Serie A Story. Stagione 1998-99: il Milan torna Campione d’Italia nell’anno del suo Centenario in uno dei tornei più combattuti di sempre

Quarto appuntamento con il nostro viaggio attraverso la storia recente della Serie A italiana. Andiamo adesso a narrare quello che è stato uno dei campionati più equilibrati di sempre da quando esiste la massima serie: la stagione calcistica italiana 1998-99, la prima ufficialmente sponsorizzata da TIM (da allora la nostra Serie A assume la denominazione di Serie A TIM, e quest’anno ricorrono i vent’anni esatti dall’ormai storico accordo di partnership).

La Juventus campione d’Italia in carica si mostrerà fedele al detto “squadra che vince non si cambia”: i bianconeri si limiteranno a operazioni di secondo piano volte a rinforzare il lato riserve, trattenendo allo stesso tempo tutti i big senza fare modifiche alla formazione titolare. L’Inter, furiosa per il secondo posto dell’anno precedente ma allo stesso tempo entusiasta per la vittoria della Coppa UEFA, decide ancora una volta di puntare al quattordicesimo Scudetto affiancando al “Fenomeno” Ronaldo il Divin Codino Roberto Baggio, acquistato dal Bologna dove si è rilanciato riconquistando anche la Nazionale azzurra e giovani promettenti come Nicola Ventola e Andrea Pirlo. Il Bologna sostituirà Baggio con un altro attaccante di esperienza in Serie A, ossia il tre volte capocannoniere della Serie A Beppe Signori. Il Milan, reduce da due stagioni al di sotto delle aspettative, si affida ad Alberto Zaccheroni, l’uomo che ha portato per la prima volta nella sua storia l’Udinese al terzo posto in classifica dietro Juve ed Inter, per il grande riscatto in occasione della stagione coincidente con il Centenario del club. Zac porterà con sé in rossonero due dei principali artefici di quella storica stagione per i friulani, ossia il terzino Thomas Helveg e il bomber e capocannoniere della stagione precedente Oliver Bierhoff. Ambiscono all’alta classifica anche il Parma che sostituisce in panchina Carletto Ancelotti con Alberto Malesani, che nell’annata precedente si è classificato quinto con la Fiorentina, e acquista tra gli altri Diego Fuser (via Lazio), Juan Sebastian Veron (via Sampdoria) e, sempre dai blucerchiati, un Alain Boghossian fresco vincitore di Coppa del Mondo con la Francia. I viola invece affidano la panchina ad un allenatore di esperienza internazionale come Giovanni Trapattoni, e con lui arriveranno altrettanti elementi di caratura internazionale, tra cui il terzino della Juventus Moreno Torricelli, il difensore centrale ceco Tomas Repka dello Sparta Praga, il centrocampista Guillermo Amor del Barcellona e l’esterno di centrocampo Heinrich del Borussia Dortmund. Ma la regina del mercato è una Lazio galvanizzata dalla seconda Coppa Italia vinta nella sua storia e da quattro derby vinti su quattro: confermato Eriksson, Cragnotti gli allestisce una squadra da scudetto con gli acquisti di Couto e Mihajlovic in difesa, Sergio Conceiçao e un giovane Stankovic a centrocampo e in attacco una coppia che promette gol a grappoli, formata dal “Matador” Marcelo Salas e dal capocannoniere della Liga spagnola 1997-98 Bobo Vieri, che all’Atletico Madrid ha segnato 24 gol in 24 partite di campionato. I cugini della Roma invece puntano principalmente su scommesse come il brasiliano Zago e il russo Alenitchev ed effettuano un importante cambio nel ruolo di capitano: la fascia passa infatti da Aldair a Francesco Totti, che la indosserà fino al 2017, anno del suo ritiro.

Il campionato, equilibrato sino all’ultimo istante, viene vinto dal Milan: sedicesimo scudetto in bacheca per i rossoneri vinto all’ultima giornata contro il Perugia grazie alle reti di Bierhoff e Guglielminpietro, con un punto di vantaggio su una Lazio considerata favorita per la vittoria finale (i biancocelesti a febbraio erano primi con sette punti di vantaggio sul Milan secondo, che recupera lo svantaggio con una serie di risultati positivi coincidente con una serie negativa per la Lazio) fino alla penultima giornata, quando vincendo per 4-0 contro l’Empoli retrocesso i rossoneri sorpassarono i biancocelesti che pareggiarono al Franchi di Firenze per 1-1 con tanti rimpianti, tra polemiche arbitrali (fece discutere un rigore negato a Salas per fallo subito dal difensore viola Mirri) e occasioni clamorose mancate come la traversa presa dal già citato Salas. Vieri e compagni trasformeranno pochi giorni dopo i rimpianti in felicità per la vittoria al Villa Park di Birmingham contro il Maiorca dell’ultima Coppa delle Coppe di sempre, primo trofeo europeo della storia laziale. Si toglierà tante soddisfazioni in campo europeo anche il Parma di Malesani, che si aggiudica l’edizione 1999 della Coppa UEFA sconfiggendo per 3-0 il Marsiglia allo stadio Luzhniki di Mosca: i gialloblù diventano il quarto club italiano per trofei europei vinti (è il quarto), meglio solo Juventus, Inter e Milan. Il Parma, che chiude la stagione al quarto posto, vincerà anche la sua seconda Coppa Italia, prevalendo sulla Fiorentina per la regola dei gol in trasferta (1-1 a Parma e 2-2 nel ritorno di Firenze). Fiorentina che chiuse il girone d’andata di campionato al primo posto in classifica, laureandosi squadra Campione d’Inverno grazie ad un Batistuta in forma strepitosa che solo nel girone d’andata segna ben 17 reti, ma a febbraio il Re Leone si infortuna e il suo compagno d’attacco Edmundo, già in rottura con la società, torna in Brasile per il Carnevale di Rio per una clausola contrattuale che prevedeva un ritorno in patria di una durata di 10 giorni per il giocatore causa “motivi personali”. La mancanza di alternative valide in attacco porterà i viola ad un calo di risultati ma ciononostante si qualificano lo stesso in Champions League. Quinto posto per la Roma di Zeman che torna a vincere un derby ad aprile 1999 dopo ben quattro anni di pareggi e vittorie laziali e centra la qualificazione in Coppa UEFA per il secondo anno di fila. I giallorossi si divideranno il quinto posto insieme all’Udinese di Guidolin che vanterà per il secondo anno di fila il titolo, per un suo giocatore, di capocannoniere della stagione (in questo caso il brasiliano Marcio Amoroso) e a una deludente Juventus penalizzata dal meccanismo della classifica avulsa: il mercato conservativo non paga, Lippi viene esonerato con Ancelotti che gli subentra e i bianconeri si qualificheranno per la Coppa UEFA solo in estate grazie alla vittoria del Trofeo Intertoto, coppa consistente nell’accesso alla Coppa UEFA per le sue tre squadre vincitrici tra le classificate nelle posizioni successive alla zona europea di ogni campionato. Da notare l’equilibrato divario di soli due punti tra la terza e la settima classificata. Infine, in Coppa UEFA si qualificherà anche il Bologna di Carletto Mazzone in virtù di uno spareggio con l’Inter per l’accesso al torneo in quanto entrambe semifinaliste di Coppa Italia con il Parma e la Fiorentina (le due finaliste) già qualificate per la Champions League: causa cancellazione della Coppa delle Coppe, le regole prevedevano che in caso di finale tra due squadre già qualificate per una coppa europea, si sarebbe dovuto disputare uno spareggio tra le due semifinaliste della coppa nazionale. Prevalgono i rossoblù e l’Inter, altra grande delusa di questa stagione (ci sono stati ben tre cambi di guida tecnica: Simoni viene esonerato alla dodicesima giornata e si susseguono sulla panchina nerazzurra Lucescu, Castellini e Hodgson), finisce fuori dalle coppe.

 

A metà classifica, il Bari di Fascetti migliora l’ottima stagione 1997-98 (in cui si è classificato undicesimo) chiudendo al decimo posto, a pari punti con la miglior neopromossa della stagione, il Venezia di Walter Novellino e della coppia d’attacco composta dal “Chino” Recoba e Filippo Maniero: i veneti si salvano grazie a un ottimo girone di ritorno, con l’uruguayano (acquistato nel mercato di riparazione) decisivo nel loro cammino grazie alle sue 11 reti segnate in 19 gare. Tra le neopromosse, si salvano anche il Cagliari di Ventura e il Perugia che vide il ritorno in panchina dell’ uomo dei miracoli Ilario Castagner (che venti esatte stagioni prima aveva portato i grifoni al secondo posto in Serie A terminando da imbattuto il campionato) e dopo le dimissioni di quest’ultimo Vujadin Boskov. Un Perugia in cui militava anche la stella giapponese Hidetoshi Nakata, Gli umbri, insieme alla Juventus, si iscrivono al Trofeo Intertoto, ma a differenza dei bianconeri falliranno in estate l’accesso alla Coppa UEFA. Infine, si salva anche il Piacenza di Beppe Materazzi grazie ai gol dell’attuale allenatore della Lazio Simone Inzaghi, fratello dello juventino Pippo. Furono però proprio i biancorossi a costare alla Salernitana un’amara retrocessione in B: al Garilli di Piacenza i granata pareggiano per 1-1 e recriminano per alcuni errori arbitrali a sfavore. La partita terminò in rissa in campo e dopo la partita ci furono accesi scontri tra ultras piacentini e salernitani, nei quali quattro ultras salernitani persero la vita. La Salernitana però retrocederà in B uscendo a testa alta da questo campionato: i campani possono anche vantare di aver lanciato in quell’annata talenti come Marco Di Vaio e il futuro campione del Mondo Rino Gattuso. Retrocedono anche un Empoli orfano di quel Luciano Spalletti che aveva centrato l’anno prima una storica salvezza, ma anche al tecnico toscano le cose non andranno di certo per il verso giusto: la sua Sampdoria, che gli aveva affidato la panchina per sostituire Sven Goran Eriksson (e che in estate aveva perso alcuni dei suoi giocatori chiave come Veron, Boghossian e Mihajlovic) retrocede in Serie B dopo 17 anni di permanenza in Serie A, 17 anni suggellati dalle vittorie di uno scudetto, una Coppa delle Coppe, quattro Coppe Italia, una Supercoppa Italiana e da una finale di Coppa dei Campioni persa ai tempi supplementari contro il Barcellona. Retrocede, infine, anche il Vicenza: la deludente gestione di Franco Colomba prima ed Edy Reja poi nel corso della stagione fa rimpiangere le ottime stagioni del passato recente (perdonate il gioco di parole) sotto la guida di Guidolin.

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