Gli italiani spendono 30 milioni l’anno per lo sbiancamento dei denti

E’ importante tenere sempre in considerazione l’importanza che ha avere cura del proprio corpo, dedicando del tempo all’attività fisica e seguendo un’alimentazione che eviti l’esagerazione e ponga la giusta attenzione al bilanciamento dei diversi cibi, ma altrettanto fondamentale per il bene della salute è curare anche la salute dei nostri denti, una parte molto importante del nostro corpo che, in base alle condizioni, può dire molto sulle abitudini di ogni soggetto.

Non stupisce, in tal senso, che sia in costante aumento il ricorso ai trattamenti odontoiatrici legati non solo alla salute ma anche all’aspetto estetico dei denti. Molto popolare negli ultimi anni sembra essere lo sbiancamento dei denti, che da diversi anni a questa parte sta registrando una crescita importante anche in Italia, dove registra un aumento annuo del 15% confermandosi un business miliardario che spinge migliaia di italiani a spendere cifre sempre più consistenti per migliorare il proprio sorriso.

I dati resi noti in questi giorni arrivano dall’Accademia Italiana di Odontoiatria, restaurativa e conservativa, che confermano i numeri di questo business sempre più importante che spinge 120.000 italiani a recarsi dal proprio odontoiatra per chiedere lo sbiancamento dei denti, un trattamento cresciuto del 15% che costa ogni anno agli italiani 30 milioni di euro. Questa cifra già piuttosto imponente si aggiunge al miliardo di euro speso annualmente per gel, dentifrici e altri prodotti schiarenti.

Secondo i recenti dati diffusi dall’Italian Dental Journal il 50% degli italiani è insoddisfatto del colore dei propri denti, e ormai un terzo degli interventi odontoiatrici estetici effettuati serve ad intervenire su macchie o sul colore dei denti che rovinano l’aspetto estetico delle pesone che si rivolgono ad un professionista. E’ importante ricordare che si tratta di interventi del tutto sicuri, purchè si tengano in considerazione alcuni aspetti importanti.

Secondo le norme vigenti, ad esempio, gli sbiancanti non devono avere un pH inferiore a 4, ma studi condotti di recente hanno evidenziato come gli sbiancanti con pH inferiore a 5.5 possono avere effetti negativi sulla parte dura dei denti, arrivando così ad intaccare lo smalto. E’ inoltre fondamentale tenere a mente che lo sbiancamento dei denti è vietato sui soggetti con età inferiore a 18 anni.

Per affrontare il problema alla radice, tuttavia, è necessario ricordare che l’ingiallimento dei denti è attribuibile ai cibi e al fumo. Bevande zuccherate, caffè, tè ma anche cibi come pomodori e persino alcuni antibiotici, a lungo andare possono ripercuotersi sul colore dei denti. Il trattamento che prevede lo sbiancamento dei denti, pur essendo duraturo, non è permanente, e per questo il consiglio degli odontoiatri è di ripetere la procedura ogni 2-3 anni per mantenere il colore bianco.

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