Giulia Quadrifoglio Verde 510 CV: Cattiveria, Carbonio e sportività senza eguali

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Un grande successo, in parte annunciato, in parte evocato, sopratutto urlato da Torino. I vertici del Gruppo FCA  l’avevano sempre detto che sarebbe stato un prodotto stupendo. L’attesa è stata premiata da un’auto  che è davvero eccellente. L’Alfa Romeo Giulia. 

Le ambizioni sono alte, così come le aspettative. Se si pensa ad un’auto che è rinata dalle ceneri più di un’idea. La Giulia nelle intenzioni deve riportare Alfa Romeo al posto che occupava negli anni cinquanta. L’idea stessa di Alfa Romeo deve essere data da questa vettura. La Giulia non può definirsi quale evoluzione della 156, ma neppure una via di mezzo con la 166. Il concetto è cambiato, la fascia di mercato e i gruppi di appartenenza non sono così definibili dalle misure.

La Giulia può benissimo essere un prodotto alternativo ad Audi A4, Bmw serie 3, Jaguar Xe, Mercedes Classe C, ma anche Mazda serie 6 e Lexus Is.

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Alfa Romeo è tornata. Sarà finalmente  il riferimento tecnologico per l’intero Gruppo FCA per gli altri Marchi. E questi stessi è con lei che dovranno confrontarsi. I modelli Alfa Romeo sono stati snaturati in passato per convenienza economico/produttiva. Quello che doveva essere un vantaggio in termini di garanzia di qualità ha mortificato l’intraprendenza e la personalità produttiva, offuscando irrimediabilmente alcuni parametri identificativi di prodotti che avevano fatto la storia dell’automobile. C’erano cloni, personalizzabili nei dettagli ma poco inclini ad essere assimilabili in un marchio storico. Alcuni anni fa la tendenza era stata invertita e già gli ultimi modelli avevano recuperato parte dello stile Alfa Romeo. L’operazione però di rifare una Vera Alfa Romeo era davvero impegnativa e necessitava di grandissimi investimenti. Va dato atto all’attuale Amministratore delegato del Gruppo FCA che ha osato. Mi auguro che i frutti arrivino presto. A giudicare da ciò che ho visto direi che stavolta ci siamo proprio. L’Alfa è tornata.

Tecnologia:

Il motore deriva direttamente da un propulsore Ferrari accorciato di due cilindri. Il 2.9 cc V6 twin-turbo

Le sospensioni, anteriori Multilink,   a quadrilatero alto, in alluminio, ciò ha permesso di abbassare il propulsore e così anche il  Baricentro generale dell’auto. Le sospensioni posteriori sono a 4 link.

Per tutte le versioni l’albero di trasmissione del cambio manuale a 6 marce, oppure il cambio ZF prevede la scatola del cambio in carbonio.  L’8 rapporti ZF è a doppia frizione. C’è il differenziale posteriore con 2 frizioni

Lo stile e la raffinatezza:
La Giulia è molto meno cattiva nelle linee rispetto alla BMW serie 3 (il suo naturale riferimento). Lo stile generale è molto più elegante ma al contempo aggraziato e sportivo. Un bel mix che non rinnega niente e al contempo conserva i stilemi tipici del marchio. C’è anche molta storia nel design, con richiami e reinterpretazioni dei canoni Alfa.
C’è carbonio a vista per l’estrattore, per i diffusori e minigonne laterali anteriori, anche i freni sono in carbonio ceramico (opzionali). Anche il tetto e cofano motore sono in carbonio. Un inno alla ricercatezza, alla leggerezza e alle prestazioni pure e assolute. Il peso a vuoto dichiarato di 1524kg e anche la distribuzione del peso 50:50.

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Al suo interno:
Non si devono fare troppi confronti con le auto iper lusso delle varie Audi o BMW. I concetti qui sono differenti. Tutto è votato alla leggerezza e alle prestazioni. Stile e rifiniture risentono di tale scelta. Sono ben nascosti tali risvolti, ma ancora il gap c’è.  Tutto è incentrato sulla guida. Il pilota è l’elemento di riferimento e di congiunzione, per cui tutto ruota intorno a lui. La plancia è pulita e semplice, sgombra da pulsanti e la complessità, è data solo  (all’inizio) dall’assimilare l’uso del nuovo sistema di infotainment. Questo elemento è parte essenziale della plancia ed  è elemento di congiunzione tra i strumenti tradizionali, anche se in rivisitazione digitale e il nuovo sistema con i suoi  menu e il controller rotante il cui funzionamento necessita di un poco di tempo per essere assimilato.  La posizione di guida è comoda e raccolta. Ottimo, nel complesso, tutto ciò che riguarda seduta, ergonomia e visibilità.

Ora spetta la Mercato dare un posto ed un valore all’auto. Gli elementi cper un successo ci sono tutti. BMW con la serie 3 e 4 sono delle agguerritissime rivali. L’esperienza e l’indubbia eleganza su tutti i modelli, nonchè la sapiente affidabilità possono far ricadere la scelta di molti appassionati ancora per il marchio Bavarese. In Alfa c’è una maggiore estremizzazione del concetto di sportività. Tutto è fatto per dare sensazioni che conducono sempre e solo a voler scaricare tutta la potenza a terra  e rimanere sempre e comunque incollati nelle traiettorie definite dallo sterzo. La Giulia quadrifoglio verde è un’auto da corsa adattata alla strada. Riesce a essere ruvida e violenta come poche, ma può essere anche berlina. L’M3 è semplicemente l’interpretazione opposta.  Sembra quasi che l’Alfa Giulia sia stata studiata dpprima per costruire un modello per le competizioni , e poi essa stessa sia stata adattata alla strada.
Però nel guardare anche se staticamente questa Vettura con la vernice Rosso Competizione, un brivido mi corre lungo la schiena.

 La versione Quadrifoglio Verde della Giulia  costerà circa  79.000 euro ( più o meno come una BMW M3).
Prestazioni:
 velocità massima della Quadrifoglio Verde è 307 km/h, i 510 CV del suo V6 turbo benzina che spingono fortissimo. La vettura ha fatto il tempo di 7′ 39” sul Nürburgring, il circuito tedesco dove si misurano tutte le sportive: sarebbe come dire meglio di quanto ha fatto la Lamborghini .
La Passione si tinge di Rosso, ma stavolta è  Alfa Romeo.

 

 

 

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