Tutti i nostri segreti? Nel cellulare e lontano da occhi di parenti e amici

Hanno partecipato al sondaggio 1.500 persone, sia uomini che donne di età compresa tra 18 e 60 anni. “Il 10% delle persone che hanno partecipato si è detto molto attento a non scrivere mai sul telefonino qualcosa che possa compromettere rapporti con i familiari o con gli amici“, afferma la psicoterapeuta Paola Vinciguerra, presidente Eurodap. Quanto alla privacy, “i genitori e poi gli amici sono la minaccia più importante per i ragazzi fino a 25 anni – sottolinea l’esperta – Le persone dai 25 ai 50 anni, sia uomini sia donne, temono che il loro telefono possa finire nelle mani dei propri compagni o compagne, mogli o mariti. Paura anche per il giudizio dei figli, se leggessero qualcosa di compromettente trovato sul telefonino di mamma e papà. E anche gli over 60 vogliono custodire il proprio telefono e gli eventuali segreti presenti all’interno. Hanno soprattutto paura del giudizio dei figli“.

Il sondaggio mostra qualcosa che va al di là delle semplici abitudini di uso comune. Il telefonino ormai sta assumendo significati psicologici che vanno al di là dell’abuso, della dipendenza e del finto rapporto sociale. Diventa anche un filtro che ci permette di mostrarci in modo completamente diverso da quello che siamo nella vita reale. Proprio per questo si tende a cambiare spesso le password così da essere certi che nessuno riesca ad accedere nel nostro mondo telematico. La dipendenza con il cellulare si rafforza, non essendo più solo paura di non poter essere raggiunti ma anche quella di lasciarlo in possibili mani che possano penetrare al suo interno senza il nostro controllo. Una vera e propria ansia da separazione a largo spettro che arriva fino alla paura della violazione della nostra doppia identità. L’esperta fa riflettere nella sua conclusione “Bambini perfetti in casa, teppisti fuori” e questo ad ogni età… ci sentiamo di aggiungere noi.

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