Torniamo a parlare di Olio di Palma (da una diversa angolazione)

Lo scorso anno in campo alimentare il Mostro da combattere e annientare era l’olio di Palma. (quest’anno a ragion veduta è il Glifosato – ma ci si poteva svegliare prima). L’olio di palma è stato identificato come elemento che fa male alla salute. Sono state mosse (o pilotate) genti e società, sono stati scritti articoli, documentate prove, attestati risultati medici per cui indubbiamente, senza più alcun ragionevole dubbio, l’olio di palma sembrava essere dannoso per la salute.

Ma sarà stato davvero così? Non è naturale l’olio di palma? non è commestibile? viene alterato? Forse se ne è abusato (su questo non c’è dubbio), ma a ben leggere i risultati di molte analisi ricondotte a conclusione dello scandalo, gli elementi che costituiscono l’olio di palma e che interagiscono con l’organismo umano, non sono poi molto differenti di tanti altri olii. Come per tutte le cose bisogna saper dosare quantità e modalità d’uso, questa è la conclusione.

Ci sono proprietà specifiche ed uniche dell’olio di Palma che ne hanno permesso lo sviluppo e la diffusione. Caratteristiche alimentari che presentano più pregi che difetti. Ora ricomincio dall’inizio:

L’olio di palma proviene da frutti spremuti freschi e deve essere lavorato a temperature controllate. L’olio di palma viene ricavato dalla polpa di un frutto della plama “Elaeis guineensis” che si trova in zone equatoriali. I principali Pesi che la coltivano e ne producono il suo prezioso nettare sono l’Indonesia e la Malesia. Il procedimento per ottenere l’olio di palma avviene in maniera similare a quella dell’olio d’oliva. Variano le dimensioni e la forma. Sono veri e propri grappoli il cui peso medio varia dai 10 ai 40 kg. i noccioli di questi frutti vengono invece utilizzati per ottenere “l’olio palmisto“.

L’utilizzo dell’olio di palma per uso alimentare ha una lunga storia, che parte da circa 4000 anni fa. E’ l’olio vegetale più utilizzato al mondo. Oltre l’area mediterranea che usa il più noto (per noi) olio extravergine d’oliva. La diffusione così estesa è dovuta anche alla necessità per molti paesi, di avere grandi quantità di olio con minore dispendio d’acqua e minori costi. A parità di terreno, la produzione di olio di palma rispetto ad altri oli vegetali, richiede meno acqua, fertilizzanti e pesticidi e la produzione è di undici volte superiore.

A livello di lavorazione, una volta raccolto (ed è importante la scelta del prodotto, la qualità del frutto) e effettuata la spremitura, l’olio di palma deve essere posto in ambiente a temperatura controllata. Nella stessa situazione viene effettuato il processo di purificazione e lavorazione.  L’olio di palma al momento della lavorazione ha caratteristiche semi-solide deve essere il più possibile inodore e incolore.

Le caratteristiche che l’hanno fatto prediligere nella lavorazione dei dolci, rispetto ad altri oli è la sua versatilità, la resistenza ai processi di lavorazione senza subire alterazioni. L’olio di palma si presenta con caratteristiche di una struttura semi-solida adatta a creare prodotti finiti cremosi o  anche solidi. Tali caratteristiche possono aiutare ad evitare il processo di idrogenazione nella lavorazione dei materiali ed aiuta a migliorare ed esaltare il gusto degli altri ingredienti.

Da tutta una serie di relazioni scientifiche e da un documento pubblicato dallo steso Istituto Superiore di Sanità, non può essere attribuito all’Olio di Palma – così come viene utilizzato nel nostro Paese, e cioè per la sola lavorazione di prodotti dolciari e che sono confezionati, alcuna responsabilità rispetto alla salute pubblica. Il problema sono l’eccesso di acidi grassi che si sommano nella complessità dei cibi che si consumano.  Da qui torniamo all’inizio del discorso. L’olio di palma, come tutte le cose che si consumano devono essere parte di una dieta bilanciata, l’attribuzione e la percezione negativa veicolata dalle campagne mediatiche ha portato moltissime aziende a modificare le ricette con altri grassi. Quali lo sapete?

Ultima considerazione, All’olio di palma è attribuita la responsabilità della distruzione delle foreste, e anche la distruzione di specie faunistiche presenti in alcune zone equatoriali. Purtroppo ciò è vero, ma la colpa non è del prodotto finito, ma di chi, in maniera  non sostenibile decide di trasformare una foresta secolare in coltivazioni . Sono nate nel tempo Associazioni a tutela dell’ambiente in cui sono iscritte molte società alimentari. Il Palm Oil Innovation Group è una piattaforma di cui fanno parte ben 9 associazioni ambientaliste internazionali. Il POIG non è contrario alla produzione dell’Olio di Palma, ma promuove la coltivazione di quello a basso impatto o sostenibili.  Del POIG fanno parte, quali organi di supervisione e valutazione  anche il WWF e Greenpeace. Lo scopo finale è l’identificazione e la tracciabilità dell’olio di palma, così d’essere condizione standard per tutte le aziende.

http://poig.org/

http://climateinitiativesplatform.org/index.php/Palm_Oil_Innovation_Group_(POIG)

(prossimamente: Glifosato – Farine )

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