Scagionato l’olio di palma: attenzione a questi altri prodotti!

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Dopo battaglie contro l’olio di Palma e il vedere sempre più scritte su scatole di merendine, biscotti e via dicendo dove si dichiara l’assenza di questo prodotto nella filiera di produzione, arriva il verdetto di assoluzione da una conferenza scientifica che si è tenuta a ‘Food Mood’, la business area organizzata, nell’ambito di ‘Terra Madre Salone del Gusto’, dalla Camera di Commercio di Torino e dall’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo.

Infatti, non c’è alcuna evidenza scientifica per andare a giustificare tutte le campagne che spesso finiscono nella demonizzazione dell’olio di palma. “Va molto di moda creare un solo alimento colpevole – ha detto Dario Bressanini, docente di chimica all’Unins (Università di studi dell’Insubria) – ed esaltare ‘supercibi’ che fanno bene, ma gli allarmismi ed i facili entusiasmi hanno poco senso, anzi sono controproducenti. L’unica strada da seguire per la salute è la dieta variata senza eccessi. Ed è molto meglio che le industrie alimentari mettano in etichetta cosa c’è piuttosto che apporre scritte su cosa non c’è nei prodotti“.

Per quanto riguarda questo prodotto è stato dato il via ad una vera e propria campagna mediatica che però non ha alcun riscontro scientifico, come ha fatto notare Bressanone: “ha poco senso additare un elemento complesso come qualsiasi grasso alimentare dandogli la colpa di causare patologie, quando se le stesse molecole sono contenute in altri oli. Per certe applicazioni i sostituti suggeriti al posto dell’olio di palma sono cento volte peggio. E l’olio di palma ha anche dei vantaggi come, ad esempio la resistenza all’ossidazione. Certi grassi insaturi che vanno tanto di moda, invece, come olio di mais o girasole, sono a rischio di processi di ossidazione che possono formare sostanze tutt’altro che benefiche per l’organismo umano“.

Se si sposta l’attenzione dalla salute all’ambiente per le foreste abbattute per fare posto alla coltivazione tropicale da cui si ricava l’olio di palma. “Ma anche se l’Europa mettesse al bando la vendita di prodotti con olio di palma – ha osservato Stefano Savi dell’Rspo, la Tavola Rotonda sull’olio di palma sostenibile – ci sarebbe comunque il mercato di India e Cina a sviluppare la domanda. La strada da seguire è quella della certificazione, che ormai rappresenta il 18% della produzione totale, 109 mila produttori e un’estensione complessiva di 257 mila ettari“.

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