il suo riflesso. Dal punto di vista cromatico, si serve di una vasta gamma di colori.
Eren Esponda – Da sempre incline a rappresentare il quotidiano, trova ispirazione nei viaggi, in città, negli spazi in cui si muove e ha sviluppato uno stile di lavoro esigente e disciplinato. “Preferisco la forza della pennellata grossa alle linee sottili e spigolose. Non intendo trasmettere un messaggio preciso se non il piacere per l’opera capace di creare nello spettatore i sentimenti che ho provato io a farlo”.
«Probabilmente da questa pluralità di espressioni emerge la constatazione che il linguaggio dell’arte consista nell’assenza di un linguaggio» scrive ancora Roberto Rapaccini, «in questo si radica il carattere universale dell’Arte. La sua universalità sta in questo: evitare di esprimersi attraverso la processione di segni convenzionali per ricorrere esclusivamente alla purezza delle forme e dei colori. L’Arte è sempre stata un catechismo che educa, una palestra per la sensibilità, un esercizio per scandagliare le potenzialità intellettive».

Il Salotto di Diotima è nato nel 2017 come punto di riferimento (anche on line!) per artisti, appassionati d’arte, addetti ai lavori e semplici fruitori che sono tutti benvenuti! L’idea delle due fondatrici Carmen Tubío e Valeria Annecchino è la creazione di uno spazio d’incontro per gli artisti e per tutte le persone che amano l’arte; uno spazio per conoscersi, incontrarsi e parlare di arte ma anche organizzare attività, promuovere e condividere esperienze artistiche. Attualmente riunisce a titolo privato e di interesse quasi un centinaio di persone.

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10 (e Lode) dieci artisti in mostra

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