Tuffo nel passato: 1999, la fine del Secondo Millennio porta con sé una barca ricca di successi estivi

1999. L’ultima estate del Ventesimo Secolo. L’ultima estate del Secondo Millennio. L’estate del Milan che torna campione d’Italia dopo due stagioni deludenti trascorse a metà classifica, del Parma fresco vincitore della Coppa Uefa, della Lazio che dopo aver vinto la Coppa delle Coppe vince anche la Supercoppa Europea sconfiggendo nientemeno che un Manchester United che nella stagione trascorsa aveva vinto tutto ciò che c’era da vincere, delle altre quattro big italiane di quell’epoca calcistica (Juventus, Inter, Roma e Fiorentina) che si rinforzano per ritornare ai vertici o ripetere quanto di buono combinato nella stagione calcistica 1998-99 (si inizia a parlare di “sette sorelle”). Ma soprattutto: un’estate ricca di hits italiane ed internazionali di ogni genere come raramente accaduto prima.

Il Festivalbar 1999 fu il primo dopo la morte dello storico ideatore della fu manifestazione musicale più attesa dell’estate, Vittorio Salvetti, e il figlio Andrea ne raccoglie l’eredità pesante diventandone il nuovo direttore artistico. La 36° edizione del Festivalbar è un successo strepitoso su tutti i fronti ed è ancora oggi considerata una delle migliori edizioni della sua storia dagli appassionati di musica: a livello di qualità sia della conduzione (la coppia composta da Fiorello e Alessia Marcuzzi si rivela ancora una volta molto affiatata e molto amata dai telespettatori) che delle canzoni partecipanti, a livello di presenze nelle piazze e nelle arene in cui Festivalbar ha fatto tappa (Padova, Ascoli Piceno, Ostuni, Lignano Sabbiadoro e Verona), a livello di vendite delle compilation Rossa e Blu che hanno cumulativamente totalizzato le 700.000 copie vendute in Italia e a livello di ascolti (è stata una delle edizioni col maggior numero di spettatori da casa di sempre). Memorabile fu il Galà di apertura in Prato della Valle a Padova, con 250.000 spettatori radunati nella più grande piazza d’Europa per assistere alle esibizioni di grandi artisti italiani ed internazionali e ricordare la memoria del compianto Vittorio Salvetti (erano infatti presenti sul palco anche artisti come Gianni Morandi ed Eros Ramazzotti che non avevano singoli da presentare per quell’estate ma che riproposero cover di brani con cui parteciparono ai Festivalbar passati per omaggio a Salvetti senior).

Vinse Lorenzo Jovanotti con Un raggio di sole, tratta dal suo album Capo Horn (premiato anch’esso per la sezione Album). Iconica fu la sua esibizione alla finale dell’Arena di Verona: totalmente dal vivo esegue prima la già citata Un raggio di sole cantando il finale in mezzo al pubblico del parterre salendo persino su una sedia libera, poi esulta correndo verso gli spalti dell’Arena dopo aver saputo la notizia della sua vittoria come un calciatore che ha appena segnato un gol, successivamente canta Per te (altro suo storico successo da Capo Horn) dedicandola a Vittorio Salvetti oltre che alla figlia Teresa e chiude l’edizione con una versione live de L’ombelico del mondo facendo suonare a ogni suo strumentista uno strumento a percussione nel finale coinvolgendo persino Fiorello! Ricevettero dei premi anche Biagio Antonacci per il successo del suo Mi fai stare bene tour 1999 (partecipò con Iris e Non vendermi), Alex Britti come artista rivelazione del 1999 (Mi piaci), premiato da un altro chitarrista blues d’eccezione come Pino Daniele (sua era una delle due sigle dell’edizione, Neve al sole), Lou Bega (con il tormentone Mambo no. 5) con il premio Festivalbar International, assegnato al brano straniero di maggior successo dell’estate e Zucchero (autore dell’altra sigla dell’edizione You make me feel loved) con un riconoscimento per il milione di copie del suo album Bluesugar (10 dischi di platino).

 

Altri grandi successi italiani di quell’estate furono Rewind di Vasco Rossi, brano che aprì l’edizione di Festivalbar in quanto Vasco fu il vincitore dell’edizione precedente (l’esibizione nella già citata puntata di Padova è ricordata anche per essere l’ultima con Massimo Riva alla chitarra, che morì due giorni dopo), Vivere il mio tempo dei Litfiba (ultimo singolo della band fiorentina prima dell’uscita dal gruppo del frontman Piero Pelù e del suo ritorno in formazione dieci anni dopo), In ogni atomo dei Negrita, Amore per te di Mango, Camminando camminando della vincitrice di Sanremo Anna Oxa in duetto con il portoricano Chayanne, Discomusic di Elio e le Storie Tese (che vide protagonista un altro momento iconico di quel Festivalbar, ossia l’esibizione in finto playback del gruppo milanese durante la puntata di Lignano Sabbiadoro, che rimase immobile e in silenzio per tutta la durata della canzone, eccetto Luca Mangoni che si lanciò in un ballo di lap dance), il Supercafone di Piotta, Troppo bella di Davide De Marinis, 50 Special dei Lunapop di un diciannovenne Cesare Cremonini e Dimmi di sì dei Pooh. Discorso a parte merita il boom dell’italo-dance in quell’estate: esplose il fenomeno Eiffel 65 con Blue (da ba dee) che partendo dall’Italia finì per diventare un successo mondiale tanto da entrare quattordici anni dopo nella colonna sonora di Iron Man 3. Altri successi del filone dance italiano di quell’estate furono Tell me why dei Prezioso con Alessandro “Marvin” Moschini, Another Way di Gigi D’Agostino e The game di Neja (quest’ultima vincitrice del Disco per l’estate, l’ultimo condotto da Bonolis, che a differenza del Festivalbar floppò miseramente negli ascolti).

 

Tantissimi furono anche i successi internazionali di quell’estate, oltre al già citato Mambo no. 5 di Lou Bega: da Baby one more time di Britney Spears a Bailamos di Enrique Iglesias, da Erase/Rewind dei Cardigans a You get what you give dei New Radicals, da Vamos a la playa della francese Miranda (OCCHIO: non è una cover del brano dei Righeira) a Narcotic dei Liquido, da Unforgivable sinner di Lene Marlin a Snow on the Sahara di Anggun, da Livin’ la vida loca di Ricky Martin a If you believe di Sasha, da I want it that way dei Backstreet Boys a Scar Tissue dei Red Hot Chili Peppers (anche la loro esibizione dal vivo sotto la pioggia di Verona nel corso della finale del Festivalbar entrò nella storia del programma), e tanti altri pezzi di successo. Chiudo con una frase per sintetizzare questo grande contenitore di successi che era l’estate musicale 1999: sfido chiunque a non conoscere, a non aver mai ascoltato neanche per sbaglio o a non aver mai cantato uno di questi brani citati. Perché trattasi di successi senza tempo.

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