Fiat Cronos, un nuovo tempo si affaccia nel mondo dell’auto [+ Amarcord Ritmo]

Cos’è la Fiat Cronos? La nuova berlinetta che la Fiat Brasiliana (ma viene prodotta in Argentina ) sta per lanciare sul Mercato interno. Dal pianale di quest’auto e buona parte della meccanica, vedremo a breve anche ciò che la FCA ha deciso di riservare per l’Europa, e in particolare in Italia, quale modello che andrà a posizionarsi in ciò che un tempo era dominio della PUNTO, ormai arrivata a termine della sua carriera

La nuova vettura del segmento C viene già  prodotta (da novembre)  in Argentina, nello stabilimento Fiat di Ferreyra –  Cordoba. Avrà un compito molto importante nell’ambito di un rilancio del marchio nel mercato sudamericano. Andare li dove c’è stata la “Fiat Linea”, superarne i successi  ed imporsi per qualità costruttiva, e innovazione, ma sopratutto nel segno dell’affidabilità.

Da dove arriva la Cronos? Dalla Argo, presentata pochi mesi fa. Non è altro che la versione con coda della nuova media di Casa Fiat, la cosidetta “Sedan”.   Fiat X6S, la denominazione del progetto. Basata sulla piattaforma MP1, destinata ad una famiglia di vetture di diverso marchio del Gruppo FCA. Con la Argo condivide la maggior parte degli organi meccanici e  della tecnologia di ultima generazione del Gruppo. Ci sono interni moderni e funzionali. Materiali dal buon design e resistenti, una bella plancia con l’immancabile schermo touch screen che supporta la connettività e i sistemi di comunicazione, multimediali e di aiuto alla guida. 

Frontalmente ci sono delle differenze minime ma essenziali a dare un’indole di tutt’altra natura alla vettura. Bella ed elegante, quasi a discostarsi per una destinazione più turistica, propone un frontale con una griglia più essenziale, ma cromata. Differenti anche i paraurti. La linea laterale segue un andamento a cuneo, dal design elaborato ma leggero. Si raccorda con la coda e si chiude  posteriormente con i due fari a Led che riprendono il design ( ma dal disegno leggermente differente) della Argo. 

MOTORI: I propulsori della  Cronos partiranno dall’unità 1,3 litri  da 101 CV, che può funzionare a benzina e etanolo. Sempre con benzina, c’è il più potente da 1,8 litri e 134 CV. Nelle varie configurazioni e versioni sarà possibile avere trasmissione manuale a 5 marce, oppure abbinare un automatico a 6 marce.  Al momento non si parla di versioni Diesel.  Si vocifera di una versione SW. Come  fu per Argo – al momento – non è prevista la commercializzazione neppure di Cronos in Europa,  ma ciò, con le modifiche richieste dalle diverse normative vigenti, con diversi propulsori,  non è neppure da escludersi. Che siano proprio loro le eredi di Fiat Punto?

P.S Cronos – (è il nome del Re dei Titani nella mitologia Greca).

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Dalla Cronos passiamo a raccontare di una vettura dal quale possiamo dire derivarono un po’ tutte le auto “moderne”, la Fiat Ritmo. Nasceva sulla base della prima Fiat a trazione anteriore, la mitica 128. Vide la luce nel 1978  e fu una rivoluzione di stile e di impostazione stessa del progettare un’auto nel senso più stretto di abitabilità, funzionalità, razionalità. Ancora non c’erano i concetti di sicurezza odierni, però la Ritmo fu il primo modello a proporre una versione Energy Savyng che prevedeva l’arresto del propulsore durante gli stop ai semafori. Ciò non avveniva con un sistema elettronico, ma col vecchio carburatore. La prima auto che pensò all’ambiente. Aveva i paraurti in materiale sintetico. Fu la prima, insieme alla Renault 5. Anticipò molte delle cose che oggi sono scontate (e nel tempo superate). Presentò una linea differente da tutto ciò che si era visto fino a quel tempo, con un portellone ampio e ben sfruttabile. Aveva posti comodi per cinque persone. Dentro l’abitabilità era davvero ben studiata. Gli sportelli erano in un unico pezzo, così come anche la plancia. Derivava meccanicamente dalla Fiat 128 e questa era una garanzia di solidità e affidabilità nel tempo. Per la meccanica senz’altro, meno per la carrozzeria che mostrò diverse defaillances e sopratutto fece scoprire il fenomeno del cattivo trattamento anticorrosivo delle vetture italiane del tempo. Una brutta nomea che marchiò tali auto (a ragione) per lungo tempo.

Le versioni al momento del lancio furono la Ritmo 60, Ritmo 65 e Ritmo 75 nelle versioni base L e CL. Solo nel 1980 arrivò una versione Diesel e una Aomatica (con trasmissione presa in prestito dalla concorrente Volkswagen).  Sempre nei primi anni ottanta arrivarono versioni speciali per ricchezza di contenuti (vetri elettrici e azzurrati, chiusura centralizzata e sedili posteriori sdoppiati, specchietti retrovisori esterni regolabili manualmente dall’interno, impianto hi-fi estraibile, cassetto portaoggetti con sportello, plancia con contagiri. All’esterno, c’erano diverse modanature, paracolpi laterali, cerchi in lega con pneumatici maggiorati…..e poche altre cose.

Ciò distingueva comunque le versioni Super: 75 e 85. Quest’ultima con propulsore 1500 cc (che verrà poi montato anche sulla futura Lancia Delta) – 1498 da 85 CV era destinato anche alla versione Strada, con cambio automatico,  voluta per tentare (andato malissimo) lo sbarco negli Stati Uniti. Sempre nell’1981 arrivarono due versioni atre porte, la 105 TC  (su base 1500 con doppio carburatore) e la Cabrio che rimarranno nella storia per le doti stradali e per la bellezza che così venne Ri-Scoperta.

La prima era pensata per prestazioni di grande portata. Aveva l’iniezione elettronica e quattro freni a disco, gli interni con sedili sportivi e la sua indole fu superata solo da un’altra versione ancora più spinta, la 125 TC Abarth. con propulsore 2000 cc. L’allestimento e le rifiniture erano personalizzate al massimo, e si distinguevano nettamente da tutte le altre versioni della Ritmo.

Nel 1982 ci fu un forte restyling della vettura che seppure aveva avuto un sempre crescente successo peccava di sensazione di qualità. Vennero reintrodotti i paraurti più definiti, ma sempre in plastica e un aspetto più convenzionale. Cambiarono i fari, che pur sempre tondeggianti, ma doppi (scelta all’epoca molto contestata) ne definivano l’identità. L’auto cambiò molto. Doveva contrastare l’avanzata delle varie concorrenti straniere sempre maggiori e sempre più agguerrite. Tecnicamente cambiò lo schema meccanico di diversi organi e riviste le sospensioni posteriori e molti degli organi principali: impianto frenante e sterzo. Diminuì perfino il peso totale per un migliore feeling su strada e una ripartizione migliore dei pesi entro i due assi.

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I propulsori cambiarono: c’erano i benzina 1.300 cc da 68 Cv la 105 TC e la 130 Abarth. Per i Diesel, una versione da 1695 cc poi affiancata dal turbodiesel intercooler di 1929 cc e 80 CV. La cabrio divenne (sempre carrozzata da Bertone) Palinuro.

Potrei andare avanti ancora per un po’, parlando della “Sedan”, Regata, la tre volumi di derivazione Ritmo che conobbe una gloria tutta personale negli anni in cui le berline avevano un grande apprezzamento sul mercato. Mi fermo però qui. Pochi anni ancora e  lo scettro nel 1988 venne passato alla Avveniristica  Fiat Tipo.

MISURE: Lunghezza: 401 cm; Larghezza 165 cm; Altezza 140 cm; Passo 244 cm. Peso 850/955 Kg.

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