L’italiano è goloso, fuma e non fa sport… ma ha lunga vita…

Ci preoccupiamo per l’avanzare inesorabile dell’inquinamento, del cibo spazzatura e delle nostra cattive abitudini e stili di vita. Ma nonostante tutto continuiamo così: mangiamo male, fumiamo e addio all’attività fisica perchè è sempre meglio un aperitivo con gli amici o starsene buttati sul divano a mangiare cibo spazzature che però ci rende tanto felici (sensi di colpa finali a parte). Il pensiero potrebbe essere “camperemo poco ma bene?”. A quanto pare no. Dati alla mano infatti in Italia si muore sempre di meno. La mortalità prematura nella fascia d’età tra i 30 e i 69 anni è diminuita del 26,5% per gli uomini e del 17,35 % tra le donne. Aumenta invece il rischio di mortalità per aver contratto infezioni in ospedale passando da 18.668 decessi del 2003 ai 49.301 del 2016. Allarmante il dato che conferma come L’iItalia da sola conta il 30% di tutte le morti per sepsi nei 28 Paesi Ue.

“C’è una strage in corso, migliaia di persone muoiono ogni giorno per infezioni ospedaliere, ma il fenomeno viene sottovalutato, si è diffusa l’idea che si tratti di un fatto ineluttabile”, ha commentato Walter Ricciardi, direttore dell’Osservatorio nazionale sulla salute, alla presentazione del 16mo Rapporto Osservasalute 2018.

Ricapitolando, nonostante lo stile di vita pessimo che si porta avanti, l’Italia è uno dei Paesi più longevi, ma lo si è in modo sbagliato, senza assistenza per le malattie croniche che arrivano in tarda età. Quindi dai 65 anni in su la vita si allunga ma si passano questi anni in cattiva salute.

Nel 2017, gli ultra 65enni erano oltre 13,5 milioni, il 22,3% della popolazione totale. Le proiezioni dell’Istituto Nazionale di Statistica mostrano che questa fascia di popolazione nel 2028 arriverà al 26,0%, pari a poco più di 15,6 milioni di abitanti, mentre nel 2038 saranno oltre 18,6 milioni, il 31,1% degli italiani.

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