Fumatori sempre più giovani. Dal 1990 aumentati del 50% i minori che fumano in Europa

I pericoli dati dal fumo delle sigarette sono ormai stati ampiamente evidenziati attraverso centinaia di ricerche scientifiche, che hanno confermato come le sigarette siano a tutti gli effetti un vizio dannoso per la salute che contribuisce all’insorgere di numerose patologie. L’argomento è ancora più caldo se si riferisce all’uso di sigarette in giovane età. Tanti sono gli adolescenti che si avvicinano per la prima volta alle sigarette e non riescono a smettere.

Per comprendere ancora una volta l’enorme diffusione di questo fenomeno, risultano inquietanti i dati ottenuti attraverso una ricerca internazionale pubblicata sulla rivista Plos One, che conferma come dal 1990 ad oggi, la percentuale di fumatori giovanissimi, nella fascia d’età tra 11 e 15 anni, è cresciuta del 50% in Europa, con gravi rischi per la salute che riguardano anche le future generazioni.

Questi risultati arrivano da uno studio internazionale, Ageing Lungs in European Cohorts realizzato da 11 unità di ricerca in Europa e Australia che ha come obiettivo quello di valutare i fattori di rischio delle malattie respiratorie, concentrandosi in particolare sulle esposizioni, come quella al fumo, per studiare eventuali interventi a beneficio della salute pubblica. Per fare questo sono stati presi in considerazione i dati sull’esposizione al fumo di 120.000 persone in 17 paesi europei.

E come evidenziato da Alessandro Marcon, docente di Epidemiologia e Statistica Medica presso l’Università di Verona, il dato più preoccupante è quello riferito ai giovani e al loro rapporto con le sigarette. In particolare è emerso che dal 1990 ad oggi è cresciuto il numero di giovanissimi con età tra 11 e 15 anni che si avvicinano alle sigarette. Nell’Europa dell’Ovest (tra cui Francia, Belgio, Germania) si sono registrati 40 fumatori su 1000 giovani, mentre nell’Europa del Sud (Italia, Portogallo e Spagna) sono 30 su 1000.

Differente, invece, la situazione nella fascia d’età tra 16 e 20 anni. Dal 1970 ad oggi i nuovi fumatori in quella fascia d’età sono diminuiti, tranne che nei paesi dell’Europa del Sud dove il dato è rimasto stabile tra i 60 e 80 nuovi fumatori ogni anno su 1000 giovani. La ricerca, inoltre, ha rivelato che il maggior controllo sul consumo di tabacco tra i giovani si è registrato nei paesi del Nord Europa. Questo, secondo i ricercatori, è dovuto principalmente ad una serie di fattori come il prezzo dei pacchetti di sigarette che ha raggiunto i €10, facendo inevitabilmente da deterrente.

La preoccupazione maggiore dei ricercatori, legata all’uso di sigarette tra i più giovani, riguarda non solo il fatto che il fumo è da considerare la prima causa di mortalità evitabile al mondo, ma anche il rischio che l’esposizione al fumo tra i più giovani potrebbe creare una serie di alterazioni organiche in grado di coinvolgere anche le future generazioni.

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